“L’Argentina non può non rispettare sentenze” e dunque “deve pagare” il debito dei cosiddetti “fondi avvoltoio”: è il messaggio lanciato in campagna elettorale da Gabriela Michetti, candidata alla vice-presidenza della Repubblica per Propuesta Republicana (Pro), l’alleanza conservatrice che punta tutto su Mauricio Macri, governatore della città autonoma di Buenos Aires e leader dell’opposizione con maggiori possibilità di vittoria alle elezioni di ottobre che potrebbero sancire la fine dell’epoca kirchnerista caratterizzata da una sostanziale indipendenza dal ‘Washington consensus’.
Michetti si riferiva infatti alla sentenza del giudice statunitense Thomas Griesa che obbliga l’Argentina a pagare i portatori dei buoni dello Stato dichiarati in default durante la crisi economica del 2001. I titoli di credito sono ora in mano a fondi di investimento chiamati “buitre” (“avvoltoio”) per il loro modus operandi di acquistare titoli a forte rischio di mora per poi gestire enormi operazioni speculative.
Il governo di Cristina Fernández sta conducendo da tempo una battaglia legale contro la sentenza e non è intenzionato a pagare né l’imponibile né gli interessi, elevatissimi. Il pagamento infatti getterebbe l’economia del paese, che si è parzialmente ripresa dopo i duri anni della crisi provocata dall’intervento del Fondo Monetario Internazionale.
La dichiarazione di Michetti conferma quanto lo stesso Macri, imprenditore di orientamento neo-liberista, aveva affermato l’anno scorso: “Se dobbiamo pagare in contanti, occorrerà pagare in contanti. Se regolarizziamo questo tipo di situazioni, generiamo fiducia, e questi numeri risulteranno insignificanti”.
Ma a causa della scadenza di clausole e dell’inclusione di altri fondi di investimento alla categoria che la sentenza favorisce, l’ammontare del debito è oggi triplicato rispetto a un anno fa, e si aggira sull’incredibile cifra di 5000 miliardi di dollari. Potrebbe però addirittura aumentare fino a 22.000 miliardi di dollari se il giudice includesse tra chi potrà avvalersi della sentenza il 7,6 % dei creditori che non erano entrati nel piano di rifinanziamento del debito. Come riferimento, basti pensare che le riserve della Banca centrale argentina sono pari a 33.000 miliardi.
Michetti ha rivisto in parte le parole del suo leader, dicendo che è d’accordo sulla necessità “di discutere il problema dei fondi avvoltoio a livello internazionale”. “Contro questo che è il problema principale del capitalismo internazionale – ha aggiunto la candidata – l’Argentina dev’essere una dei paladini del mondo e associarsi alla Francia e alla stessa Germania, che sono i paesi che possono essere dalla nostra parte nella battaglia contro questi fondi”. Una dichiarazione politica, questa, che costituisce però anche una “strizzata d’occhi” a governo e investitori statunitensi con i quali la destra liberista argentina mira a riconciliare l’Argentina.
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