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Baltimora in rivolta come Ferguson

Il primo presidente nero non è servito a far capire ai poliziotti statunitensi che era ora di mettere il Ku Klux Klan nel museo, e hanno continuato a uccidere neri come e forse più di prima. Ma i neri hanno preso maggiore consapevolezza di avere dei diritti, e reagiscono alle uccisioni con più sistematicità di prima.

L’uccisione di Freddie Gray a Baltimora, morto dopo l’arresto, con la spina dorsale spezzata. Pur con le scuse del capo della polizia “per non aver chiamato i medici in tempo”, ha fatto saltare gli equilibri sociali di una tranquilla cittadina della costa atlantica, trasformandola in una nuova Ferguson.

Ieri era il giorno del funerale di Freddie, ma subito dopo le preghiere migliaia di persone – non solo di colore – hanno dato vita a una protesta durissima, che l’intervento della polizia ha contribuito soltanto ad esasperare. Auto civili e mezzi della polizia dati alle fiamme, fuoco appiccato ai negozi, vetrine spaccate, un enorme incendio appiccato a un edificio in costruzione, più di un centro commerciale preso d’assalto e saccheggiato. E un fittissimo lancio di pietre e bottiglie contro la polizia, che ha portato al ferimento di almeno una ventina di agenti.

Non è la prima volta che Baltimora accende il fuoco della rivolta, ma il precedente più recente risale aii moti del ’68 quando, in seguito all’assassinio a Memphis di Martin Luther King, a Baltimora si registrarono le proteste più violente, e la città per ben otto giorni fu trasformata in un vero e proprio campo di battaglia.

Barack Obama ha ricevuto nello Studio Ovale la neo ministra della giustizia Loretta Lynch, la prima afroamericana a ricoprire questa carica. E ha chiamato il sindaco di Baltimora Stephanie Rawlings-Blake, anch’essa afroamericana. Ma non è il colore della pelle che conta, quandi si ricopre una carica importante. E’ stata infatti proprio la sindachessa ad annunciare il coprifuoco dalle 10 di sera alle 5 del mattino, per una settimana intera. E a garantire il potere – quello delle multinazionali, decisamente a maggioranza bianca – che “Riporteremo l’ordine. Ci sono criminali in azione che vogliono distruggere la nostra città”.

Il governatore del Maryland (lo stato di cui Baltimora è capitale), Larry Hogan, ha decretato lo stato di emergenza e annunciato l’arrivo di 5.000 paramilitari della Guardia nazionale. Una situazione quasi da legge marziale.

Perché qualsiasi sia il colore o il sesso di chi siede alla Casa Bianca, negli Stati Uniti chi “sta sotto” è condannato dal potere a restarci o morire.

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