Sembra assurdo che in una Europa in cui centinaia di miliziani dell’Isis o aspiranti tali scorazzano indisturbati andando e venendo da Siria e Iraq dove spargono morte e terrore (finendo anche per colpire Parigi, Copenhagen e Bruxelles), nel mirino della repressione finiscano invece in queste ore alcuni internazionalisti che da diverse regioni dello Stato Spagnolo erano andati a sostenere la resistenza antifascista delle popolazioni del Donbass, in lotta da quasi un anno con l’aggressione militare scatenata contro di loro dal regime ultranazionalista di Kiev.
Eppure è proprio così. Questa mattina all’alba la polizia spagnola ha arrestato otto persone, alcune delle quali tornate recentemente dal fronte ucraino dove avevano combattuto nelle file delle milizie indipendentiste. Gli otto internazionalisti sono stati arrestati in sei diverse comunità autonome dello stato, si legge in una nota emessa dal ministero degli Interni di Madrid. Gli arresti sono stati effettuati nelle Asturie, in Catalogna, in Estremadura, a Murcia, in Navarra e nella capitale iberica. Tre degli arrestati nell’ambito di quella che è stato ribattezzata ‘Operazione Danko’, avrebbero servito in passato nell’esercito di Madrid, anche se non è chiaro se come militari di leva o professionisti.
Le otto persone arrestate, tutti militanti o simpatizzanti di organizzazioni comuniste e di estrema sinistra e compresi in una fascia d’età tra i 21 e i 30 anni, sono accusate di “possesso di armi da guerra”, “cooperazione o complicità in omicidio” e “violazione della neutralità” dello Stato spagnolo per quel che riguarda il conflitto in Ucraina. Un’accusa quanto mai ipocrita visto il sostegno militare che Madrid, in quanto membro dell’Alleanza Atlantica, sta fornendo fin dall’inizio alle forze nazionaliste e di estrema destra che si sono impossessate del potere a Kiev con il golpe del febbraio del 2014.
Si tratta di accuse “completamente prive di fondamento” ha commentato Agustín Ríos, uno dei portavoce del Comité de Apoyo a la Ucrania Antifascista de Madrid, segnalando che in realtà non è l’intervento di cittadini spagnoli nel teatro di guerra ucraino ad essere finito nel mirino della repressione ma esclusivamente la mobilitazione antifascista, visto che non risultano inchieste o arresti a carico di estremisti di destra spagnoli che combattono insieme alle milizie nazionaliste governative.
Dalle stesse dichiarazioni della stampa iberica inoltre appare chiaro che su soltanto uno degli arrestati ci sarebbe la ‘certezza’ del fatto che abbia partecipato effettivamente ai combattimenti, mentre altri avrebbero collaborato con la resistenza del Donbass sul piano logistico o addirittura umanitario e non militare. Molti di loro erano inquadrati nella cosiddetta Brigata Carlos Palomino, dal nome di un giovane antifascista assassinato a Madrid alcuni anni fa da un soldato spagnolo di ideologia neonazista al termine di una manifestazione di estrema destra.
Gli internazionalisti, è evidente, non avevano mai nascosto il loro impegno nella resistenza armata delle repubbliche indipendentiste del Donbass e la loro solidarietà nei confronti delle popolazioni assediate e bombardate. Alcuni di loro – Rafael Muñoz Pérez e Ángel Davilla-Rivas in particolare, volontari nel Battaglione Vostok, gli altri sei sarebbero della ‘404’ – avevano concesso interviste ai media spagnoli o internazionali e realizzato alcuni video che erano stati diffusi dagli internazionalisti proprio per chiedere alla sinistra antifascista delle diverse realtà territoriali dello Stato Spagnolo e non solo di attivarsi maggiormente nel sostegno alla lotta della resistenza nel Donbass. E’ attraverso questi video, le interviste e i profili facebook degli ‘imputati’ che, si è vantato il Ministero degli Interni di Madrid, la polizia è potuta risalire all’identità degli otto compagni arrestati.
Nella nota del Ministero degli Interni il governo di destra spagnolo di vanta del fatto che l’Operazione Danko, ordinata dalla Procura dell’Audiencia Nacional (tribunale speciale ereditato dal regime franchista) “è la prima condotta in Europa contro le attività dei combattenti stranieri implicati nel conflitto ucraino”. Quale sarà il prossimo paese europeo che seguirà le orme di Madrid?
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