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“Syriza deve liberarsi dal suo europeismo infantile”

Intervistata da Flor Ragucci su una rivista digitale catalana (www.revistarambla.com/v1/sociedad/entrevistas/3012) Corina Vasilopoulou, deputata regionale di Syriza e portavoce del partito nella regione dell’Attica – la più popolata della Grecia visto che comprende Atene – non riesce ad occultare lo sconcerto provocato dalla firma del Terzo Memorandum da parte del governo Tsipras nonostante quel 61% di greci che al referendum del 5 luglio avevano votato contro la capitolazione nei confronti della Troika.
“Penso – spiega Corina Vasilopoulou – che Syriza ha commesso molti errori e anche avrebbe dovuto adottare misure più drastiche per evitare di ritrovarci senza liquidità. Avrei preferito che Syriza non avesse firmato, spiegando alla gente che eravamo sotto ricatto. Sarebbe stato meglio consultare il popolo con una formula chiara, non come quella usata nel referendum. Per me, così come per la maggioranza del popolo di Syriza, è stato un colpo forte, un colpo che non ci aspettavamo. Non so, forse eravamo troppo ingenui e ottimisti ma la firma ci ha portato quasi alla depressione. Continuo ad appoggiare il partito ma da un punto di visto più critico aspettando che rispetti le promesse di alleviare le conseguenze del memorandum”.
Aggiunge la dirigente regionale di Syriza: “Il partito ha avuto una proroga (…) L’entusiasmo di gennaio è sparito e adesso la gente vuole vedere risultati concreti per migliorare la propria vita”.
All’intervistatore che le chiede come quanto accaduto in Grecia influisca sull’evoluzione della politica nello Stato Spagnolo e in particolare sulle chance di vittoria di Podemos la dirigente politica risponde: “Non so se Podemos viene pregiudicata da quanto accaduto a Syriza o se in realtà (la sua crisi, ndr) non sia il risultato dei suoi problemi specifici, come le lotte intestine o il fatto di non basarsi su principi chiari. Probabilmente è un insieme delle due cose. Comunque io gli direi di non optare per una moderazione visto che se fossi spagnola e volessi votare un partito moderato sceglierei il Psoe (socialisti, ndr). Podemos deve tornare alla sue radice e prendere a modello quello che stanno facendo i nuovi governi di sinistra come quello di Ada Colau a Barcellona o di Manuela Carmena a Madrid”.
A proposito della possibilità concreta di ridurre gli effetti dell’austerity sulla popolazione Corina Vasilopoulou risponde: “La vita quotidiana sarà ancora più dura perché la gente dovrà continuare a pagare delle tasse che Syriza aveva promesso di annullare, la disoccupazione non è calata, il salario di base non è aumentato e si continua a smantellare il contratto nazionale. Io voglio che Syriza protegga le case della gente, che non si pieghi alle esigenze dei creditori che pretendono che la gente venga cacciata di casa se non può pagare. Voglio che faccia qualcosa per la sanità, che è un disastro, e affinché la gente in inverno possa scaldarsi perché ancora il governo non ha eliminato la tassa speciale introdotta tre anni fa che equipara il prezzo del gasolio da riscaldamento con quello della benzina. In generale voglio che Syriza faccia di tutto per proteggere i più deboli e che se serve cambi il suo giudizio sull’Unione Europea. Non dico che debba perseguire l’uscita dall’Unione ma anche almeno abbandoni questo suo europeismo infantile, perché occorre essere coscienti che l’Europa dei popoli non esiste. Non vedo purtroppo alcun possibile cambiamento politico in Europa e quindi un partito di sinistra quale è Syriza dovrà chiedersi seriamente cosa fare in un continente neoliberista”.
Parole di buon senso, quelle della deputata regionale dell’Attica, alla quale però non sembra corrispondere nel suo partito alcun serio dibattito o revisione della fallimentare linea politica fin qui adottata dal gruppo dirigente. Anzi, a ben vedere negli ultimi giorni il gruppo dirigente di Syriza sta portando il partito su posizioni ancora più compatibiliste e moderate. 
