Per quindici giorni i giornali e le televisioni europee hanno acceso i riflettori sul Brasile, per commentare l’assassinato di Marielle Franco, una militante del PSOL, che a di Rio de Janeiro era diventata il simbolo della lotta per il rispetto dei diritti della comunità afro-brasiliana e il difensore esemplare della popolazione del “Complexo da Maré” (1).
Infatti, le sue continue denunce sulle attività paramilitari delle “Milicias” (2), sulle violenze della polizia e sugli abusi delle unità speciali della Polizia Federale, ponevano in causa i legami occulti, esistenti nello stato di Rio de Janeiro tra il potere, gli impresari e i gruppi paramilitari. Per essere donna, ed anche molto bella, i giornalisti hanno preferito gli aspetti personali, il più delle volte immortalati con splendide fotografie. In questo modo i grandi media sono riusciti a creare un personaggio, senza però dire che si tratta di una militante storica del PSOL (3).
Così facendo, la “grande stampa” non ha spiegato perché Marielle Franco aveva scelto di militare nel PSOL e non nel PT dell’ex-presidente Lula, o nel PDT di Brizola o nel PSB.
Per rispondere a questa domanda, è necessario spiegare perché in Brasile c’è un partito di opposizione chiamato PSOL, che nelle parole di uno dei suoi fondatori, Milton Temer: «… Cominciò a essere disegnato in termini politici nell’ottobre del 2003 come un movimento di resistenza, che si opponeva alla sbandata ideologica operata dal primo governo del PT e dal presidente Lula, subito dopo essersi insediato nel Palazzo del Planalto» (4).
Infatti, i militanti della sinistra del PT rimasero sconcertati con la “Carta aos Brasileiros” (Lettera ai Brasiliani), che Lula divulgò negli ultimi giorni della campagna elettorale, proponendo un accordo con gli impresari, i banchieri, le multinazionali, la borghesia e i latifondisti, per raggiungere la “governabilità possibile”. In cambio, però, il PT garantiva il tacito controllo del proletariato urbano e rurale, del movimento sindacale e di quello studentesco attraverso la CUT e l’UNE. Organismi di massa, che all’epoca, erano controllati da direzioni legate al gruppo dirigente del PT lulista (5), di cui il lider indiscusso era appunto Lula.
Dal 1998 fino al 2003 l’attività-politica del PT fu caratterizzata da una profonda e continua “lotta interna”, che poi nel 2003 determinò le espulsioni dal PT dei quattro parlamentari (6) che non avevano votato la proposta di legge del governo Lula sulle pensioni dei funzionari pubblici, poiché la nuova legge, oltre a seguire una logica liberista, era un pericoloso precedente che poteva essere usato per riformare le leggi che difendevano gli interessi dei lavoratori.
Infatti, in questi anni l’idea di un nuovo partito, di fatto socialista, cominciò ad agitare la vita interna del PT, poiché le relazioni tra le correnti della sinistra del PT, chiamate “Tendências” (7) e quelle di stampo socialdemocratico che Lula e Dirceu avevano unificato (8), a partire del 1998 divennero esplosive. Anche perché in quell’anno si registrò l’intervento della Direzione del PT a Rio de Janeiro. Infatti, la Convenzione del PT dello Stato di Rio de Janeiro aveva votato in maniera maggioritaria Vladimir Palmeira (9) come candidato del PT nelle elezioni per il governo dello stato di Rio de Janeiro.
Purtroppo Lula e José Dirceu avevano fatto un accordo segreto con il PDT di Brizola per lanciare Anthony Garotinho del PDT come candidato a governatore insieme all’evangelica Benedita da Silva come suo vice. Un’operazione politica doppiamente disastrosa, poiché dopo l’intervento autoritario di Lula e di Dirceu si registrò il fallimento dell’alleanza tra il PT e il PDT.
