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Siria. Mosca e Ankara lavorano ad una tregua. Negoziati tra siriani in Kazachistan

I governi di Turchia e Russia hanno concordato un piano di cessate il fuoco per tutta la Siria. A riportarlo è oggi l'agenzia turca Anadolu, citando "fonti affidabili". Già ieri una fonte diplomatica aveva detto all'agenzia russa RIA Novosti che i militari di Russia e Turchia stavano negoziando con l'opposizione siriana ad Ankara le condizioni del cessate il fuoco da estendere da Aleppo Est a tutto il Paese. Secondo l'agenzia Anadolu, l'obiettivo è fare entrare in vigore il patto tra tutte le parti coinvolte nel conflitto – ma escludendo "le organizzazioni terroristiche" – entro la mezzanotte del 29 dicembre.Non è ancora chiaro quindi che cosa accadrà delle milizie jihadiste affiliate ad Al Qaida che si vanno concentrando nella città di Idlib.

Se la tregua reggerà, il governo siriano e l’opposizione anti-Assad potrebbero cominciare i negoziati ad Astana, la capitale del Kazakhstan, sotto la tutela di Turchia e Russia artefici dell'accordo. Resta ancora da capire quale sarà il ruolo dell’Iran, che nei giorni scorsi aveva partecipato alle trattative.

Il 20 dicembre a Mosca, si erano incontrati i ministri degli esteri di Russia, Turchia e Iran. Al termine del vertice era stato emesso un comunicato congiunto in cui è scritto che “Iran, Russia e Turchia sono pronti a facilitare la definizione di un accordo, già in corso di negoziazione, tra il governo siriano e l’opposizione. Ne saranno i garanti”. I ministri degli esteri dei tre paesi si sono impegnati a rilanciare il processo di pace ma anche a ”A espandere il cessate il fuoco, a sbloccare l’accesso agli aiuti umanitari, a rendere possibile il libero movimento dei civili”. La condizione ribadita da tutti e tre i paesi è il rispetto prima di tutto dell’integrità territoriale della Siria.

Gli ostacoli a una tregua sono al momento rappresentati da alcuni gruppi dell’opposizione anti-Assad e dagli jihadisti. L'offensiva militare è prevedibile che continuerà sulla “capitale” del Califfato, Raqqa e nelle altre zone della Siria dove sono insediati gruppi legati all'Isis e agli jihadisti. Il cessate il fuoco non significherà automaticamente la fine della guerra in Siria ma il tentativo della Russia con la Turchia di congelare la guerra in alcune zone strategiche.

A subire una severa sconfitta sul campo, è il polo islamico sunnita guidato dall'Arabia Saudita che pure aveva investito moltissimo sul rovesciamento violento di Assad in Siria e sul contenimento dell'influenza iraniana/sciita in Medio Oriente. Altrettanto ridimensionate da un eventuale statu quo in Siria sono le ingerenze di Stati e Francia soprattutto, che dopo aver esplicitamente sostenuto il rovesciamento di Assad – anche economicamente e militarmente – hanno dovuto recedere di fronte al fatto che i “boots on the ground” (soldati sul terreno) ce li hanno messi la Russia e l'Iran. L'accentuazione della propaganda contro la Russia da parte dei media occidentali sembra utile solo a coprire le proprie responsabilità per aver soffiato sul fuoco del conflitto in Siria e aver poi dovuto rinunciare alla partita. Inevitabile che a pagarne le conseguenze sia stata solo la popolazione civile. Ad Aleppo intanto è iniziato il rientro dei profughi che erano riusciti a scappare dalla città durante l'assedio e i bombardamenti.

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