Ore 23 Conferenza stampa della Cup con il sostegno e l’intervento delle delegazioni internazionaliste – Npa, Liberu, Sinn Fein, Rete dei Comunisti, Eurostop – che ribadisce: proclamazione della Repubblica Catalana, sostegno allo sciopero generale del 3 ottobre e protezione internazionale del popolo Catalano contro la brutalità della polizia spagnola. E ora cacerolada popolare.
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Ore 21.00 Chiuse le operazioni di voto, inizia il conteggio. Il governo catalano parla di una partecipazione al voto generale del 50% ma in una condizione di repressione, minacce, arresti, sospensione dell’autogoverno e di stato d’assedio. Nei piccoli centri e nei quartieri dove si è potuto votare quasi regolarmente la partecipazione al voto arriva al 70-80%. A Madrid caroselli di mezzi militari per rassicurare i settori reazionari e cercare di nascondere la plateale sconfitta dei poteri forti e del nazionalismo spagnolo. La Spagna peggio di così non poteva fare: con la repressione e le minacce scioviniste ha ottenuto una incredibile mobilitazione della popolazione catalana, compresi quei settori progressisti ma non indipendentisti non disponibili però a chinare la testa. Difficile che domani venga proclamata la Repubblica Catalana ma il colpo di falce c’è stato, ed è stato forte.
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Ore 20.00 In Catalogna si continua a votare nonostante la repressione. Alle 20.00 chiudono i circa 1000 seggi tuttora in funzione, come questo sulla Diagonal.
Si moltiplicano i contrasti tra Mossos d’Esquadra e polizia spagnola dopo i ripetuti atti di violenza contro la popolazione. Scontri anche con i pompieri.
I feriti al momento sono circa 500, alcuni sono gravi. Di nuovo la Spagna e l’Unione Europea si rivelano per quello che sono, una gabbia per i popoli e i lavoratori.
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Ore 17.00. Tensione tra Mossos e Guardia Civil davanti a un seggio. Ma è un caso isolato. Anche se finora i Mossos non hanno realizzato interventi violenti contro la popolazione, e per questo sono sotto minaccia di intervento disciplinare da parte del ministero degli interni di Madrid e della magistratura, in ben duecento seggi hanno chiesto il supporto della polizia spagnola. In totale oggi i seggi chiusi – con relative schede votate sequestrate – sono al momento 223. In totale tra feriti e contusi il conteggio è salito a 400. A Lleida un uomo è in gravi condizioni a causa di un infarto che lo ha colpito durante un violento sgombero della polizia in un seggio
Sbirri come pesci #CatalanReferendum #1Oct #JoVoto pic.twitter.com/a9kmkvaeaC
— UnColpoAlCuore (@UnColpoAlCuore) October 1, 2017
Ore 15. La repressione e il boicottaggio dello Stato Spagnolo non riescono a impedire alla popolazione catalana di votare. Al momento la polizia ha chiuso circa 90 collegi e prodotto 50 feriti, di cui 4 gravi, e 280 contusi
Lunghissime file ai seggi ovunque.
La Giardia Civil pesta chiunque, senza risparmiare neanche le donne anziane..
Il simbolo della Guardia Cvil, del resto, è tutto un programma:
Ore 14.40. Come promesso nei giorni scorsi, in alcuni casi i pompieri catalani hanno formato cordoni per proteggere elettori e attivisti e impedire così lo sgombero dei seggi. La Guardia Civil manganella anche loro…
La Polizia colpisce con i manganelli i vigili del fuoco che cercano di proteggere gli elettori. @angealfa qualcosa la possiamo dire? #CatalanReferendum
— Daniele Cinà (@danielecina) October 1, 2017
Ore 12.50 A Sabadell la Guardia Civil è costretta ad arretrare sotto la spinta di una folla straripante.
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Ore 12.30 Finora negli ospedali catalani sono stati curati circa 40 tra attivisti e votanti a causa della violenza della polizia, tre i feriti gravi.
