Ricorre quest’anno il 50esimo anniversario del Maggio ’68 francese, quando le proteste di studenti, giovani e lavoratori animarono lo scontro tra le vie del Quartier Latin di Parigi, con l’occupazione storica dell’università Sorbonne e la repressione della polizia.
A 50 anni di distanza, la situazione che si sta prospettando per il prossimo mese di maggio è abbastanza simile. Ovviamente, in cinquanta anni il contesto è cambiato in maniera profonda e irreversibile; la storia non si ripete mai con le medesime caratteristiche, anche se “qualche volta fa rima”. Lo scenario attuale che sta attraversando l’intera Francia è quello di una mobilitazione generale, che investe molti settori, dall’istruzione al mondo del lavoro, con gli studenti e i ferrovieri nella stessa piazza, dalle imprese nazionali alle multinazionali, dagli scioperi del servizio pubblico alle proteste dei migranti.
Oggi, lunedì 30 aprile, gli studenti medi e universitari hanno lanciato l’ennesima mobilitazione generale contro la riforma dell’istruzione pubblica voluta dal governo Macron, articolata tra la riforma del bac (l’equivalente della nostra maturità) prevista dal Parcoursup e la Loi Orientation et Reussite che introduce un vero e proprio processo di selezione sociale, di matrice elitaria e classista, all’università.
A una settimana dal violento sgombero dell’occupazione della Commune de Tolbiac (dipartimento dell’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne) da parte della polizia, durante il quale diversi studenti sono rimasti feriti e contusi e un ragazzo è stato ricoverato in stato di coma, le organizzazioni studentesche chiamano nuovamente all’azione. Nonostante gli sgomberi e le aggressioni da parte di gruppi neo-fascisti nei confronti delle università occupate, gli studenti non sono disposti a cedere nulla di fronte a un governo che ormai da diverse mesi ha rifiutato qualsiasi forma di dialogo e di mediazione.
La determinazione del movimento studentesco sta creando un sostrato favorevole a quella convergenza delle lotte che spesso si è potuta intravedere nelle manifestazioni del mese di aprile, durante le quali i lavoratori della SNCF e gli studenti si sono trovati a camminare insieme per le strade e ad organizzare banchetti e proteste selvagge di fronte alle principali stazioni ferroviarie.
Proprio per alimentare questa tendenza e per organizzare un fronte sociale e politico unitario, l’invito delle organizzazioni studentesche è quello di mobilitarsi e di partecipare attivamente alle azioni anche al di fuori delle università e dei licei. Organizzarsi e mobilitarsi nel proprio contesto quotidiano e nella dimensione più vicina alla propria situazione di lotta – ovvero dentro le occupazioni dei licei e delle università – deve poi portare a creare delle connessioni all’esterno, con il resto dei fronti di lotta antagonista contro le politiche ultraliberiste imposte dal governo Macron.
Con questo obiettivo, si terrà nel pomeriggio di lunedì 30 aprile una assemblea generale, in cui dare voce a tutte le lotte, a Place de la République a Paris, già teatro nel 2016 delle numerose mobilitazioni di massa contro la Loi Travail (il Jobs Act alla francese). Di fronte all’attacco diretto e multilaterale condotto dal governo Macron contro i diritti dei lavoratori e i pilastri dello stato sociale, si tratta si creare un momento di partecipazione e di solidarietà attiva, in cui confrontarsi e discutere delle lotte in campo in questo momento in tanti settori e frangenti. Studenti, ferrovieri, personale ospedaliero e dell’EHPAD (case di cura per anziani), lavoratori di Carrefour e di La Poste presenteranno e prenderanno parola sulle loro lotte contro una spirale ultra-liberista che sta devastando i servizi pubblici e l’intero welfare state.
Tutto ciò alla vigilia di un Primo Maggio che si annuncia di fuoco, per l’elevata tensione politica e sociale in crescita dopo l’intensificarsi della repressione della polizia. L’appello alla partecipazione alla giornata di mobilitazione è stato lanciato forte e chiaro: “Contro Macron e le sue politiche, prendiamo la piazza tutti insieme per far vivere la convergenza della rabbia e l’unitarietà delle lotte. Prepariamoci, attrezziamoci, organizziamoci per contrastarli in una journée en enfer!”. Un clima di tensione che risente ed è alimentato anche dal percorso concordato dalla prefettura e dai sindacati, ritenuto troppo breve e soggetto ad un dispositivo di militarizzazione eccessiva. Il rischio è che si cerchi volontariamente di aizzare “lo scontro”, fornendo così ai media di regime tutte le immagini e i video che si vogliono intenzionalmente produrre, ovvero di facinorosi e violenti manifestanti che assediano il centro di Parigi.
