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Riconquistata Mosul. Tregua in corso nel sud-ovest della Siria

Il primo ministro iracheno, Haider al Abadi, ha proclamato la vittoria a Mosul “liberata”, al termine di una battaglia iniziata ad ottobre contro i jihadisti dello Stato Islamico. Lo stesso Abadi “è arrivato nella città liberata di Mosul e si è congratulato con gli eroici combattenti e con il popolo iracheno per questa grande vittoria”, ha indicato il comunicato diffuso dal governo iracheno.

L’Isis aveva conquistato Mosul nel giugno 2014 prima di imperversare nel cuore dell’Iraq arabo sunnita e proclamare un califfato a cavallo tra l’Iraq e la Siria. Ha però perso via via terreno e territorio negli ultimi nove mesi, mentre le forze irachene stanno avanzando sulle loro ex roccaforti.

Intanto Stati Uniti, Russia e Giordania hanno concordato nei giorni scorsi un cessate il fuoco in una zona limitata nel Sud-Ovest della Siria entrato in vigore da ieri (domenica) a mezzogiorno. L’intesa, arrivata dopo mesi di negoziati tra i tre Paesi, è stata annunciata ieri ad Amburgo, in Germania, dai ministri degli Esteri di Washington e Mosca durante il vertice del G20.

Tuttavia un alto funzionario del dipartimento di Stato coinvolto nei negoziati ha detto al New York Times che manca ancora l’accordo su questioni importanti, in particolare su chi abbia il ruolo di controllare e far rispettare la tregua.

Secondo quanto riferito da fonti Usa al quotidiano panarabo al Hayat, l’intesa non riguarda le cosiddette zone di de-escalation definite ad Astana, in Kazakistan, nei colloqui tenuti sotto egida della Russia, della Turchia e dell’Iran.

“Penso che questa sia la nostra prima indicazione del fatto che Stati Uniti e Russia possono collaborare in Siria – ha detto ieri Rex Tillerson alla stampa al termine dell’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin – e come conseguenza di questo, abbiamo avuto una lunga discussione su altre aree della Siria in cui possiamo continuare a collaborare una volta sconfitto lo Stato islamico (Isis), e collaborare per un processo politico che garantisca il futuro del popolo siriano”.

Secondo l’agenzia stampa ufficiale giordana Petra, “l’accordo prevede l’allontanamento delle milizie appoggiate dall’Iran dalla zona”. Da parte sua un responsabile americano citato dal giornale panarabo al Quds al Arabi ha rivelato che “Giordania e Israele fanno parte dell’accordo di cessate-il-fuoco”.

Interpellate dal quotidiano panarabo al Hayat, altre fonti americane hanno detto che l’intesa “contiene dettagli di sicurezza, militari e politici, riguardanti la divisione delle zone d’influenza e la sicurezza dei confini ed è basata su due elementi fondamentali: la permanenza del presidente siriano Bashar al Assad al potere e l’allontanamento dall’area delle milizie legate all’Iran”.

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