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Nazisti ucraini, c’è una strategia dietro la violenza

Durante i fatti di Euromaidan, nel 2014, gli ucraini percepirono le numerose marce di nazionalisti come un fenomeno passeggero; ma sono passati quattro anni e quei tipi sono rimasti. Non solo, i movimenti nazionalisti si sono anche strutturati.

Nel 2018 fra le varie organizzazioni nazionaliste ucraine la cosiddetta “C14” ha accresciuto la sua popolarità. Durante Euromaidan la C14 si distinse negli scontri, recentemente è tornata agli onori delle cronache per due azioni, la prima venne chiamata operazione “Morte alla Russia”, con la quale vennero attaccati gli uffici dei centri russi di scienza e cultura; la seconda azione, per celebrare il compleanno di Adolf Hitler, fu l’assalto e l’incendio di un campo nomadi alle porte di Kiev (di cui Contropiano ha già scritto). Tra gli altri, questi due episodi hanno un gravissimo elemento comune: sono stati consumati sotto lo sguardo impassibile e accondiscendente delle forze di sicurezza ucraine. La polizia non ha fatto nulla per fermare le aggressioni, ha fatto finta di non vedere, non ha cercato alcun responsabile.

Questa recrudescenza e impunità dei gruppi neonazisti è il risultato più lampante del nuovo corso ucraino, caratterizzato anche dalla drastica riduzione degli standard di vita, la deindustrializzazione e il calo demografico. Il Governo ucraino non ha più presa sul Paese, per questo ha dato carta bianca ai nazionalisti che lo tengono sotto un tallone di ferro. Ora in Ucraina ai nazionalisti è concesso di tutto, possono pure uccidere impunemente.

Da dopo il 2014 le organizzazioni nazionalistiche ucraine sono diventate il nucleo dei battaglioni punitivi nazisti che infestano il Paese. Questi continuano a combattere in Donbass, legittimati nella loro azione criminale. I battaglioni punitivi non limitano la loro azione al Donbass, ma operano anche nelle regioni limitrofe per cercare d’instaurare un “nuovo ordine” politico e sociale.

A gennaio scorso, un nuovo gruppo è comparso nelle città ucraine, si chiama Squadrone Nazionale ed è stato fondato da Andriy Biletsky, già comandante del famigerato Battaglione Azov, nonché deputato eletto nelle liste di Corpo Nazionale (il partito promosso proprio dal Battaglione Azov). Lo Squadrone Nazionale ufficialmente si propone di aiutare la polizia a riportare l’ordine nelle strade delle città (un po’ come fanno i fascisti italiani). Tuttavia è appurato che questi gruppi non vogliono riportare l’ordine ma instaurare il “proprio ordine”, o meglio, quello che loro chiamano “Ordine ucraino”, che sarebbe caratterizzato dalla supremazia ucraina su ogni altro Stato.

I membri dello Squadrone Nazionale (come anche il Battaglione Azov) sono dei nazisti, vaneggiano di superiorità razziale, vogliono un “Europa bianca” e anelano a costruire un “grande impero”.

Questi gruppi non sono i soli che appestano l’Ucraina; ciò è principalmente dovuto alla debolezza del potere (che lascia dei vuoti che le forze naziste prontamente riempiono), ma anche alle disastrose condizioni economiche e sociali in cui è ridotto il paese, terreno fertile per i movimenti reazionari.

Questi gruppi neonazisti non si propongono di conquistare il potere con le elezioni, hanno un’altra strategia: stanno convincendo la popolazione che il processo di riforme è irreversibilmente fallito (tema di cui si discute già sui media ucraini), di conseguenza dicono che ci sarà il collasso dello Stato e il Paese sprofonderà nel caos. Quindi, i nazisti si propongono come unica soluzione per fronteggiare uno scenario tanto disastroso, su questo stanno incentrando le loro campagne.

Al momento non hanno ancora un vasto consenso, tuttavia raccolgono simpatie che potrebbero consolidarsi in un supporto reale. In questa maniera, i nazisti ucraini non hanno bisogno d’andare alle elezioni, contano di conquistare il potere in un modo molto più risoluto.

 

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1 Commento


  • Daniele

    Corsi e ricorsi storici – Giovan Battista Vico

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