Il gruppo neonazista ucraino C14, che si richiama apertamente all’esperienza dei collaborazionisti con i nazisti durante l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica nella Seconda Guerra Mondiale, ha scelto l’anniversario della nascita di Adolf Hitler per realizzare un violentissimo blitz nel campo Rom sulla collina di Lysa Hora (Monte Calvo) a Kiev. Gli estremisti di destra, armati di pistole, spranghe, coltelli e spray urticanti hanno saccheggiato e distrutto il campo, bruciando le tende, pestando e accoltellando decine tra uomini, donne e bambini, alcuni dei quali sono stati ricoverati in ospedale.
I neonazisti hanno potuto contare sulla attiva complicità della polizia di Kiev il cui capo, Andrey Krishchenko, ha dichiarato che «alcuni cittadini si sono semplicemente assunti il compito di bruciare la spazzatura nel campo rom (…). I rom presenti in città per festeggiare la Resurrezione sono stati poi accompagnati alla stazione per far rientro nelle loro realtà».
Ma un video di 41 secondi pubblicato dal sito Lb.ua smentisce le autorità ucraine (https://www.youtube.com/watch?v=566hwzzCjRQ) mostrando i neonazisti, molti dei quali con un passamontagna, intenti nel vero e proprio pogrom.
Mentre i media parlavano di un intervento dei “nazionalisti” per ripulire l’accampamento dai rifiuti, i 150 rom che vivevano nel campo ormai distrutto e che si erano rifugiati in una vicina stazione ferroviaria sono stati deportati dalle autorità in alcune località della regione dei Carpazi, a circa 500 km di distanza dalla capitale ucraina.
C14 ha rivendicato pubblicamente il pogrom ed ha annunciato sulla sua pagina facebook ulteriori aggressioni contro «gay, femministe e militanti di sinistra». La sigla neonazista, che si richiama al movimento collaborazionista di Stepan Bandera, lo scorso 8 marzo ha attaccato la manifestazione femminista nella capitale ucraina e minacciato di morte Elena Shevcenko, leader del locale movimento Lgbt.
Questo mentre centinaia di militanti del gruppo neonazista NazKorp, composto da componenti del famigerato Battaglione Azov attivo nell’aggressione militare contro le popolazioni del Donbass, pattugliano le strade di alcune città ucraine con il consenso del Ministero degli Interni del governo Poroshenko. Un governo sostenuto politicamente, economicamente e militarmente da una Unione Europea che vanta di essere un argine contro il risorgere dei nazionalismi e delle ideologie xenofobe.
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