La Gran Bretagna “non spenda una sterlina di più” nella militarizzazione delle isole Malvinas (Falklands, nella dizione inglese) e si occupi, piuttosto, dei suoi cittadini che versano in difficoltà economiche: è questo il messaggio che la presidente argentina Cristina Fernández de Kirchner ha recapitato a Londra in occasione delle commemorazioni per l’inizio della guerra che oppose in due paesi nel 1982 per la sovranità dell’arcipelago australe argentino.
“Che non si preoccupino…Non siamo un pericolo in termini di offensiva militare, non siamo un governo che compra armi o pensa ad armare la Repubblica” ha detto la presidente parlando dalla località meridionale di Ushuaia, in un messaggio trasmesso alla tv.
La presidente ha fatto esplicito riferimento al recente annuncio del segretario alla Difesa britannico, Michel Fallon, che ha riferito in parlamento del progetto di spendere 180 milioni di sterline (circa 260 milioni di dollari) nell’arco di dieci anni per migliorare il sistema di difesa ed altre installazioni nelle isole dell’Atlantico del Sud, occupate da Londra nel 1833 e ancora oggetto di un forte contenzioso.
Nel 1982 la giunta militare di estrema destra che allora governava l’Argentina decise di riprendersi con la forza le isole scatenando la reazione dell’allora primo ministro britannico Margaret Thatcher che inviò in risposta 27.000 soldati e numerose navi da guerra; cominciata il 2 aprile, la guerra si concluse il 14 giugno successivo con la vittoria britannica e un bilancio complessivo di 900 morti: 255 tra le truppe di Sua Maestà e 649 soldati argentini.
A distanza di anni il conflitto sulle isole ha ripreso forza a causa della decisione britannica di rafforzare il proprio controllo su un arcipelago nei cui mari si celano importanti giacimenti di petrolio. A breve, si è saputo, sono attesi nell’arcipelago due elicotteri da trasporto e apparecchiature per le comunicazioni. Nel frattempo Sam Moody, amministratore delegato della società petrolifera inglese Rockhopper, ha presentato un programma di esplorazione dei mari delle Malvinas che potrebbe partire entro il 2020, per un investimento iniziale di quasi 2 miliardi di dollari. Gli analisti militari sostengono però che le Malvinas siano a rischio perché la Royal Navy si troverebbe sprovvista di una portaerei, in grado di trasportare i jet a decollo verticale Harrier e una task force in grado di contrastare un eventuale attacco di Buenos Aires come avvenne nel 1982.
Ad alimentare i timori britannici anche la notizia che l’Argentina ha acquistato dalla Russia 12 caccia-bombardieri Sukhoi Su-24, piuttosto antiquati ma considerati ancora temibili nelle operazioni di attacco al suolo e antinave. Il distaccamento abituale delle forze armate britanniche di stanza alle Malvinas é formato da 1.200 soldati, una squadriglia di elicotteri Sea King ed 4 caccia-bombardieri Eurofighter.
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