È stato licenziato il portavoce della polizia scientifica egiziana, Hisham Abdel Hamid, le cui parole sull’uccisione dell’attivista socialista Shaimaa el Sbabagh avevano scatenato accese polemiche non solo in Egitto. Lo riporta il quotidiano Al Ahram secondo cui il capo della scientifica Mahmoud Ali ha intimato ai suoi dipendenti di “non rilasciare commenti sulle investigazioni in corso”.
Nel corso di un’intervista ad un’emittente privata egiziana Abdel Hamid aveva sostenuto che la giovane donna di 33 anni, raggiunta da diversi proiettili sparati da un fucile ad aria compressa, fosse morta perché “troppo magra”.
“Da una distanza di otto metri, generalmente, i piombini causano ferite, non la morte. Si tratta di un caso raro in episodi come questo. La manifestante è morta perché era praticamente pelle ed ossa” ha detto il portavoce, aggiungendo: “Dio sia lodato. Era giunta la sua ora”.
Le parole di Abdel Hamid hanno scatenato un’ondata di sdegno nell’opinione pubblica egiziana e innumerevoli commenti sui social network, per quella che è stata percepita come una dimostrazione dell’arroganza del nuovo governo di Abdel Fattah al Sissi, particolarmente duro nei confronti di attivisti , dissidenti e esponenti della società civile. Shaimaa el Sabbagh, madre di una bimba di 5 anni, è stata uccisa durante una manifestazione pacifica al Cairo in occasione del quarto anniversario della rivoluzione del 25 gennaio 2011.
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