Il ministero degli interni spagnolo difende la”proporzionalitá” dell’intervento della polizia. A Placa de Catalunya è in atto una provocazione da parte di un gruppo di fascisti. Nei seggi dove si può votare ci sono lunghissime file, precedenza viene data alle persone disabili e agli anziani.
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La polizia sequestra le urne in una scuola. Tanto la polizia nazionale quanto la Guardia Civil stanno usando le pallottole di gomma contro la folla che difende i seggi, nonostante in Catalogna una legge regionale ne proibisca l’uso dopo i morti causati negli scorsi anni. Secondo la Generalitat si starebbe votando nel 72% dei seggi previsti, anche se nelle città più grandi i seggi presi d’assalto e chiusi dalla polizia sono molti.
Le iene falangiste in divisa della Guardia Civil sfogano il loro odio contro la folla che protesta cantando:
Dei compagni di università mi hanno mandato questo, in diretta da Barcellona. Agghiacciante. #CatalanReferendum pic.twitter.com/lucrQbj6Vi
— Manu (@chaomanu_) October 1, 2017
Peaceful resistance in one of the polling stations in Barcelona, Spanish police dragging people out #indyref pic.twitter.com/pSQ0iJStB5
— 15MBcn_int (@15MBcn_int) October 1, 2017
Nella scuola Drassanes si vota tra slogan, canti e applausi. La gente è visibilmente emozionata e tesa allo stesso tempo. Uno scatto di orgoglio e dignità che anche chi non condivide la rivendicazione indipendentista dovrebbe riconoscere e apprezzare.
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Molti feriti a causa di una carica della polizia contro un seggio nell’Eixample di Barcellona. La televisione aggiorna a 40 il numero dei feriti in varie città del paese.
Cariche a Barcellona contro la gente inerme e gli anziani
https://twitter.com/AltoyClaro1/status/914386208574275584?s=04
In un seggio di Barcellona la polizia sequestra le urne. La folla intona Els Segadors, l’inno catalano.
Barcellona. Alla Escola Drassanes, a due passi dalla Rambla, si aspetta di poter votare perché il sistema informatico attraverso il quale si accede agli elenchi centralizzati degli aventi diritto non è accessibile da qui. Ma centinaia di Poliziotti spagnoli stanno intervenendo con durezza in alcuni seggi importanti o simbolici.
La Guardia Civil ha occupato il seggio di Girona dove doveva votare il President Carles Puigdemont, idem per il seggio della presidente del Parlament Carme Forcadell. Pesanti cariche sulla Diagonal e a Barceloneta, sequestrate le urne, spaccati vetri e tavoli, fermate alcune persone. Si segnalano già i primi feriti nonostante la gente reagisca pacificamente.
Centinaia di poliziotti incappucciati entrano nel ministero catalano per l’istruzione sspintonando i presenti, compresa la ‘Ministra’ catalana dell’istruzione, la gente canta e e lancia slogan. Alla fine la polizia si ritira.
In totale sono dispiegati in Catalogna un totale di 12.000 effettivi della Polizia Spagnola
https://twitter.com/rominapenate/status/914376354216341504
Ore 7.00 Alle prime ore del mattino, nonostante la pioggia battente, ai 200 seggi occupati venerdì se ne sono aggiunti altri 1000 aperti a furor popolare. I Mossos d’Esquadra che si sono presentati ai seggi per chiuderli e sgomberarli hanno dovuto fare marcia indietro tra gli applausi dei presenti. Le urne sono arrivate a tutti i seggi aperti, che sono la metà dei 2400 previsti, e alle nove dovrebbero iniziare le operazioni di voto. Per aggirare la chiusura di alcuni seggi la Generalitat catalana ha creato un censo elettronico universale che permette ad ogni elettore di votare in qualsiasi seggio. Si segnalano aggressioni fasciste a Badalona, Casteldefels e Hospitalets, grandi centri della cintura ex industriale di Barcellona
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