E’ ancora presto per dire quale degli eroi di Guerre stellari avrà il sopravvento in Ucraina, dove oggi si vota per il rinnovo di circa 11mila consigli tra municipali e regionali. Alle cinque del pomeriggio l’affluenza alle urne si aggirava attorno al 36%. Ma, già nella mattinata, c’era chi si era divertito a stilare un piccolo elenco dei fatti più “significativi” che stanno caratterizzando il voto.
A Odessa, tanto per dirne una, un uomo è stato arrestato perché si è recato al seggio travestito da Chubacca, propagandando il voto per Darth Vader. Al seggio in cui votava il presidente Porošenko si è ricorsi alla smerigliatrice per aprire la cassaforte in cui erano custodite le schede elettorali: il presidente di seggio aveva perso la chiave. Nella regione di Sumi non c’erano sufficienti cabine ai seggi e in quella di Volinsk pochissime urne elettorali; a Vinnitsa le cabine non sono state proprio installate e si sta votando dietro tende o seduti sui davanzali delle finestre; in un seggio della regione di Černigorsk sono mancate le schede; in quella di Dnepropetrovsk un uomo è rimasto ucciso dall’esplosione di una bomba. Nella parte della regione di Lugansk controllata da Kiev hanno incendiato l’auto del presidente della commissione elettorale territoriale di Lisičansk e nella parte della regione di Donetsk occupata dai governativi un ordigno è esploso nel cortile di casa del segretario del Consiglio municipale. A Melitopol, due candidati hanno cercato di decidere direttamente al seggio il risultato: uno è finito all’ospedale e l’altro al commissariato. Una busta con soldi è stata rinvenuta in un seggio della regione di Nikolaev; un elettore di Lvov ha tentato di vendere il proprio voto al presidente del seggio. A Mariupol e Krasnoarmejsk pare che, alla fine, si sia deciso di rinviare e non annullare il voto: il “Blocco di opposizione” ha accusato il governo di aperto sabotaggio delle elezioni ed ha accusato la Commissione elettorale centrale di non aver di proposito fatto stampare le schede, col pretesto che non avrebbe trovato un’alternativa pubblica a quella di farle stampare nella tipografia privata del magnate Rinat Akhmetov, che una volta sta con il Donbass e due volte sta con Kiev. Pare in realtà che già negli ultimi giorni della campagna elettorale, nelle zone del Donbass controllate dal regime golpista – in cui rientrano Mariupol e Krasnoarmejsk – si fossero chiaramente manifestati segnali di simpatia per le Repubbliche popolari e il “Blocco di opposizione” fosse abbastanza sicuro della vittoria. A Zaporože si sono dovuti ristampare in fretta e furia oltre 600mila schede. A Kharkov il presidente della Commissione elettorale ha smarrito i timbri. Sconosciuti sono penetrati nell’abitazione del candidato sindaco di Čerkass: tanto per dirgli cosa avrebbe dovuto fare.
In generale, secondo la Commissione elettorale centrale, violazioni più o meno gravi delle norme elettorali si sono registrate in tutte le regioni; il 20% dei seggi è stato aperto in ritardo e 237 non sono stati proprio aperti. Le elezioni non si tengono affatto nelle zone del Donbass sotto controllo ucraino in cui sono in corso le operazioni militari e che comprendono 125 comuni della regione di Donetsk e 146 di quella di Lugansk.
Secondo il primo ministro Arsenij Jatsenjuk, che tutti danno come prima vittima dei risultati elettorali, qualunque essi siano, il problema principale del voto è quello di un corretto conteggio delle schede: la sintesi esatta del reale significato di queste amministrative e della loro “democraticità europeista”. Il Comitato nazionale degli elettori registra quali punti più “caldi” per le violazioni delle norme sul voto le aree di Dnepropetrovsk, Kharkov, Kherson, Rovno; ma infrazioni si sono verificate, come già detto, anche a Čerkass, Ternopol, Novomoskovsk, Lisičansk, Odessa, Luts, Kiev, Vinnitsa: tutte o quasi zone di più probabile opposizione al regime.
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