Menu

Venezuela. Dopo il 6 dicembre non c’è un chavismo sconfitto

Un commento sul dopo elezioni in Venezuela del ministro della cultura del governo chavista e in fondo i risultati elettorali definitivi.

L’identità politica del chavismo è intatta. Chiunque sia stato recentemente nei bassifondi lo sa. Con la guerra economica Trionfante, il chavismo ne ha verificato la sua forza. Ma resta irriducibile. Si può ancora parlare con la proprietà assoluta di una rivoluzione bolivariana, perché c’è un soggetto di quella rivoluzione. Dicono che queste siano domande di base, ma sono proprio quelle che devono essere prese in considerazione quando si fanno i bilanci.

Non ha vinto l’opposizione, ma la controrivoluzione. La caratterizzazione fatta da Maduro, è la chiave. La contro-rivoluzione è riuscita a imporre circostanziatamente, le regole del gioco. Ha l’iniziativa. Per raggiungere questo obiettivo, non solo è riuscita a guadagnarsi gli storici avversari di Chavez (incluso, per inciso, anche il legittimo desiderio di “cambiare” di una parte della sua base sociale, che non si identifica con le tendenze più fasciste), ma per la prima volta, ha mobilitato con successo una percentuale della base sociale del chavismo. Questa è forse il dato più enigmatico del momento politico attuale.

Quali sono le condizioni che hanno portato a questo fenomeno di disaffezione politica? Fino a che punto può essere attribuito alla guerra economica? Senza sottovalutare a tutti gli effetti di quest’ultima, la mia ipotesi è che questo fenomeno può anche essere inteso come una reazione di estrema disperazione, rispetto a quanto ritenuto corrispondente tra la pratica della direzione chavista (in funzioni di governo o responsabilità nel partito) e la cultura politica chavista.

Che si tratti di funzionari del governo o partito ciò deve portare ad una revisione approfondita nostre pratiche militanti. Verificare, ad esempio, quanto siamo riusciti ad assimilare la politica rivoluzionaria dovrebbe essere una politica comune. Non è un problema secondario: capire la politica chavista è per definizione una politica di pari peso per risolvere un problema concettuale fondamentale. Forse questa è la grande rivoluzione teorica del chavismo, il suo contributo alla nascita di una cultura politica di emancipazione adattata ai rigori, alle circostanze e alle sfide del XXI secolo. E tuttavia, non le prestiamo l’attenzione che merita.

Le persone sanno. Esse sanno bene che Chavez ha fatto epica. I poveri, gli invisibili diventando chavisti hanno fatto epica. Dopo Chavez è impossibile accontentarsi di poco o rassegnarsi ad una imitazione.

Rivedere le nostre pratiche militanti non significa rinuncia all’introspezione. Ma facciamo tutto quanto in nostro potere per non dedicarci solo ad elencare i difetti delle forze anti-chaviste, una classe politica, anche impresentabile, che si erige a vincitrice . Soprattutto perché non siamo abituati alla sconfitta elettorale. Siamo buoni perdenti, non importa se alcuni di loro si comportano come i peggiori vincitori. Noi non dobbiamo cadere nelle provocazioni: non è chiaro che lo scopo di queste è proprio quello di provocare i nostri errori politici?

Inoltre, rivedere le nostre pratiche militanti suppone un vantaggio strategico che è un compito che appartiene a tutto il chiavismo, anche se l’accento è posto sulla leadership. Fondamentalmente, è il caso di evitare, in ogni momento, di utilizzare il vecchio espediente della colpevolezza delle masse ingrate. Una leadership politica rivoluzionaria si assume la responsabilità, non distribuisce colpe. Rivedere le nostre pratiche è qualcosa che dobbiamo fare tutti, e non solo Maduro o questo o quel burocrate. In che misura abbiamo assimilato le lezioni storiche di profonda trasformazione culturale che ha significato l’insurrezione chavista? Come si esprime nel modo di fare politica? Abbiamo davvero capito che la rivoluzione è un lavoro collettivo, e non solo una delle tante questioni in sospeso tra il governo, il partito o il presidente?

L’identità del chavismo è intatta. Essa può essere trovata nei bassifondi, ma si è anche espressa elettoralmente con energia in questo straordinario 6 dicembre. Pur avendo molti contro, o proprio per questo, il chavismo ha combattuto ancora una volta, anche se lo sforzo che ha messo non è stato sufficiente. Però, che il mondo lo sappia bene, il chavismo è un soggetto combattente e continuerà a combattere, e incontrerà di nuovo la vittoria. Non c’è una chiavismo sconfitto, come è vero che si definisce chavismo”.

* Ministro della Cultura del Venezuela


qui di seguito i dati definitivi delle elezioni parlamentari in Venezuela:

 

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *