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L’Ecuador esce dall’equivalente latinoamericano della Nato

Rafforzare il processo d’integrazione sudamericano: con questo obiettivo il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, nei giorni scorsi ha apposto la sua firma a un decreto nel quale il suo paese denuncia il Trattato interamericano di assistenza reciproca (Tiar), un trattato sottoscritto nel lontano 1947 ed equivalente alla Nato nel continente americano. La decisione mira a consentire al paese andino di abbandonare il blocco militare guidato dagli Stati Uniti già nel febbraio del 2017 dopo che già il 5 marzo scorso l’Ecuador aveva annunciato l’uscita dalla Giunta interamericana della difesa (Jid), l’altro pilastro del sistema militare panamericano controllato da Washington.
Il governo di Rafael Correa ha chiarito che l’attuale processo di fuoriuscita dal governo riguarda “tutti gli organismi del Sistema interamericano di Difesa”. Il primo passo di Quito risale al febbraio dello scorso anno, quando l’Ecuador si ritirò formalmente dal Trattato di Assistenza Reciproca che ora il paese vuole abbandonare del tutto.
Nelle parole di Correa, l’Ecuador è più che mai impegnato a promuovere “lo sviluppo di una nuova sicurezza, dove primeggino gli interessi regionali, attraverso organismi come il Consiglio sudamericano di Difesa (Csd)” organismo dell’Unione delle nazioni sudamericane (Unasur), l’alternativa sudamericana all’Organizzazione degli Stati americani (Osa); a cui si contrappone anche la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (Celac).
Nel comunicato ufficiale indirizzato dal governo dell’Ecuador al presidente della Jid Werther Araya Menghini, Quito ha difeso la sua volontà di sviluppare “una nuova dottrina regionale, in accordo alle nostre necessità comuni da costruire a partire dalla partecipazione equilibrata di tutti i membri”.
Con l’Ecuador, anche gli altri paesi dell’Alba – l’Alleanza Bolivariana delle Americhe – hanno intrapreso una strada analoga durante la 42esima assemblea dell’Osa celebrata nel 2012 e poi successivamente nel 2013. Il primo in assoluto è stato però il Messico, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
Nell’ultima Conferenza dei Ministri della Difesa delle Americhe, tenutasi ad ottobre del 2014, il segretario alla difesa statunitense Chuk Hagel tentò di tessere le lodi di un Sistema Interamericano di Difesa in realtà obsoleto affermando che è fondamentale nella “lotta al narcotraffico” e “al crimine organizzato internazionale”. Ma di fatto la Conferenza tenutasi in Perù ha avuto scarsissime ripercussioni pratiche e non è riuscita ad interrompere il processo di disimpegno dei paesi che aderiscono all’Alba.
L’Ecuador è uno dei massimi promotori della Escuela de Defensa de la Unasur (ESUDE) il cui compito è formare e addestrare funzionari civili e militari a livello politico-strategico. “Occorre dare priorità al Consiglio per quanto riguarda la protezione e la difesa delle risorse strategiche della nostra regione” ha detto lo scorso anno la Ministra della Difesa di Quita, María Fernanda Espinosa. “E’ necessario ricordare la verità storica ai nostri popoli e come costantemente si vadano ripetendo elementi di manipolazione di quest’ultima a beneficio della potenza che ha governato il mondo dal XIX secolo” ha affermato il Cancelliere dell’Ecuador Ricardo Patiño presentando il libro “La Cia contro l’America Latina”.

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