L’ oligarchia imprenditoriale e finanziaria che raggiunge i vertici della politica mondiale. La fusione di due anime che le amministrazioni usano sempre più come viatico alla loro eleggibilità; ma i conti non sembrano tornare, la redistribuzione non si percepisce, la povertà avanza…
Al Forum Economico Globale di Davos Anthony Scaramucci traduce il messaggio di Trump all’élite globale.
Il finanziere, trasformato in consulente di Trump cerca di calmare i nervi e rasserenare gli animi al Forum Mondiale dell’ Economia; “Lui è una delle ultime, grandi speranze per il globalismo.”
Per “The Wall Street Journal” Charles Forelle e Dennis K. Berman, 17 Gennaio 2017
Traduzione e cura di Francesco Spataro
DAVOS, Svizzera – Sulle Alpi svizzere Donald Trump non c’è. L’ occasione migliore che si presenta alle persone perbene ed importanti radunate al Forum Mondiale dell’ Economia, è incontrare Mister Scaramucci – showman dei fondi speculativi, organizzatore di convegni, confidente di Trump –un habitué di Davos. Quest’ anno fa anche da ambasciatore per la nuova amministrazione, rappresentandola agli occhi dell’ élite globale.
“Sono dieci anni che partecipo, ma questo è il primo anno in compagnia di un gran degustatore,” scherza Scaramucci all’ inizio della session d’apertura di martedì mattina, dal titolo “Prospettive e previsioni per gli USA”; di fatto l’ argomento riguardava più il Presidente eletto Trump – e un po’ anche Anthony Scaramucci.
Il finanziere, che collabora con l’ amministrazione Trump, è assistente del Presidente, con lo specifico compito di spiegare le sue idee ed i suoi progetti agli Americani. Il giorno stesso ha dichiarato che aveva messo in liquidazione la sua società, la Sky Bridge Capital*.
Questo è quello che Scaramucci ha risposto al Presidente Cinese, Xi Jinping, che proprio martedì, in un discorso a Davos, difendeva il libero mercato e la globalizzazione. “Gli Stati Uniti e la nuova amministrazione non vogliono fare una guerra commerciale. Ciò che vuole Trump è che il commercio abbia più “simmetria”, più equilibrio. Gli USA, con la Cina, hanno un debito commerciale enorme.
“Vogliamo delle relazioni fuori dall’ordinario, con i Cinesi, non comuni.” ha dichiarato, e ha aggiunto, “sono loro che devono avvicinarsi a noi, e che devono permetterci di creare questa simmetria, questa corrispondenza, perché il percorso del globalismo nel mondo, passa per la classe lavoratrice media Americana.
Scaramucci ha rappresentato il sistema del commercio globale, i cui artefici e promotori, compongono proprio il nucleo del pubblico di Davos, come se si sentisse in dovere di ricucire qualcosa. Il neo Presidente Donald Trump, “potrebbe essere una delle ultime e più grandi speranze, per il sistema globale,” ha affermato Scaramucci.
Quest’ anno, rappresentando l’ amministrazione Trump, l’ alto finanziere ha fatto la sua comparsa un po’ ovunque, in ogni riunione, come in un vortice – anche per calmare i nervosismi e sviare le preoccupazioni degli Europei. E’ sembrato dare istruzioni su tutto: politica estera, politica economica, politica monetaria e molto altro.
Ad un certo punto, affrontando un quesito sulla NATO, ha detto che stava dando un suo personale punto di vista; ma in effetti, stava interpretando il pensiero di Trump, ad uno stuolo di personalità straniere.
“Ragazzi miei, se siete preoccupati dell’ uso troppo disinvolto che fa di Tweeter, o delle cose che talvolta dice, vi voglio rassicurare; è un uomo caritatevole, quasi in modo manageriale, direi.”
“Non comunica necessariamente nel modo in cui piace a questa comunità,” dichiara Scaramucci, “ma riesce ad arrivare, in modo molto, molto efficace, ad uno strato vastissimo di popolazione, sia europea che statunitense, che in questo momento sente l’ urgenza di intraprendere una lotta comune, che magari la maggioranza di noi in questa sala, non condivide.”
Poco prima, nella stessa giornata, alla tavola rotonda del Wall Street Journal, aveva dichiarato che l’ amministrazione Trump, avrebbe gradito una Federal Reserve più autonoma ed indipendente e che, con la crescita del dollaro, bisognava andarci molto cauti. Nella sessione pomeridiana, ha fatto presente che il discorso inaugurale di Trump sarebbe stato in stile “molto Reaganiano.”
Il Presidente entrante, ha fatto sapere Scaramucci, ha un rispetto “straordinario” per la Cancelliera tedesca Angela Merkel, e per il Presidente russo Vladimir Putin; subito dopo che Trump, in un’ intervista rilasciata nel week end, aveva affermato che la NATO era obsoleta, Scaramucci, si era affrettato a dichiarare che la NATO, in linea generale funzionava, sebbene non perfettamente. Le sue parole erano state: “forse, se vogliamo dirlo proprio con le parole del neo-eletto Presidente, un paio di cose sono obsolete.”
I partecipanti di Davos, preoccupati per il punto di vista di Trump riguardo l’ immigrazione, sono stati rassicurati da Scaramucci: “E’ la persona meno razzista che abbia mai incontrato.”
Scaramucci ha poi regalato una pillola di storia della cultura europea, partendo da Solone a Carlo Magno, fino ad arrivare a Von Metternich, e ha lasciato intendere che Trump, sta seguendo un percorso simile a quello dell’ antico statista Ateniese; “Quale decisione prese Solone, quando fu eletto? Diede potere ai ceti più bassi.”
Ha infine raccontato come, dopo aver sostenuto altri candidati repubblicani, alla fine si fosse deciso ad appoggiare Trump, visto dal finanziere, come un magnate dell’ edilizia, molto solidale e preoccupato della classe media. “Lo vedo molto diversamente da voi; e nei prossimi quattro anni,” ha pronosticato Scaramucci, “comincerete a vederlo anche voi, nello stesso modo in cui io lo vedo.”
*Società d’ investimenti con sede a New York, il cui fondatore è Anthony Scaramucci che la dirige con Raymond Nolte dal 2005.
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