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Merkel e Schauble. Nessuna pietà per la Grecia e per gli altri paesi della “periferia”

 

“Sulla Grecia e sull’euro ho vinto io. L’eurocrisi non e’ ancora finita, ma dalla crisi l’Ue uscira’ piu’ forte”, a condizione che il suo destino non sia affidato solo ”ai bassi tassi” ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine. Ma a dimensionare l’entusiasmo rivendicativo della cancelliera tedesca è arrivato il “fuoco amico” del ministro delle finanze Schauble. “Ci dovrà essere un altro programma di aiuti in Grecia” ha dichiarato Schaeuble nel corso di un evento elettorale, ribadendo comunque la posizione ufficiale del governo tedesco e della Merkel secondo cui non ci sarà un nuovo taglio sul debito greco. Alle porte non c’è ”un taglio dei debiti per la Grecia” e anzi si ”meraviglia” di ”quanto se ne parli in modo irresponsabileaveva affermato la Merkel lanciando un monito agli altri paesi Pigs. “Una simile decisione potrebbe causare insicurezze in altri parti dell’Europa”. In passato il ministro Schauble aveva già parlato della possibilità che i creditori internazionali dovessero prendere in considerazione un nuovo piano per Atene – alla scadenza di quello attuale prevista a fine 2014 – senza però descriverla come inevitabile, come invece sembra aver indicato oggi. Tradotto in soldoni, significa che la Grecia sarà sottoposta ancora alle terapie stress che l’hanno devastata socialmente e che gli altri paesi Pigs (Italia inclusa) non devono alimentare illusioni su un allentamento dei diktat tedeschi e della Troika. Un ragionamento che continua a macinare consensi elettorali alla Merkel e disastri per il resto dell’Europa. Soprattutto in quella periferica o, più sprezzantemente definita come quella dei Pigs. Ma anche un modello di egemonia che viene ormai sancito in tutte le istituzioni finanziarie internazionali.

La semantica ormai affianca la gerarchizzazione economica in Europa., a tal punto che un mese fa il consiglio dell’Fmi aveva approvato il rapporto annuale dello staff sull’area euro, che sembrava pronto per la pubblicazione; eppure, a causa di un passaggio la sua pubblicazione ha dovuto attendere ancora due giorni. Il motivo? Una disputa intorno alla domanda se fosse corretto definire certi paesi “periferia”, magari inserendovi anche l’Italia e la Spagna. Il rapporto del Fmi sull’area euro ha conclusa che ‘Italia, la Spagna e gli altri siano in effetti “periphery”. Il documento non lesina l’uso di un termine sprezzante appena un pizzico meno di Pigs, quando parla delle economie europee più colpite dalla recessione. In certi passaggi l’Fmi arriva a formalizzare persino la sua definizione, in qualche modo definendo i nuovi confini d’Europa nelle didascalie di alcuni grafici. Secondo il rapporto del Fmi, a pagina 5, “periferia” sono Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna. Invece “core”, cioè centro o nucleo duro dell’area euro, sono Austria, Francia, Germania, Olanda e Belgio. Più chiaro di così!!

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