Il neopresidente statunitense Donald Trump ordinerà oggi l'estensione del "muro" al confine con il Messico già edificato a suo tempo da Bill Clinton. La promessa elettorale e la prima torsione restrittiva della politica sull'immigrazione prendono così corpo. La prima dichiarazione d'intenti di trump sul muro al confine con il Messico risale al giugno 2015. "Quando il Messico manda la sua gente negli Usa, non si tratta dell'invio dei migliori. Mandano persone che hanno un sacco di problemi. Stanno portando droga. Stanno portando crimine. Sono stupratori", ebbe a dire Trump solleticando la pancia profonda dei Wasp statunitensi (bianchi, anglosassoni, protestanti). "Costruirò un grande, grande muro al nostro confine Sud e lo farò pagare al Messico. Segnate le mie parole".
Il confine tra il Messico e gli Stati Uniti è lungo circa 3200 chilometri (il larga parte coincidenti con il fiume Rio Grande) e coinvolge gli stati della California, Arizona, New Mexico e Texas. Al confine tra i due Paesi esiste già un muro recintato di circa 1100 chilometri: . Secondo Trump, in ogni caso, il muro dovrebbe coprire circa 1600 chilometri del confine, 500 in più di quelli attuali. Il resto della frontiera si regge su ostacoli naturali come il Rio Grande.
A febbraio dello scorso anno, Trump aveva dichiarato di essere in grado di completare la costruzione del muro con 8 miliardi di dollari. Ma quella di Trump è tra le stime di spesa più basse. Le altre sono tutte di gran lunga superiori. Il muro recintato già esistente è costato circa 2,4 miliardi di dollari. La costruzione del resto secondo alcune stime costerebbe tra i 15 e i 25 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda i costi Trump, avrebbe indicato una soluzione piuttosto tarocca: farlo pagare al Messico. Tale opzione è stata vigorosamente esclusa dal presidente messicano Pena Nieto. A inizio gennaio il presidente Usa ha annunciato che il progetto di costruzione sarebbe inizialmente pagato dagli Usa in base a un disegno di legge di spesa approvato dal Congresso e che il Messico alla fine rimborserà gli Stati Uniti. Ma su questa soluzione, come abbiamo visto, restano fortissime incognite.
Ma se Trump punta ad allungare il muro sulla terraferma per bloccare i flussi di immigrati dall'America Centrale e Latina, in Europa c'è chi lavora per costruire un muro sull'acqua per fermare i flussi che provengono dall'Africa.
E' questo il senso del Muro sul Mediterraneo che la responsabile della sicurezza europea, Federica Mogherini, ha proposto alla Commissione Europa di Bruxelles, attraverso una sorta di blocco navale delle coste della Libia realizzato dalle flotte militari dei paesi dell'Unione Europea a supporto del blocco sulla terraferma che dovrebbe essere gestito dalle autorità libiche (viene da chiedersi quali, vista la situazione di caos e divisione sul campo). La proposta verrà vagliata al vertice dei capi di stato europei del prossimo 3 febbraio.
Insomma se l'obiettivo è quello di bloccare i flussi di profughi, rifugiati, migranti, un muro è un muro. Lo si può costruire sulla terraferma con cemento e filo spinato o lo si può costruire nel mare con il blocco navale di flotte militari e chiudendo gli occhi, le orecchie e la bocca su quanto avviene nelle spiagge di partenza. Non si tratta solo della ipocrisi di chi critica Trump ma agisce o è costretto a fare le sue stesse scelte. E' che il grottesco Trump e la gelida Mogherini hanno la stessa faccia e sono della stessa razza. Sono esponenti delle classi dominanti.
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