Questo fatto divenne un elemento decisivo per l’affermazione del processo di rottura all’interno del PT. Infatti, nel 1999, nacque a Rio de Janeiro il movimento “Refazendo o PT” (Rifacendo il PT), di cui alcuni membri, poi ebbero un ruolo importantissimo nella creazione del PSOL, in particolare Milton Temer, Chico Alencar, Eliomar Coelho e Leo Lince.
La formazione del nuovo partito
Il rapidissimo trasformismo ideologico del governo del PT e dello stesso presidente Lula, evidenziarono il passaggio da una logica socialdemocratica a quella del cosiddetto social-liberismo, dove l’assistenzialismo, destinato ai settori più poveri, imponeva come controparte una serie di riforme apertamente neo-liberali, di cui gli unici beneficiari erano i banchieri, gli impresari e i latifondisti.
Nello stesso tempo il PT lulista si adattava con perfezione agli oscuri schemi del potere di Brasilia, favorendo anche la nomina di José Sarney come Presidente del Senato e quella del banchiere Henrique Mereilles alla guida della Banca Centrale del Brasile. Decisioni che moltiplicarono i dubbi tra i militanti del PT, soprattutto i più giovani. Infatti, tutti capirono che l’espulsione dei quattro parlamentari era una decisione voluta dalla direzione del PT lulista per terminare un ciclo politico e aprirne un altro, già con il PT nelle vesti di partito del potere.
Per questo Milton Temer ricorda: «…Il PSOL è nato quando nel Brasile era in atto un arretramento ideologico e politico, che implicava la rottura con tutto quello che – durante venti anni – aveva rappresentato le aspettative di una sinistra socialista, combattiva presente nel PT di quei tempi» per poi ricordare che «…..Il trasformismo ideologico operò nel PT e nel suo governo una grande sterzata a destra, che determinò tra le altre cose il “patto conservatore di alta intensità”, controbilanciato da un riformismo debole, alimentato con i progetti di autentico assistenzialismo».
E’ evidente che il PT lulista e la stampa, in particolare i giornali “O Globo” e l’“Estado de SP” e, logicamente la “TV Globo”, la “TV Record” e la “TV SBS”, fecero di tutto per squalificare l’ufficializzazione del PSOL. Questa fu realizzata con una campagna politica straordinaria, per la quale i militanti raccolsero nelle strade e nelle piazze 500.000 firme per il “partito di Heloisa”. Infatti, l’attitudine e il comportamento della senatrice Heloisa Helena galvanizzarono i militanti della sinistra, delusi dal PT, facendo nascere una nuova speranza e la certezza che con il PSOL era nato il nuovo partito della sinistra socialista e democratica.
Così, il 5 e il 6 giugno 2004, il PSOL realizzava in Brasilia il Primo Incontro Nazionale per la fondazione del partito. Poi, nel 2006, il PSOL realizzava la Conferenza Nazionale indicando la senatrice Heloisa Helena come candidata del Fronte delle Sinistra nelle elezioni presidenziali. Un fronte, che per la prima volta riunì tre partiti (PSOL, PSTU e PCB) che rappresentavano tutte le correnti del marxismo, del leninismo e del trozkismo.
La campagna elettorale del 2006 fu molto importante per l’affermazione del PSOL a livello nazionale. Il nuovo partito pubblicamente proponeva un’opposizione classista di sinistra, nel momento in cui il governo del PT di Lula viveva il momento più alto del connubio con la borghesia e gli impresari. La chiave vincente di questo inaspettato successo politico, più che elettorale, fu il dirompente impegno di Heloisa Helena nella campagna elettorale, che in pochissimo tempo divenne l’Anti-Lula per eccellenza. Infatti, il PSOL, avendo a disposizione solo i suoi militanti e pochissimi mezzi finanziari, riuscì a controbattere gli attacchi della destra e del governo del PT, a smascherare l’ostruzionismo della stampa, ricevendo 6.575.393 di voti (6,85%), con cui occupava un onorevole terzo posto.
