Il nuovo polo islamico creato a passo di carica dalle petromonarchie, o ‘Nato araba’ come ormai cominciano a chiamarla analisti di diversi paesi, avrà presto anche una sua polizia ‘regionale’. Il quartier generale dell’Interpol dei Paesi del Golfo sorgerà ad Abu Dhabi: il consiglio dei ministri degli Emirati Arabi Uniti (Eau) ha approvato la richiesta, muovendo un ulteriore passo verso la concretizzazione di una forza di polizia integrata tra i sei paesi della regione.
L’annuncio della creazione di una forza regionale di polizia era emersa dicembre scorso a Doha, in Qatar, durante il vertice delle sei petromonarchie aderenti al Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg) ed impegnate ormai da un mese in un massiccio intervento militare contro i ribelli nello Yemen.
“Prevenire il terrorismo é decisamente meglio che provare a contenerne gli effetti una volta che si é diffuso” aveva affermato l’emiro qatariota Tamim Bin Hamad Al Thani, offrendo così una copertura ‘antiterroristica’ al nuovo progetto di integrazione del nuovo polo.
Al vertice erano state inoltre avanzate le proposte di una forza navale congiunta di stanza in Bahrein – che già ospita la V flotta degli Usa – e di un comando militare unificato i cui dettagli erano rimasti più vaghi. Entrambe le proposte sembrano tuttavia ancora essere in via di elaborazione e definizione. Il blocco del Consiglio di Cooperazione del Golfo – Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Bahrein, Eau ed Oman – avevano già dato vita ad una forza militare congiunta, denominata lo “Scudo della Penisola”, un’entità rimasta prevalentemente inattiva fino a quando nel 2011 su richiesta del regime del Bahrein, intervenne (parzialmente, con l’invio di truppe e poliziotti da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti) per reprimere la sollevazione popolare che chiedeva maggiore democrazia e la fine della monarchia feudale.
“Lo stretto coordinamento dei Paesi del Ccg é oggi diventato una necessità” ha chiosato lo sceicco Mohammad bin Rashid Al Maktoum, primo ministro degli Eau, al termine della seduta in cui é stata approvata la sede del nuovo corpo di polizia, aggiungendo che “ogni singola leadership vuole garantire risposte alle esigenze della vita quotidiana e alla sicurezza di tutti i residenti della regione”. “Negli Emirati si gode già di questa sicurezza – ha concluso lo sceicco di Dubai – ed é per questo che la forza di polizia del Golfo avrà la sua sede qui.” Il Ccg, nato nel 1981, ha da allora inseguito un percorso di integrazione politica, economica, monetaria, militare, ancora incompiuta ma che negli ultimi anni ha decisamente accelerato. Se da una parte le petromonarchie hanno offerto ampio sostegno e copertura all’esplosione del fondamentalismo islamico in tutto il Medio Oriente come strumento egemonico, di penetrazione e destabilizzazione di regimi avversari, dall’altra il potenziamento bellico dei paesi del Ccg, la partecipazione attiva nei raid aerei dalla Libia allo Yemen danno ora uno spessore inedito alle capacità e al ruolo militare regionale che potrebbe tradursi nella spinta definita necessaria per l’effettiva integrazione delle varie forze di sicurezza.
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