Migliaia di persone sono scese in piazza in Grecia per lo sciopero generale indetto dai sindacati per protestare contro le misure di austerity del governo Tsipras decise con un nuovo ciclo di riforme legate al terzo piano di salvataggio del Paese.
Lo stop di 24 ore ha bloccato diversi settori: molti voli sono rimasti a terra, fermi il trasporto urbano, i treni e i traghetti per le isole, proprio nei giorni in cui inizia la stagione turistica. Manifestazioni di protesta ci sono state non solo ad Atene, anche nelle principali città come Salonicco, Patrasso. Iraklion. Al porto del Pireo, privatizzato e acquisito dalla Cosco, lo sciopero proseguirà altri due giorni, fino a domani. Molte e ovunque le bandiere del Pame, il combattivo sindacato di classe greco.
Visibili molti cartelli con su scritto: “No!”, “Hanno annientato le nostre vite!”, “Loro (rivolto ai politici, ndr) ci hanno divorato”. In otto anni fa, la Grecia è stata intrappolata dai prestiti obbligati per 260 miliardi di euro, come forma “di salvataggio” imposta dalla troika (Ue, Bce, Fmi). In cambio ha dovuto applicare di misure di austerità selvaggia che hanno portato a licenziamenti, aumenti delle tasse, privatizzazioni, durissimi tagli alle pensioni. Misure insopportabili per tante famiglie greche finite sul lastrico. Dopo una prima fase di opposizione alla troika, il primo ministro Tsipras, nel 2015, ha capitolato – nonostante il No popolare nel referendum contro il memorandum della troika – ed ha aderito all’attuale piano di “salvataggio internazionale della Grecia, che scade il prossimo agosto. Lo scorso anno il governo, di sinistra, ha ceduto alle richieste della Troika con ulteriori tagli alle pensioni, aumenti delle tasse nel 2019 e 2020, limitazione del diritto di sciopero. In particolare quest’ultima misura viene duramente contestata dal Pame che l’ha posta al centro dello sciopero generale di mercoledi 30 maggio.
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