La campagna elettorale del Venezuela per le elezioni legislative di Domenica 6 dicembre, si è conclusa dopo 21 giorni di raduni politici in diverse città, con grandi manifestazioni chaviste e raduni degli avversari della destra filo-Usa. La chiusura ha coinciso con l’arrivo di osservatori internazionali per unirsi alla missione di Unasur che monitorerà le elezioni.
Per il presidente venezuelano Nicolas Maduro, la campagna ufficiale si è conclusa in un raduno di massa nel centro di Caracas, coloratosi di rosso, il colore che identifica il chavismo. Un intero viale immenso (vedi foto) si è riempito di militanti e simpatizzanti chavisti. L’ opposizione di destra ha svolto un raduno con concerto nella parte orientale della città.
Maduro ha invitato i venezuelani a scegliere tra due modelli, quello chavista o quello “antipatriottico” e ha ribadito l’idea di andare in piazza “a marciare per miglia” e “combattere” nel caso in cui l’opposizione vincesse le elezioni parlamentari. Maduro ha sottolineato la necessità di combattere quella che ha definito “guerra economica”, tesa ad acutizzare la crisi di scarsità e penuria di beni che affliggono il paese e che, secondo il presidente, è causata dai suoi oppositori per generare malcontento pubblico.
Da parte sua, la MUD l’alleanza dell’ opposizione di destra, ha visto meno persone concentrate in una delle strade principali della capitale venezuelana, dove ha organizzato un concerto con artisti locali e dove è intervenuto il suo leader Jesus Torrealba.
La maratona della campagna elettorale, che si è conclusa a mezzanotte di Giovedi, si è svolta nelle principali città del paese in cui i candidati dei due blocchi estendevano sui territori il messaggio diffuso a Caracas. Il Consiglio nazionale elettorale del Venezuela (CNE) ha detto che tutto è pronto per le elezioni parlamentari con tutte le “garanzie” che stabilisce la Costituzione.
I paesi latinoamericani aderenti all’ALBA, hanno denunciato in una nota le lobby internazionali che, assecondando le potenze imperiali, puntano a non tener conto dei risultati elettorali e a promuovere la tesi della frode come una strategia per promuovere un intervento in Venezuela . “I paesi ALBA – TCP chiedono alla comunità internazionale di ripudiare la campagna di manipolazione e di destabilizzazione contro il governo bolivariano del Venezuela , di non intervenire negli affari interni o di situazioni che non hanno nulla a che fare con le elezioni e la vita politica del paese, in linea con i principi della Proclamazione dell’America Latina e dei Caraibi come una zona di pace”.
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