In realtà, il PSOL utilizzò le elezioni del 2006 per fare politica in tutto il Brasile, facendo conoscere il suo programma politico in tutti i ventisei stati dove presentò candidati a governatore, per la Camera dei Deputati e il Senato Federale e per i Parlamenti statali. Questo successo e l’espansione del trasformismo ideologico nel PT provocarono numerosi abbandoni d’intellettuali famosi, come: Francisco de Oliveira, Leandro Konder, Leda Paulani, Paulo Arantes, Ricardo Antunes e Carlos Nelson Coutinho e Giralo, cui fece seguito la scissione della tendenza Forza Socialista, che nel frattempo aveva assunto il nome di “Ação Popular Socialista- APS” (Azione Popolare Socialista).
Nel 2007, dal 1 al 4 giugno il PSOL realizzò a Rio de Janeiro il 1° Congresso Nazionale, in cui i 745 delegati dei nuclei del partito aprirono il dibattito sulle sedici mozioni che mettevano in luce le caratteristiche movimentiste di una parte del PSOL e i differenti presupposti ideologici delle correnti – chiamate anche tendenze. Un contesto che sviluppandosi sempre più negli anni seguenti ha, più volte condizionato la crescita del partito e il suo ruolo politico nello scontro di classe, soprattutto durante i controversi governi di Dilma Rousseff.
Heloisa e le “Tendenze”
Le elezioni municipali del 2008 dimostrarono chiaramente che il PSOL era in crescita a tutti i livelli. Nei grandi centri metropolitani, nelle provincie rurali, nelle università, nei licei e nelle scuole professionali, il PSOL registrava una notevole presenza, anche perché fu in questo periodo che il partito sviluppò una rapida penetrazione nella classe operaia e nel movimento afro-brasiliano. Comunque il motivo di questo successo si deve alla difesa incondizionata del proletariato, urbano e rurale, delle donne e dei LGTB, alla denuncia dello sfruttamento capitalista, della corruzione, della violenza poliziesca e della dipendenza dall’imperialismo. Argomenti che facevano ricordare l’attività politica di quel PT, che negli anni ottanta diceva «…una volta al potere costruiremo il socialismo nel Brasile!».
Una sensazione che fu alimentata dal forte impegno politico della senatrice Heloisa Helena, che la rivista usamericana “Forbes” e poi anche quella brasiliana “Isto È” definirono «…la donna più influente nella politica brasiliana…». Infatti, senza diminuire i meriti degli altri dirigenti, bisogna riconoscere che l’affermazione politica del PSOL, a livello nazionale, si deve, soprattutto, all’infaticabile attività politica di Heloisa Helena.
Per questo Milton Temer ricorda: «…Nel 2009, in funzione dell’eccellente performance ottenuta nel 2006, Heloisa risultava in fase ascendente in tutti gli istituti di ricerca, variando tra il 12 e il 14%. Ciò significava che, nelle elezioni presidenziali del 2010, certamente sarebbe andata nel secondo turno, battendo José Serra, che era divenuto il rappresentante della destra. Purtroppo, le divergenze interne – principalmente la discussione sull’aborto – favorirono la sua decisione di abbandonare la campagna presidenziale per tentare di farsi eleggere al Senato. In questo modo, Heloisa Helena commise un autentico suicidio politico!».
Purtroppo le divergenze interne nel PSOL divennero determinanti quando le correnti politiche, dette anche “Tendências”, cominciarono a comportarsi come piccoli partiti in cerca di affermazione, facendo credere ai propri militanti che il PSOL era una specie di confederazione dove tutti convergevano, mantenendo, però, la propria identità ideologica e i propri legami politici internazionali. In realtà, le “tendências” erano – e continuano a essere – una specie di filtro con cui i differenti settori del partito interpretano e definiscono la politica del partito.
Comunque, questo contesto non deve essere considerato una deviazione, poiché negli incisi 1, 2 e 3 dell’articolo 88 dello Statuto del PSOL, le “Tendências” sono riconosciute e incentivate. Nell’inciso 3, addirittura fu stabilito che «…Le “Tendências” potranno organizzarsi liberamente senza nessun controllo o ingerenza da parte degli organismi del Partito, a patto che non si pongano contro i forum e le riunioni delle organizzazioni di partito».
