Diventa sempre più calda la situazione nella zona di Quneitra, nel sud della Siria. Alcune centinaia di miliziani jihadisti di Tahrir Al Sham e di Jaish Al Tawhid hanno provato in questi giorni a riconquistare terreno contro l’esercito siriano nella località di Al Baath. L’obiettivo degli jihadisti era quello di contrastare l’operazione militare lanciata dall’esercito siriano ed Hezbollah nella provincia di Deraa.
L’emittente Al Jazeera riporta che i gruppi jihadisti hanno intenzionalmente lanciato alcuni razzi e mortai verso il confine israeliano in maniera da fornire il pretesto all’aviazione di Tel Aviv di poter bombardare il sud della Siria. Sabato e domenica, infatti, i jet israeliani hanno colpito alcune postazioni dell’esercito siriano “in evidente sostegno ai gruppi jihadisti che operano nel Golan” causando numerosi morti e feriti tra i militari siriani.
Anche il canale iraniano PressTv afferma che in questi giorni si registra “un intenso scambio e traffico di armi e munizioni da Israele verso il Golan, con il preciso scopo di rinforzare i gruppi jihadisti dell’area per un estremo tentativo di resistenza all’avanzata dell’esercito siriano e di Hezbollah.
Quello che preoccupa maggiormente Tel Aviv, infatti, è vedere l’esercito di Damasco e le truppe di Hezbollah conquistare terreno nella provincia di Deraa e di Quneitra: territori confinanti con le Alture del Golan, occupate illegalmente da Israele. Secondo il sito israeliano Kan il capo del Mossad, Yossi Cohen, ha dichiarato che “l’Iran sta creando un nuovo Hezbollah nelle Alture del Golan”. In effetti il capo dell’intelligence fa riferimento al gruppo Harakat Hezbollah Al Nujaba (considerato come l’Hezbollah iracheno, ndr) che, dopo le vittorie su Daesh in Iraq, si è unito alle truppe sciite libanesi. L’obiettivo dichiarato di Al Nujaba – nello specifico della “Golan Liberation Brigade” – è quello di sostenere Damasco e di contrastare Israele aprendo, in caso di conflitto contro Tel Aviv, un nuovo fronte nella zona del Golan per la sua liberazione.
In una riunione di Gabinetto, secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, Leiberman ha dichiarato che “Israele non resterà passivo contro qualsiasi tipo di attacco che toccherà le alture del Golan”.”Chiunque voglia trasformare la Siria in una base per Hezbollah o per l’Iran” – ha continuato minaccioso il ministro della difesa israeliano – “dovrà pensarci due volte e aspettarsi una possibile risposta militare di Israele”. Detto, fatto.
Proprio in queste ore la difesa aerea siriana (DCA, ndr) ha messo in guardia Israele ed ha affermato che “non esiterà a rispondere agli attacchi aerei di Tel Aviv, come è già avvenuto in passato con l’abbattimento di un velivolo israeliano”.
Il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, durante la commemorazione per Al Quds ha più volte ripetuto che, in caso di guerra contro Israele, “il conflitto non si limiterà ai soli libanesi, siriani e palestinesi, ma mobiliterà numerosi combattenti di diversi paesi arabi”. Nel suo discorso, Nasrallah ha fatto riferimento infatti, al ruolo ed all’influenza che il partito sciita ha in tutto il mondo arabo, anche nei paesi sunniti. Pur essendo un partito sciita, infatti, Hezbollah rappresenta agli occhi delle masse arabe “l’asse della Resistenza che sta combattendo contro i gruppi takfiri come Daesh e Al Qa’ida”. Per quanto riguarda la questione palestinese, infine, la Resistenza è “l’unica forza che ostacola i tentativi sauditi di far dimenticare la situazione in Palestina ed impedisce una normalizzazione dei rapporti con Israele, paese che imprigiona, colonizza, tortura e uccide”.
Stefano Mauro
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