Un ragazzo di 17 anni è stato condannato a 11 mesi di carcere per aver offeso il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il tribunale di Konya, località nota per il suo estremo conservatorismo, lo ha ritenuto colpevole di “oltraggio del capo di stato”. La pena è stata ridotta da tre anni a nove mesi grazie al “buon comportamento dell’imputato durante il processo”, scrive l’agenzia stampa turca Dogan.
Nel dicembre 2014, l’allora 16enne Mehmet aveva preso la parola nel corso di un dibattito pubblico accusando Erdogan e il partito Akp di corruzione. Pochi giorni dopo è stato prelevato dalla sua classe a scuola e rinchiuso in carcere.
A marzo un altro studente, Aykutalp Avsar, è stato condannato a 14 mesi di prigione per aver definito un “dittatore” il presidente Erdogan. Diverse centinaia di persone sono state fermate e denunciate negli ultimi tre anni in Turchia per avere espresso le loro opinioni sul capo di stato su Twitter.
Intanto il premier turco, Ahmet Davutoglu, è stato rieletto trionfalmente alla guida del Partito Giustizia e Sviluppo ed ha promesso ai suoi sostenitori di riconquistare la maggioranza assoluta alle legislative anticipate del 1 novembre, convocate dopo che l’Akp ha perso dopo 12 anni la maggioranza in parlamento alle elezioni del 7 giugno scorso.
“Il futuro della Turchia nei prossimi dieci o venti anni sarà garantito se, se Dio vuole, un nuovo governo sarà formato sulle fondamenta delle idee dell’Akp”, ha detto Davutoglu davanti a migliaia di militanti del partito della destra islamista turca. “Per combattere il terrorismo e far fronte alle sfide economiche è necessario un governo monopartitico”.
Il presidente Erdogan non ha partecipato al congresso dell’Akp, ma in prima fila sedevano entrambe le sue figlie, Esra e Sumeyye, la cui presenza politica assume sempre maggiore rilevanza.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa