E’ stata una vittoria del popolo contro la classe dominante e l’establishment dell’Unione Europea, dal momento che i danesi hanno manifestato il 3 dicembre 2015 un sonoro NO all’integrazione sovranazionale. Questo significa che la Danimarca non farà automaticamente parte dell’Europol sovranazionale e la legislazione sugli affari penali e civili rimarrà nelle mani del parlamento danese.
Il 53,1% dei votanti ha detto NO, il 46,9% ha detto SI. Ha partecipato il 72% degli elettori.
Per la terza volta i danesi hanno votato per un chiaro NO alla costruzione dell’Unione Europea. Hanno detto NO al trattato di Maastricht nel 1992, NO all’euro nel 2000 e NO al cambiamento dello status della Danimarca nel 2015.
“Il popolo ha votato contro la classe dirigente e la coalizione di partiti politici, i burocrati e i vertici dei sindacati che mano nella mano gli dicevano di votare SI” – dichiara Dorte Grenaa, presidentessa del Partito Comunista degli Operai di Danimarca (APK).
E conclude: “E’ stato un NO della classe operaia, dei larghi strati della popolazione danese. E’ stato un NO della gioventù. La giovane generazione dice NO all’UE, NO a più Unione Europea, NO al piano di instaurazione degli “Stati Uniti d’Europa”.
Il voto per il NO non è stato un voto di destra, ma un voto popolare. Anche questa volta il fattore decisivo del successo della campagna per il NO è stato l’ampio Movimento Popolare contro l’Unione Europea, che è rappresentato nell’europarlamento.
Ora l’élite politica danese si prepara a interpretare e distorcere il risultato. Ma un NO è un NO. E lo è stato per la terza volta.
Il popolo britannico sta per andare a breve un referendum sulla permanenza in nuovi termini nell’Unione Europea o sull’uscita. Il referendum danese avrà un’influenza sulla situazione e sulla resistenza contro il processo di “ancora più unione “ dell’UE.
4 dicembre 2015
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