Nel 2016, non erano in pochi nel PSOL, a ritenere che la clausola che regolava l’attività delle “Tendências” doveva essere rivista. E su questo punto Milton Temer puntualizzò l’argomento affermando: «…Non si tratta, in maniera assoluta, di voler imporre un nuovo centralismo democratico, però penso che non dobbiamo confondere e quindi sovrapporre il ruolo tematico e analitico delle “Tendências” con quello organico del partito. Ricordiamoci, sempre, della traiettoria di Heloisa!» Di fatto, nel marzo del 2013 Heloisa abbandonò il PSOL per unirsi a Marina Silva nella creazione del nuovo partito “Rede Sustentabilidade” (la Rete di Sostenibilità) e di una nuova chiesa evangelica chiamata “Sagrada Árvore de Deus” (L’albero sacro di Dio).
La nuova congiuntura
Il PSOL, pur avendo sempre criticato lo sbandamento ideologico del PT, ha però condannato il bluff dell’impeachment, con cui la borghesia e le multinazionali hanno interrotto il legittimo governo di Dilma Roussef. Infatti, il “colpo di stato giuridico” non ha ferito solo il PT e i suoi dirigenti. La principale vittima dell’impeachment è stato il movimento popolare, a cui, in questo modo, sono state precluse tutte le forme di espressione. Tanto è vero che l’intervento militare a Rio de Janeiro e la morte di Mirelle Franco sono i primi segnali della nuova congiuntura politica, in cui la destra, la borghesia, le multinazionali e i latifondisti, ricorrono all’uso della “violenza dello Stato” per garantire la continuazione dello status quo.
Per questo motivo, nel PSOL è prevalsa la posizione “movimentista”, che si affermò nel 7° Congresso, realizzato nel 2017. Per l’appunto, questo Congresso decise di dare priorità agli interventi politici nel movimento popolare, appoggiando e sviluppando le lotte popolari, di cui Marielle Franco è stata l’espressione massima nella città di Rio de Janeiro. Inoltre la catastrofe del PT lulista ha spinto il PSOL a creare nuovi strumenti per riunificare la sinistra.
Così, il 4marzo, il PSOL ha presentato Guillerme Boulos, presidente del MTST (Movimento dei Lavoratori Senza Tetto) come candidato alle prossime elezioni presidenziali di ottobre. È importante ricordare che Guillerme Boulos è un importante quadro politico del movimento popolare brasiliano, che subito dopo l’impeachment contro Dilma Rousseff, nel 2015, ha saputo costruire un fronte unitario denominato “Povo Sem Medo” (Popolo senza Paura) mobilizzando i movimenti sociali del Brasile contro il governo golpista di Michel Temer.
Per concessione di Tlaxcala Data dell’articolo originale: 28/03/2018
URL dell’articolo: http://www.tlaxcala-int.org/
Note
1-Il “Complexo da Maré” è un grandissimo quartiere povero, situato nella Zona Nord di Rio de Janeiro. È formato dalle tradizionali “favelas”, da quartieri di case popolari senza alcun servizio pubblico e da immense baraccopoli, dove il degrado si mischia alla vita di un proletariato urbano sempre alla ricerca di un lavoro.
2-Le “Milicias” sono la versione moderna degli antichi “Esquadrões da Morte” (Squadroni della Morte), formati da poliziotti dello Stato di Rio de Janeiro. Questi, prima della dittatura erano specializzati nell’eliminazione fisica dei delinquenti più pericolosi. Poi, con il golpe dei militari, si dedicarono alla cattura, alla tortura e all’ eliminazione dei “terroristi comunisti”. Negli anni novanta operarono un salto di qualità occupando alcune “favelas” dove agivano come un autentico contro-potere. Per esempio i trafficanti di cocaina dovevano pagare una tassa per smerciare la droga. Ma anche i commercianti e gli abitanti della “favela”, dovevano pagare una tassa per la cosiddetta “protezione”, che la “Milicia”, garantiva con le sue unità paramilitari. In pratica le “Milicias” erano una specie di AUC colombiana “Made in Brasil”.
