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Libia. Autobomba esplode vicino ambasciata italiana, due morti

Tripoli. – Una autobomba è esplosa vicino all'ambasciata italiana, due persone sono morte, forse erano a bordo della stessa auto.

La Farnesina, in una nota, ha confermato l'esplosione, precisando "che tutto il personale in servizio presso la sede diplomatica non è stato coinvolto dall'attacco e sta bene", insieme con l'ambasciata continua "a seguire la vicenda con la massima attenzione in coordinamento con le autorità libiche", ha fatto sapere che quest'ultime "hanno immediatamente e visibilmente rafforzato la sicurezza attorno alla nostra ambasciata e alla residenza dell'ambasciatore Perrone".

L'agenzia Askanews, riporta che Houssam al Tabuni, un responsabile della Croce Rossa a Tripoli, ha indicato che due corpi carbonizzati e non identificati sono stati recuperati dalla vettura. Secondo una fonte dei servizi di sicurezza locali, non è possibile al momento determinare se l'esplosione sia stata accidentale o se sia trattato di un fallito attentato. L'autobomba è esplosa lungo una strada situata dietro all'ambasciata d'Italia e a quella d'Egitto, davanti al Ministero della Pianificazione e non distante da un albergo. L'Italia aveva annunciato il 9 gennaio la riapertura della sua ambasciata a Tripoli, chiusa nel febbraio 2015 qualche mese dopo la conquista della capitale libica da parte di una coalizione di milizie, alcune delle quali composte da fondamentalisti islamici. L'Italia è stata il primo Paese occidentale a riaprire la sua rappresentanza diplomatica nella capitale libica.

Lecito domandarsi se l'attentato abbia a che fare con la linea scelta dall'Italia sulla situazione in Libia. Da un lato sostiene il governo di unità nazionale insediatosi a Tripoli e il ministro degli Interni Minniti è stato a metà gennaio in Libia. Centinaia di soldati italiani si trovano a Misurata ufficialmente per proteggere la costruzione di un ospedale. Martedì scorso, durante l’audizione alle Commissioni di Camere riunite, il ministro degli Esteri Angelino Alfano aveva fatto il punto sui primi 30 giorni del suo mandato, e aveva parlato anche di Libia. Alfano ha ricordato come “noi siamo stati i primi a chiedere un ruolo per Haftar” e ha annunciato che l’Italia ha in progetto di fornirgli aiuti.

Una apertura di credito verso Haftar che evidentemente non deve essere piaciuta a quelli di Tripoli che con Haftar hanno in corso da mesi un durissimo braccio di ferro oppure un segnale delle forze vicino ad Haftar poco felici dell'atteggiamento ondivago dell'Italia.

La Camera dei deputati di Tobruk (Haftar) aveva emesso un durissimo comunicato in occasione della visita di Minniti a Tripoli. " Siamo rimasti sorpresi ieri sera per l’ingresso di fregate da guerra cariche di armi e di soldati dell’esercito italiano; un fatto che nasconde mire colonialiste grazie alla complicità di alcune parti che vogliono solo assecondare i loro interessi e restano aggrappati al potere per governare la Libia”, insomma non proprio un apprezzamento.

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