Teoricamente il vice premier Dmitry Rogozin sul territorio norvegese non avrebbe potuto mettere piede, colpito com’è dalle sanzioni varate anche dal governo di Oslo contro alcuni leader politici di Mosca oltre che contro numerose aziende pubbliche e private. Infatti la Norvegia, che fa parte dell’Alleanza Atlantica, ha adottato le sanzioni decise da Bruxelles, anche se Oslo non fa parte dell’Unione Europea. E il nome di Rogozin appare nella lista nera stilata da numerosi paesi per punire il governo russo dopo la reazione di Mosca al golpe filoccidentale andato in scena a Kiev all’inizio dello scorso anno con il sostegno attivo di Washington e Ue. Sanzioni scattate in particolare dopo l’annessione della penisola di Crimea da parte della Russia alle quali si è accompagnata una rapida militarizzazione delle regioni orientali e settentrionali di frontiera dello spazio europeo, paesi scandinavi compresi. Che hanno accentuato la propria inimicizia nei confronti di Mosca accettando non solo le sanzioni contro il vicino ma chiedendo e ottenendo anche una maggiore presenza militare statunitense e della Nato nei propri mari, nei propri cieli e nel proprio territorio. Proprio in funzione antirussa i paesi scandinavi hanno deciso pochi giorni fa di aumentare la cooperazione militare tra di loro. In questo clima già incandescente la Nato sta accelerando le pressioni su Svezia e Finlandia, paese tradizionalmente neutrali nel corso della guerra fredda, affinché invece entrino a far parte dell’Alleanza Atlantica con la quale già ora esiste una certa collaborazione.
La tensione, già alta, è schizzata alle stelle nel corso del fine settimana, quanto l’assai ingombrante e poco gradito ospite russo è approdato alle Isole Svalbard, territorio norvegese nel Mare Glaciale Artico, documentando e ostentando ampiamente la sua inattesa visita sul suo profilo twitter.
Il che ha fatto scoppiare un vero e proprio scandalo. Questa mattina l’ambasciatore russo Vyacheslav Pavlovsky è stato convocato dal Ministero degli Esteri norvegese proprio a proposito del viaggio alle Svalbard di Rogozin. In realtà l’arcipelago è sì controllato da Oslo, ma gode di uno speciale status internazionale che oltre a renderle neutrali dal punto di vista militare – sulle isole non vi è la presenza armata di nessuno stato – possono essere visitate dai cittadini russi senza necessità del visto. Circostanza che deve aver convinto Rogozin a scegliere proprio le Svalbard per mettere in atto la sua provocazione.
Tuttavia, fanno notare i fautori delle sanzioni in Norvegia e non solo, Rogozin è arrivato con un volo charter dalla Russia ed è passato attraverso il controllo passaporti, dove gli addetti avrebbero dovuto bloccare il suo ingresso. E invece il vice premier della Federazione Russa è passato senza alcun problema. Il Ministero degli Esteri norvegese ha richiesto una spiegazione russa, specificando che avevano già spiegato a Mosca di non voler vedere in Norvegia “gente dalla lista nera”. La replica di Rogozin è stata: “dopo una rissa i pugni non si sventolano” e poi scherzando ha accusato i norvegesi di essere “gelosi perchè ci siamo fatti il bagno al Polo Nord”.
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