Per il terzo giorno consecutivo gli studenti dei collettivi universitari sono stati caricati a Bologna.
La notizia ha già fatto il giro del Paese e da più parti è arrivata la solidarietà agli studenti dell'Alma Mater, in lotta da mesi contro il caro mensa. Il servizio mensa a Bologna, risulta infatti uno dei piu cari d'Italia, dove un pasto costa tra i 6 e gli 8 euro, soprattutto da quando, qualche anno fa, si è dato il via al processo di privatizzazione di quello che dovrebbe essere un diritto garantito agli studenti.
Qualche settimana fa, l'ERGO, il servizio regionale per il diritto allo studio, aveva concesso uno sconto mensa per gli studenti che usufruiscono delle borse di studio, anche se in quel caso, i 20 centesimi di riduzione avevano suscitato più polemiche che altro.
I collettivi nei giorni scorsi, e come già fatto anche in passato, hanno iniziato a praticare l'autoriduzione in mensa, e ad organizzare pranzi sociali proprio nelle vicinanze della mensa di Piazza Puntoni, ma questa volta, come largamente emerso nei media main stream, sono stati bloccati e caricati pesantemente da un fitto cordone di celere. Il primo episodio, due giorni fa, proprio in concomitanza con le “barricate” xenofobe di Goro e Gorino, per le quali il prefetto si è dimostrato impotente, dichiarando che “non possiamo caricare dei comuni cittadini". In quell'occasione, da qualche parte della regione, a Bologna, circa trenta celerini hanno bloccato l'ingresso della mensa impedendo di fatto l'accesso e la fruizione del pranzo a tutti gli studenti. Gli attivisti del Collettivo Universitario Autonomo sono stati selvaggiamente caricati e due studenti hanno riportato ferite e contusioni.
L'indomani (ieri, ndr) stesso copione: alcune decine di studenti partono in corteo dalla vicina facoltà di lettere e filosofia e, una volta giunti davanti all'ingresso della mensa, vengono respinti e caricati dalla celere.
Quest'oggi, anche grazie al risalto mediatico suscitato nei giorni precedenti, il corteo ha visto la partecipazione di molte piu persone, e oltre un centiaio tra studenti, attivisti di collettivi e spazi sociali e solidali si sono appropinquiati alla mensa per continuare l'azione di protesta. Il copione si è però tristemente ripetuto di nuovo: dopo un primo fronteggiamento e qualche spintone, è partita una violenta carica durante la quale i celerini, con proverbiale solerzia, si sono accaniti su quegli studenti e quelle studentesse caduti a terra. Durante i fronteggiamenti sono anche stati fermati 3 attivisti del Collettivo Universitario Autonomo, rilasciati però dopo poche decine di minuti. Gli studenti stanno tuttora mantenendo un presidio nell'antistante piazza Puntoni, dove il collettivo Eat the Rich ha provveduto a portare un pranzo solidale.
A Bologna l'aria si è fatta pesante da qualche tempo. Nel corso di appena un anno, la mano del prefetto, in stretta con quella del sindaco Merola che qualche giorno fa ha dichiarato la volontà di aver chiuso definitivamente ogni tipo di dialogo con i "movimenti (nrd sociali) che fanno i sindacati estremisti", ha imposto una raffica di sgomberi, misure cautelari, procedimenti giudiziari e repressione del dissenso inconsueta. La violenza scatena negli ultimi mesi dalle forze di polizia incuranti delle ragioni e delle soggettività che hanno davanti, segna un passo diverso che si sta vivendo nella città che fu un tempo avanguardia delle migliori sperimentazioni in campo sociale. Oggi, al contrario, Bologna si contraddistingue per essere avanguardia delle peggiori manovre per reprimere democrazia, partecipazione, diritti e socialità.
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