Il governo turco, messo alle strette dal massiccio intervento militare diretto di Mosca in Siria e dalla conseguente controffensiva delle forze armate di Damasco, coadiuvate direttamente dagli Hezbollah libanesi e dalle milizie sciite irachene, e indirettamente dai miliziani delle Ypg curde, ha ulteriormente alzato la tensione nell’area.
Alcune ore fa i media internazionali hanno battuto la notizia che centinaia di soldati turchi, accompagnati da decine di carri armati e blindati, hanno sconfinato in territorio iracheno invadendo la provincia di Mosul, sotto il controllo dello Stato Islamico da più di un anno.
Una conferma della notizia è poi arrivata dal primo ministro iracheno, Haider al-Abadi, che ha chiesto ad Ankara di richiamare immediatamente il suo contingente inviato nella provincia di Ninive ed ha scritto in un tweet: “La presenza non autorizzata di truppe turche nella provincia di Mosul è una grave violazione della sovranità irachena”.
Il governo di Ankara si difende affermando che le sue truppe sono entrate in territorio iracheno su esplicito invito del governo autonomo regionale del Kurdistan guidato da Massud Barzani, allo scopo di addestrare i peshmerga e alcune milizie sunnite agli ordini dell’esecutivo locale che ha sempre mantenuto ottime relazioni con la Turchia, alla quale vende il proprio petrolio senza passare per Baghdad. Anche ora che l’esercito e la polizia di Erdogan massacrano i guerriglieri del Pkk e hanno causato la morte di decine di manifestanti curdi in diverse località assediate e bombardate dai militari.
Secondo il quotidiano turco Hurriyet l’accordo tra il governo regionale curdo iracheno e quello di Ankara sarebbe stato raggiunto circa un mese fa, mentre secondo Al Jazeera sarebbe stato il governatore di Mosul – leader del Fronte di Mobilitazione Nazionale, formato da ex poliziotti e da volontari sunniti insediati nei sobborghi dell’importante città occupata da Daesh – ad invitare le truppe turche senza alcuna autorizzazione da parte delle autorità centrali di Baghdad. Secondo le notizie finora diffuse le truppe turche si sarebbero insediate a Bashiqa, dove starebbero realizzando una propria base permanente a una trentina chilometri a nord di Mosul.
Il generale Nureddin Herki, comandante dei peshmerga curdi nell’area, ha detto che il movimento di truppe rappresenta un avvicendamento di routine nel programma di addestramento, accompagnato da una forza di protezione che è già tornata in Turchia. “In precedenza alcuni militari turchi erano arrivati per addestrare le forze del Hashad al-Watani nella base di Zilkan” ha detto Herki in una nota, in riferimento ai volontari anti-Isis. “Un altro gruppo è arrivato al campo per sostituire il gruppo precedente e la missione del contingente arrivato con loro era solo di proteggere gli addestratori e riportare l’altro gruppo in Turchia”. Herki ha poi smentito le notizie secondo cui le forze turche si preparano a partecipare a una vasta operazione per la riconquista di Mosul dall’Isis. Ma i media turchi parlano di uno schieramento molto più importante di quello descritto da Herki. “La Turchia sta allestendo una base nella regione di Bashiqa di Mosul con 600 uomini” scrive il quotidiano Hurriyet in prima pagina.
Secondo la catena televisiva statunitense Cnn, che riprende fonti militari statunitensi, sarebbero addirittura 1200 i soldati di Ankara penetrati in profondità nel territorio iracheno coadiuvati da tank e artiglieria pesante.
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