Un piccolo terremoto politico in Gran Bretagna: il Primo Ministro britannico Theresa May (grazie alle prerogative del sistema politico di Westminster, che assegnano direttamente al Premier tali poteri) convoca le Elezioni Politiche per il prossimo 8 Giugno.
Una mossa spregiudicata, volta a ricompattare, mettendo in moto la macchina elettorale e gli istinti di conservazione dei propri parlamentari, il Partito Conservatore (di cui la May detiene la leadership), all'interno del quale la gestione del processo di uscita dall'Unione Europea ha provocato parecchi mal di pancia.
E, al tempo stesso, a "sterminare" (politicamente) ogni forma di opposizione: i sondaggi, infatti, assegnano alla May un solidissimo vantaggio nei confronti del Labour Party di Jeremy Corbyn, dilaniato da lotte intestine. Un vantaggio (addirittura di venti punti, secondo le ultime rilevazioni) che, grazie al sistema elettorale britannico (maggioritario uninominale di collegio a turno unico) rischia di tramutarsi in una vittoria a valanga per i Tories, e consegnare ai Laburisti una disfatta storica.
La May, dunque, pone tutte le proprie fiches sul tavolo, in un tentativo di all-in; per guadagnare un mandato ancora più ampio nell’attuale delicato scenario internazionale, nei processi di negoziazione con Bruxelles e nelle turbolenze di politica interna (quali le spinte indipendentiste scozzesi).
Seguiranno analisi ed aggiornamenti nei prossimi giorni
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