AGGIORNAMENTO, DOMENICA 14 NOVEMBRE
Oggi, nonostante le stragi e gli attentati di ieri notte, e’ stato deciso che a Parigi si terrà la terza fase dei colloqui sulla situazione in Siria dopo la conclusione di quelli di Vienna. Ad annunciarlo e’ stata Federica Mogherini, alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’Unione Europea. “È cominciato il processo per porre fine alla crisi”, ha dichiarato Mogherini. “L’Unione farà la propria parte a sostegno delle Nazioni Unite per attuare le decisione adottate», alle quali «contribuirà”.
Alle ore 17.38 le agenzie fanno circolare una sibillina dichiarazione proveniente dalle massime autorita’ statunitensi: “Niente lascia supporre che non sia stato l’Isis a sferrare gli attacchi di Parigi” ha detto il segretario di stato Usa, John Kerry, soprattutto in presenza di una circostanziata rivendicazione da parte dell’Isis.
Il passaporto ritrovato accanto ad uno degli attentatori di Parigi è stato identificato come appartenente ad un rifugiato siriano registrato a Lero (Grecia) il 3 ottobre. Lo ha confermato il vice ministro dell’Interno greco Nikolaos Toskas, secondo quanto riporta la tv greca Antenna news. “Il titolare del passaporto era passato da Lero il 3 ottobre, dove è stato identificato sulla base delle norme europee”, ha detto Toskas. Inizialmente si era detto che l’idetificazione era avvenuta nell’isola greca di Lesbo. Resta poi da chiarire comme abbia fatto un passaporto a rimanere integro se il suo possessore si e’ fatto saltare in aria.
il bilancio provvisorio delle vittime è al momento di 128 morti e 352 feriti, un centinaio de quali molto gravo.
La cronaca di ieri a Parigi
La Francia di nuovo sotto attacco, come alcuni mesi fa, ma su una scala decisamente più grande. Ancora prima della rivendicazione dell’Isis, per bocca di uno degli attentatori, ferito e catturato, era chiarissimo che si trattasse di un vero atto di guerra che segna una tappa in un percorso di guerra. Non sembra infatti difficile mettere in fila l’attentato all’aereo russo in Egitto, i kamikaze a Beirut e questa serata parigina.
Gli elementi rilevanti: si tratta di attacchi a obiettivi qualsiasi (ristorati, teatro, stadio), che chiamano in causa tutta la popolazione, a prescindere dalle convinzioni politiche, dalle religioni professate, dalle professioni svolte. A casaccio.
La dinamica, la logica e le tecniche della guerra vengono portate direttamente nel cuore della metropoli, rompendo – vedremo presto in quale misura – l’illusione che si possa prima o poi tornare alla “normalità” senza dover passare attraverso prove mai sperimentate prima. Noi, popoli e sfruttati dell’Occidente capitalistico, dobbiamo decidere se accettare ancora passivamente di essere portati come bestie al macello dalla strategia folle adottata nell’ultimo quarto di secolo dai “nostri” governanti, che hanno portato guerra dovunque, distruggendo Stati, paesi, civiltà, fino al punto da scatenare una reazione uguale e contraria – altrettanto bestiale e guerrafondaia – che arriva nelle nostre stesse città. Questa non è una conseguenza della pessima o mancata integrazione, non è uno scontro di civiltà con chi non concepisce “la libertà di espressione”; questa è la frustata di ritorno di quanto l’Occidente capitalistico ha fatto dall’1989 in poi, quando “il nemico” comunista è scomparso e la tenuta stessa del sistema ha richiesto ne fosse trovato un altro, anche se solo “di comodo”.
L’illusione che la guerra portata altrove fosse solo un videogame da guardare in televisione, asettico, dove un aereo inquadra il bersaglio, sgancia il suo missile e torna via; una dinamica in cui noi non c’entriamo nulla e possiamo restare a guardare tranquilli, seduti in poltrona. Tutto questo è finito.
Di certo, nessuno potrà più delegare tutto ai governi, sorprendendosi poi di dover pagare il prezzo di decisioni cui non ha contribuito. Fin qui, infatti, la guerra avveniva altrove, ma condotta dai “nostri”. Oggi ci torna indietro. La “terapia del linguaggio” usata finora, la demonizzazione del nemico per considerarlo un “marziano” cattivo e senza motivazioni logiche, a questo punto non coglie più la realtà delle guerra globale. La “vita normale” cui siamo abituati non esisterà probabilmente più. Prima ce ne rendiamo conto, meglio è. Si tratta di una guerra che non finirà mai fin quando resterà al comando questa classe dirigente, che fa la guerra “fuori” (esponendoci come vittime della vendetta altrui), mentre fa la guerra a noi, peggiorando le condizioni di vita della popolazione ed eliminando le conquiste sociali e democratiche di una storia più che secolare.
Tutto quel che segue, per il momento, è di fonte mainstream (agenzia Ansa, ecc).
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Ore 06. 15. Un canale internet in francese, Site, considerato la voce ufficiale dell’Isis in questa lingua, rivendica gli attacchi. “La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa”. E monaccia ora “tocca a Roma, Londra e Washington”.