Lo deve riconoscere anche un fan sperticato di Alexis Tsipras come Teodoro Andreadis che nel suo ultimo articolo pubblicato da Il Manifesto è costretto a segnalare che il ministro dell’Economia di Atene ha escluso la Chiesa Ortodossa dalla stretta operata sul controllo dei capitali facendo un favore non da poco alle gerarchie ecclesiastiche alla quale il precedente governo aveva già concesso altri favoritismi. Per il Sinodo della Chiesa Ortodossa greca si tratta di una misura adottata per permettere la prosecuzione delle attività di assistenza ai poveri, come la distribuzione dei pasti ai senza tetto. Ma qualcuno ci ha visto un “risarcimento” del governo alle gerarchie dopo che qualche tempo fa la ministra aggiunta all’istruzione, Sia Ana­gno­sto­pou­lou, aveva annunciato lo snellimento della procedura richiesta affinché uno studente possa frequentare l’ora alternativa a quella di religione, dichiarazione che aveva mandato su tutte le furie i vertici della potenza organizzazione religiosa. Dopo la quale lo snellimento delle procedure è stato prontamente accantonato dall’esecutivo.
Che proprio nelle scorse ore è riuscito a farsi approvare da un parlamento normalizzato dopo le elezioni di settembre il primo capitolo delle pesanti misure di austerity imposte al paese dal Terzo Memorandum firmato a luglio dal presidente del consiglio. L’aula ha approvato le misure punitive con 154 voti a favore contro 300, un solo voto in meno rispetto alla maggioranza che sostiene Tsipras, formata da Syriza e dai Greci Indipendenti. Gli interventi sostenuti dalla maggioranza – stavolta tutte le opposizioni, anche quelle filo-troika che nei mesi scorsi avevano puntellato Tsipras, hanno votato contro – prevedono un giro di vite sulle tasse per la casa, l’addio ai prepensionamenti, l’aumento dell’età pensionabile a 67 e anche dell’importo dei contributi previdenziali, un rialzo delle tasse per agricoltori e allevatori, la liberalizzazione di alcune professioni e del mercato dell’energia elettrica. Inoltre chi è già andato in pensione sfruttando le regole in vigore fino ad ora dovrà pagare un’imposta speciale del 10 per cento dell’importo della sua pensione. Sempre per sottostare ai diktat dell’Ue e del Fmi, le nuove misure varate dalla sinistra che si è ridotta a gestire l’austerity promettendo una ‘riduzione del danno’ prevedono che la tassa sulla casa debba essere pagata anche dai possessori di immobili in stato fatiscente e quindi non abitabili, che finora erano invece esclusi.
Nelle prossime settimane, entro metà novembre, il Parlamento voterà un nuovo pacchetto di misure di austerità che dovrebbe includere altre misure esplicitamente in contrasto con le promesse elettorali di Syriza come quelle riguardanti le massicce privatizzazioni chieste da Bruxelles e Francoforte in cambio di un ulteriore prestito.

Intanto da alcuni giorni dal sito ufficiale del Parlamento greco è sparito ogni riferimento alla precedente Presidente dell’assemblea, Zoe Constantopoulou, colpevole di aver rotto con Tsipras dopo la sua capitolazione e di aver aderito a Unità Popolare, dopo aver cercato di intralciare e ritardare l’approvazione da parte dell’emiciclo delle prime misure lacrime e sangue approvate dall’esecutivo Syriza-Anel. In particolare dal sito istituzionale sono stati cancellati i rapporti pubblicati dalla Commissione per la Verità sul Debito Pubblico che nei mesi scorsi si era incaricata di studiare la composizione del debito di Atene dimostrando che gran parte di esso era illegale e che quindi non andava rimborsato svuotando le casse dello Stato e impedendo il finanziamento di irrimandabili interventi sociali.

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