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Indulto a Fujimori. La polizia peruviana reprime le proteste della popolazione

La polizia peruviana ha duramente represso con lacrimogeni e cariche i manifestanti che protestavano contro l’indulto concesso dal Presidente Pedro Pablo Kuczynski a Alberto Fujimori, l’ex dittatore che sta scontando 25 anni di carcere per crimini contro l’umanità. I media peruviani hanno riferito che i cittadini stanno partecipando a un sit-in e ad altre forme di protesta per mostrare tutta la loro opposizione contro la decisione.

La polizia peruviana ha duramente represso con lacrimogeni e cariche i manifestanti che protestavano contro l’indulto concesso dal Presidente Pedro Pablo Kuczynski a Alberto Fujimori, l’ex dittatore che sta scontando 25 anni di carcere per crimini contro l’umanità. I media peruviani hanno riferito che i cittadini stanno partecipando a un sit-in e ad altre forme di protesta per mostrare tutta la loro opposizione contro la decisione. 

I manifestanti sostengono che l’indulto sia stato effettuato illegalmente. I parenti delle vittime del massacro di La Cantuta chiedono di annullare il perdono “umanitario” perché viola l’imparzialità della valutazione e dell’azione dello Stato. “Il perdono umanitario è concesso a persone che soffrono di malattie terminali – e non terminali quando queste sono irreversibili o degenerative – nel caso di Fujimori, non viene soddisfatto nessuno di questi requisiti”, recita la lettera presentata dalle famiglie.

I parenti delle vittime hanno detto che perseguiranno opzioni internazionali per garantire che Fujimori sconti tutta la sua pena.

In una lettera consegnata dai parenti delle vittime dell’ex dittatore peruviano si esprime preoccupazione anche per il possibile legame tra l’astensione di Fujimori, Kenji Fujimori, nella votazione di giovedì e la richiesta di clemenza da parte di PPK.

Il massacro di La Cantuta

Il 18 luglio 1992, il gruppo paramilitare Colina, legato all’esercito peruviano, ha rapito e ucciso nove studenti e un professore presso l’Università Enrique Guzmán y Valle nota come La Cantuta. E’ uno dei reati per i quali Alberto Fujimori è stato condannato al carcere.

I membri del Gruppo Colina hanno sequestrato e ucciso Bertila Lozano Torres, Dora Oyague Fierro, Luis Enrique Ortiz, Armando Amaro, Robert Edgar Teodoro, Eraclide Meza, Felipe Flores, Marcelino Rosales, Juan Gabriel Marinos e il professor Hugo Muñoz.

Il deputato Henry Pease ha riportato nel 1993 al Congresso un documento con informazioni dettagliate sul modo in cui erano stati uccisi e scomparsi dagli agenti del servizio di intelligence (SIE) dell’Esercito. Anche se Fujimori ha negato ogni accusa, negli anni successivi è stata costituita una commissione d’inchiesta e il Congresso peruviano ha poi ammesso la possibilità che l’esercito avesse partecipato al massacro di La Cantuta.

Quattro tombe sono stati trovate in un villaggio a Cieneguilla dove due testimoni hanno detto di aver visto i militari frettolosamente seppellire i resti degli scomparsi

Nel 1994 sono stati condannati per il massacro otto membri dell’esercito. Solo undici mesi dopo veniva rieletto Alberto Fujimori, e il Congresso approvava una legge di amnistia che lasciava liberi di tutti i dirigenti e subordinati trovatoanche se ritenuti responsabile.

Dopo un processo di due anni, Fujimori è stato condannato dalla Camera penale speciale della Corte Suprema che lo ha condannato a 25 anni di carcere per essere stato l’ideatore dei reati di omicidio con premeditazione di La Cantuta e Barrios Altos.

 *QUesto articolo compare in contemporanea su Contropiano e L’Antidiplomatico

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