Fonti della polizia tirano un bilancio che sembra quasi definitivo: 158 morti, più decine di feriti in gravissime condizioni ricoverati negli ospedali.
Ore 6.00. Al Bataclan, dove c’erano circa 1.500 persone ed era in corso un concerto heavy metal della band “Eagles of Death Metal”, le vittime sarebbero circa 118. Dopo l’assalto delle teste di cuoio: almeno tre terroristi sono stati uccisi, mentre alcune alcune fonti parlano di quattro. Uno sarebbe rimasto vivo, ferito, e avrebbe confermato di essere dell’Isis (Daesh, in arabo).
Le cinque linee della metropolitana che attraversano 10 e 11 arrondissement, i due più colpiti dagli attacchi, sono state chiuse. Così come la circolazione degli autobus. Nella città, sono stati mobilitati 1.500 militari.
La gente viene invitata a rimanere in casa, sono state chiuse le scuole, alemno per oggi.
Ore 00.50 L’assalto delle teste di cuoio al Bataclan si è concluso. Uccisi due o tre dei sequestratori. Incalcolabile al momento il numero degli ostaggi uccisi.
Ore 00.44 Gli attacchi sarebbero in tutto sette. Ognuno di essi sarebbe stato di portata sufficiente a creare il clima dell’attacco di gennaio, a Charlie Hebdo e al negozio kosher.
Ore 00.24 La polizia sta cercando di entrare al teatro Bataclan.
Ore 00.20. Allo stadio avrebbero agito due kamikaze, mentre una terza bomba sarebbe stata lanciata tra la folla (non si sa se da uno dei due kamikaze oppure da un terzo).
Ore 00.05. La Cnn riferisce che nel teatro Bataclan i jihadisti starebbero eliminando gli ostaggi uno alla volta. La sparatoria all’interno sarebbe durata addirittura dieci minuti.
Ore 24. Il presidente Hollande è apparso in televisione, pronunciando poche frasi, molto preoccupate, che hanno dato l’impressione di una profonda insicurezza. Intanto su identità degli attaccanti e numero delle azioni in corso. Poteri speciali alla polizia, stato d’emergenza e chiusura delle frontiere. Misure che non hanno precedenti nella storia francese, dalla fine della guerra d’Algeria.
Ore 23.35. Una nuova sparatoria è in corso nella zona di Les Halles. Se confermata, sarebbe dunque la quarta.
ore 23.30. Sembra che le teste di cuoi francesi si stiano preparando ad attaccare la sala Bataclan.
Ore 23. Un quinto attacco è avvenuto in un ristorante nei pressi dello stadio. Qui ci sarebbero moltissimi morti.
Diverse sparatorie sono avvenute a Parigi con un bilancio al momento di 40 morti solo allo stadio dove era in corso la partita amichevole con la nazionale tedesca. Sugli spalti sono state lanciate almeno tre granate.
Circa 100 persone prese in ostaggio da almeno tra jihadisti all’interno di una sala concerti, il Bataclan, dov’è scoppiata una delle sparatorie nel centro di Parigi.
prima in un ristorante nel X arrondissement, poi in una sala da concerti nell’XI arrondissement, poi ancora, a quanto sembra, in un bar dell’XI arrondissement. Contemporaneamente, giunge notizia di almeno tre esplosioni nei dintorni dello Stade de France di Saint-Denis, dove è in corso l’amichevole Francia-Germania. Il presidente Francois Hollande è stato fatto allontanare. Sui luoghi delle sparatorie, diversi corpi di vittime sono distesi al suolo. Di certo almeno un’esplosione è avvenuta all’interno dello stadio, uccidendo molti spettatori. La partita è stata ovviamente interrotta e parte del pubblco si è riversata nel prato.
Dopo essere stato fatto allontanare per motivi di sicurezza dallo stade de France, nella banlieue di Parigi, il presidente Francois Hollande si sta recando al ministero dell’Interno per una riunione di emergenza dopo le sparatorie contemporanee nel cuore di Parigi. Alla riunione parteciperà anche il ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve. Lo riportano media francesi
Uno degli attentatori è stato ucciso ma non se ne conosce ancora l’identità. Secondo alcune testimonianze tutte le azioni sono avvenute al grido di “Allah u akbar”.
LE SPARATORIE – Parigi teatro di una serie serie di sparatorie. Una sparatoria a colpi di kalashnikov a causato la morte di diverse persone in un ristorante del decimo arrondissement della capitale francese. Almeno sette le persone che sono rimaste ferite, aggiunge l’emittente. Una seconda sparatoria è avvenuta stasera a Parigi: al Bataclan, una nota sala di concerti nell’XI arrondissement, non lontano dalla sede di Charlie Hebdo. Secondo testimonianze riportate da radio e tv almeno 50 colpi sono stati sparati nei pressi del teatro. Una terza sparatoria ha avuto luogo sulla rue de Charonne, nell’XI arrondissement di Parigi. Dodici persone sono a terra: è quanto riferisce I-Télé parlando di vittime. Esplosioni sono state udite attorno allo Stade de France, alla periferia di Parigi, dove era in corso l’amichevole Francia-Germania. Secondo le prime notizie, il presidente Francois Hollande sarebbe stato evacuato dallo stadio per motivi di sicurezza
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