Il delirio da profitto che pervade questa nostra società ultracapitalista ormai non ci sorprende più di tanto, e siamo abituati alle sue più oscene perversioni.
La notizia che però arriva dalla Germania è forse un po’ troppo, anche per il nostro ormai altissimo livello di consapevolezza.
Due quotidiani, il Sueddeutsche Zeitung e il Stuttgarter Zeitung, dichiarano che l’Eugt, un gruppo di ricerca europea per l’Ambiente e la Salute nei Trasporti finanziato da Wolkswagenm Bmw e Daimler, avrebbe condotto esperimenti per verificare dei gas di scarico sull’uomo.
Non solo sulle scimmie, dunque, ma anche direttamente su esseri umani: il caso è esploso qualche giorno fa in seguito ad una inchiesta del New York Times che ha raccontato come ad Albuquerque, New Mexico, venissero effettuati test sui gas di scarico utilizzando appunto delle scimmie. Nell’inchiesta veniva citato l’Eugt.
Polemiche, indignazione, scuse, sgomento. Qualche articolo inseriva, tra le ultime righe, la notiziola che “alcuni scienziati avessero pensato di fare anche dei test con cavie umane volontarie, ma la folle idea è stata bocciata”.
Altrochè bocciata. Lo scoop delle due testate tedesche alza di molto l’asticella, e apre a scenari che fanno venire i brividi.
Il test sarebbe stato svolto tra il 2014 ed il 2015: organizzato dall’Eugt in collaborazione con l’Università di Acquisgrana, consisteva nel far inalare a 25 persone diossido di azoto per tre ore al giorno per quattro settimane, per poi verificare i danni alla salute.
Lo studio è stato addirittura pubblicato nel 2016 sulla rivista International Archives of occupational and environmental health. I risultati, tra l’altro, non evidenziavano particolari aspetti di pericolo rilevante per la salute, anche se alcune voci di critica rispetto al metodo utilizzato si erano levate all’interno dell’ambiente scientifico.
Tutto alla luce del sole, quindi. Però lo scandalo è emerso solo ora, grazie prima al New York Times che ha raccontato degli studi sulle scimmie, poi grazie ai due quotidiani tedeschi.
Per comprendere il significato esatto di quello che è avvenuto partiamo dal 2012: lo IARC, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, inserisce i gas di scarico dei motori diesel all’interno del gruppo di sostanze cancerogene.
Le grandi aziende produttrici a questo punto devono necessariamente affrontare la questione, e le possibilità sono tre: spendere in ricerca e sviluppo per abbattere il livello di emissioni, provare a confutare il verdetto dello IARC sul piano scientifico, oppure provare ad intervenire in altro modo.
Non vogliamo essere sempre quelli che parlano male del capitalismo, delle sue dinamiche e dei suoi protagonisti, per cui ci affidiamo alla cronaca per capire quali strade siano state battute per superare il problema.
Nel 2015 l’Epa (United States Environmental Protection Agency) ha comunicato che la Volkswagen ha illegalmente installato un software progettato per aggirare le normative ambientali sulle emissioni. Il software, rilevando il momento in cui le vetture erano sottoposte ai test, consentiva di bypassare e superare le prove. Successivamente altre case automobilistiche vengono messe sotto indagine.
Ecco, questa ci pare proprio la terza possibilità, il “provare ad intervenire in altro modo”.
Adesso, ad occhio e croce, il tentativo messo in atto è quello di dimostrare che a livello sanitario, tutto sommato, le cose non vanno male.
La situazione ci pare molto simile a come l’ha fotografata in una dichiarazione il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert: le aziende automobilistiche avrebbero dovuto limitare le emissioni, non dimostrarne la presunta innocuità.
La questione è sempre la stessa: quanto è compatibile la massimizzazione del profitto con la tutela dei diritti? Diritto alla salute, alla sicurezza, ad un ambiente salubre. Potremmo andare avanti per altre dieci righe soltanto descrivendo l’elenco di quello che dovrebbe essere tutelato ed invece è a disposizione del mercato: diritto alla casa, al reddito, alla sanità, all’istruzione… Quello che sta avvenendo nel settore automobilistico è in realtà quello che avviene praticamente ovunque, praticamente sempre.
Tornando alla cronaca ed al caso specifico, le case automobilistiche coinvolte si sono dissociate dall’iniziativa dell’Eugt dichiarandosi intenzionate a fare chiarezza.
La Volkswagen ha sospeso un dirigente.
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