Ben consapevoli di questo rischio, molte delle organizzazioni che parteciperanno alla mobilitazione hanno deciso di creare un momento di incontro e di confronto nel cuore di Quartiere Latino, proprio per aprire le celebrazioni del Maggio ’68. L’invito è quello di unire e aggregare le componenti del movimento antagonista che altrimenti rischierebbero di disperdersi e frammentarsi ulteriormente, riducendo il potenziale della protesta e rendendosi più vulnerabili di fronte alla repressione.
All’interno di questa giornata del Primo Maggio, due appuntamenti in particolare meritano di essere riportati all’attenzione: il presidio a Place de la Bastille in sostegno alla ZAD di Notre Dame des Lands e lo spezzone del corteo dei migranti e delle associazioni che si battono per i loro diritti.
L’occupazione militante e resistente della ZAD contro l’opera inutile e devastante di un aeroporto a Notre Dame des Lands (a nord di Nantes) è stata sgomberata violentemente il 9 aprile scorso, quando i gendarmi hanno fatto irruzione alle 3 del mattino cacciando circa 200 occupanti dagli edifici in cui regolarmente si svolgono attività politiche e sociali.
Dall’altra parte, dopo la manifestazione generale contro la Loi Asile-Immigration promossa dalla BAAM lo scorso 15 aprile a Parigi, la riforma è ora in discussione all’Assemblée Nationale. Il progetto di legge introduce un rafforzamento dei controlli nei confronti dei migranti e dei sans papiers, riducendo le loro condizioni di accesso e i loro diritti attraverso meccanismi discriminatori e razzisti. Con il crescere delle misure di espulsione, la riduzione del termine per la presentazione della domanda d’asilo, il raddoppiamento della durata massima di fermo nei Centri di Detenzione Amministrativa, i migranti e i sans papiers parteciperanno al Primo Maggio per contestare la politica migratoria messa in atto dalla Francia e dall’Unione Europea.
È per questo motivo che la Giornata Internazionale dei Lavoratori è un momento fondamentale per lottare insieme: in un contesto di politiche di austerità, di riduzione delle libertà fondamentali, di persistenza dello stato d’urgenza, la strategia del governo francese è di dividere la popolazione e di puntare il dito contro i migranti, alimentando un sentimento generalizzato di razzismo e xenofobia.
Dopo l’ulteriore giornata di sciopero dei ferrovieri e dei macchinisti della SNCF (l’impresa nazionale del trasporto ferroviario in Francia) prevista per il 3 maggio, questa settimana inaugurale del 50esimo anniversario del Maggio ’68 francese si concluderà con una grande manifestazione per “fare la festa a Macron”.
A un anno dalla sua elezione a Presidente della Repubblica, Macron ha già messo in campo una serie di provvedimenti e di riforme che ne hanno smascherato (per chi non se fosse reso conto prima…) la natura di un “Robin Hood al contrario”, che toglie ai poveri per dare ai ricchi. Un governo che è forte con i deboli, inasprendo una serie di misure di austerità e di taglio alla spesa sociale, e al tempo stesso che è accondiscendente con gli interessi delle multinazionali e dei poteri finanziari. Mentre riduce l’Aide Personnalisée au Logement (assegno a copertura parziale dei costi di affitto di un alloggio per individui e categorie specifici) e aumenta la Contribution Sociale Généralisée (ovvero gli oneri sociali a carico dei lavoratori dipendenti), il governo Macron si prepara a varare un nuovo piano di privatizzazioni che interesserebbe numerose imprese nazionali (dai trasporti alle telecomunicazioni al settore energetico).
Tra gli organizzatori e i promotori della manifestazione, spicca su tutti il nome di Francois Ruffin, giornalista e attivista sociale, particolarmente noto in Francia per essere il fondatore ed editore del giornale satirico Fakir e il regista del film Merci patron!. Oltre ad aver partecipato attivamente alla costituzione del movimento Nuit Debout nella primavera 2016, contro il progetto di legge El Kohmri (ovvero la famigerata Loi Travail), è stato eletto deputato all’Assemblée Nationale tra le fila della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon.
E questa è soltanto la prima settimana…
Ce n’est ne qu’un debut, continuons le combat!
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andrea
CE N’EST qu’un début etc… correggete, per favore.