3- PSOL. “Partido Socialismo e Liberdade” – (Il Partito del Socialismo e della Libertà).
4- Milton Temer, ex-parlamentare del PT, nel 2003 è uno dei fondatori del PSOL, di cui in seguito fu anche senatore. Il 05/02/2016 pubblicò il testo “Parece que foi ontem – PSOL: um balanço” (PSOL, Sembra che sia stato ieri-PSOL: un bliancio) nel blog della Boitempo, la principale casa editrice della sinistra brasiliana.
5- Il termine “lulista”, cioè sostenitore di Lula, è molto usato nella letteratura politica brasiliana.
6- I quattro parlamentari espulsi dal PT nel 2003 erano: la senatrice Heloisa Helena e i deputati, Babá, Luciana Genro e João Fontes.
7- Negli anni 1996/2003 la sinistra del PT era rappresentata da cinque grandi gruppi, denominati “Tendências” (correnti politiche), rispettivamente: “Democracia Socialista” (Democrazia Socialista), in cui convergevano molti gruppi trotzkisti, “Força Socialista” (Forza Socialista), di formazione marxista, originaria dal gruppo MCR che riuniva alcune organizzazioni della guerriglia sopravvissute alla repressione, “Democracia Radical” (Democrazia Radicale) di formazione marxista, “Articulação de Esquerda” ( Articolazione di Sinistra), formata da marxisti cattolici , “O Trabalho”, (Il Lavoro), tradizionale gruppo trozkista, legato alla 4° Internazionale.
8 Inácio Lula da Silva e José Dirceu crearono la potente tendenza “Articulação- Unidade na Luta” (Articolazione- Unità nella lotta)
9- Vladimir Palmeira fu il lider studentesco del 1968 che, poi fu liberato insieme ad altri 25 prigionieri politici dai guerriglieri di ALN e MR8 con il sequestro dell’ambasciatore usamericano. É sempre stato il grande lider della sinistra del PT e il simbolo della ribellione della gioventù di Rio de Janeiro.
Achille Lollo, (Roma, 1951) è un giornalista e videomaker italiano. Militante della sinistra rivoluzionaria italiana, ha vissuto in esilio dal 1975 al 2010.
Prima in Angola, dove ha svolto l’incarico di capo del servizio esteri del “Jornal de Angola”, di corrispondente di guerra e Inviato speciale. In seguito, è stato capo redattore della rivista bilingue “SADCC Energy Bulletim/SADCC Energia Rivista”. Usando vari pseudonimi ha collaborato con “Afrique Asie”, “Le Matin de Paris”, “Liberation-Belgique”, “Direkt Line”,”Il Manifesto”, “L’Avanti” e la “Commissione dell’ONU contro l’Apartheid”.
In Brasile, dopo aver fondato “ADIA” (Associazione per lo sviluppo della Stampa Alternativa) ha diretto, durante dieci anni, le riviste “Nação Brasil”, “Conjuntura Internacional”, “ Crítica Social” e il sito “Portal Popular”. Nel 2006 cominciò l’attività di video-maker realizzando 8 video.
In Italia è corrispondente del giornale brasiliano “Brasil de Fato”, legato al MST. Dopo una serie di operazioni chirurgiche ha creato “ADIATV”, cominciando a realizzare con il professor Luciano Vasapollo dei documentari tematici su Cuba, Venezuela, Argentina e Bolivia. Attualmente sta preparando la trilogia “Tupamaros-Montoneros-PRT/ERP” e il lungo metraggio “Operazione Condor, in nome del dio Denaro”. Collabora con il giornale on line “Contropiano”. Ha tradotto il libro su Ernesto Che Guevara “Vámonos, nada más…”
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