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Grecia: schiaffo alla Merkel. ND-Pasok senza maggioranza

 

Mentre scriviamo il conteggio definitivo delle schede non si è ancora concluso, ne mancano una manciata per avere i risultati definitivi delle elezioni parlamentari di ieri. Elezioni che i greci, e gli europei, ricorderanno a lungo. E che consegnano un parlamento completamente rivoluzionato rispetto al 2009, quando insieme i due partiti ‘storici’ della Grecia postdittatura si aggiudicarono il 78% dei voti. Oggi ne hanno, insieme, appena il 32%.
E nonostante l’assurdo premio di maggioranza concesso dalla legge elettorale ai primi arrivati – 50 seggi regalati ai conservatori di Nuova Democrazia in testa con appena il 18,85% (il 33,5% nel 2009) – i partiti che hanno applicato la macelleria sociale e politica pensata e dettata da Bruxelles e Strasburgo non hanno la maggioranza. I 108 seggi di Nuova Democrazia più i 41 dei socialisti fanno 149. Due di meno di quanti ne servono per governare. Ieri sera, quando dopo l’inizio del conteggio il ministero degli interni di Atene aveva fornito i primi dati, sembrava che la somma degli sconfitti potesse contare su 151-153 seggi. Una maggioranza risicatissima, certo, ma che poteva ovviare, per qualche tempo, alla sconfitta storica e pesantissima inferta dagli elettori ai due partiti tradizionali. Già si profilava una maggioranza ‘di unità nazionale’, magari a termine, per applicare i nuovi tagli imposti dall’UE, dalla Commissione Europea e dal FMI, un nuovo ciclo da 11 miliardi di sforbiciate e 150 mila licenziamenti nel settore pubblico. Cioè esattamente quello che i greci hanno voluto evitare voltando le spalle ai conservatori e in particolare ai socialisti, che hanno subito un tracollo impressionante: 13,18% a fronte del 43,92 di solo 3 anni fa.
E l’onta di essere ampiamente superati dai veri vincitori delle consultazioni di ieri: la coalizione della sinistra radicale Syriza che si attesta al secondo posto con il 16,78% (aveva il 4,6 nel 2009) e ben 52 deputati. La eterogenea coalizione tra ex comunisti, eurocomunisti, ecologisti e gruppi marxisti ha intercettato il voto popolare in fuga dal Pasok e stufo di sacrifici inutili e ingiusti. I sondaggi prefiguravano uno spostamento relativo di voti dai socialisti verso Sinistra Democratica, partito satellite del Pasok e dai programmi assai simili, che invece ottiene solo il 6,1%.
A destra di Nuova Democrazia, invece, sono stati i Greci Indipendenti a intercettare un buon 10,60% in fuga dal partito di Samaras, alla loro prima esperienza elettorale. Come già prefiguravano exit poll e primi risultati, il voto di ieri ha segnato una battuta d’arresto per i comunisti del KKE, che invece si aspettavano una forte ascesa. Si fermano invece all’8,48%, pochi voti in più rispetto al 7,5 di tre anni fa. Brutto risultato anche per la coalizione di gruppi ml e trozkisti di Antarsya, che passano dallo 0,36% all’1,2% ma restano abbondantemente sotto la soglia di sbarramento del 3% e quindi non entrano in Parlamento.
Non entrano nell’emiciclo di Atene neanche i Verdi (centrosinistra) e il Laos (estrema destra), tutti ad un pelo dall’agognato 3%. Neanche il centrodestra di Alleanza Democratica ce la fa, togliendo all’asse ND-Pasok un possibile partner per varare una maggioranza di governo. Alla fine i partiti che riescono ad entrare in Parlamento sono solo 7, appena 2 in più rispetto alla scorsa tornata.

Dell’altro dato rilevante avevano già parlato analizzando ieri gli exit poll. Che purtroppo non sono stati smentiti, anzi. Per la prima volta dalla fine della dittatura di estrema destra degli anni ’60 e ’70 un partito che si richiama apertamente al fascismo e addirittura al nazismo, Chrisi Avgi, non solo entra in Parlamento ma si aggiudica un vero e proprio trionfo: quasi il 7% e 21 seggi. Una vittoria inquietante e allarmante, perché ‘Alba Dorata’ non è un ‘partito di opinione’, ma un gruppo militante che si dedica alle aggressioni e alle intimidazioni dei propri avversari politici – oltre che degli immigrati – e gode di un appoggio aperto o clandestino all’interno degli apparati di sicurezza del paese.

Un altro dato da sottolineare è l’aumento consistente dell’astensione, che ieri è arrivata al 35%, alla quale occorre aggiungere un 2,36% di schede bianche e nulle. Una partecipazione scarsa al voto, che insieme alla storica sconfitta inferta a ND e Pasok la dicono lunga sul grado di opposizione dei greci rispetto non solo alla propria classe politica ma anche – o soprattutto? – all’odiato padrone tedesco.

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