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Il fallimentare viaggio di Guaidò in America Latina

Il deputato oppositore venezuelano Juan Guaidó, autoproclamato “presidente incaricato” del Venezuela, dopo essere uscito illegalmente dal paese, ha iniziato un viaggio per i paesi dell’America Latina con Governi di destra. Il suo giro l’ha portato in Colombia, Brasile, Paraguay, Argentina e Ecuador, dove è stato ricevuto da proteste in rifiuto dei suoi piani per far cadere il Governo costituzionale del presidente Nicolás Maduro, piani che includono l’appoggio a un intervento militare degli Stati Uniti contro quel paese.

In Colombia: proteste e un altro autoproclamato

La prima tappa dell’oppositore venezuelano è stata la Colombia, dove è arrivato venerdì 22 febbraio nella città di frontiera di Cúcuta, il giorno prima del sabato in cui la destra appoggiata dagli Stati Uniti ha voluto entrare, fallendo, con cosiddetti “aiuti umanitari” senza l’appoggio delle Nazioni Unite, né autorizzazione dello Stato venezuelano.

Nel bel mezzo del suo soggiorno in questa nazione, il 25 febbraio si è registrata una protesta di strada a Bogotá, in cui lo scrittore, ricercatore sociale e artista, Alejandro Muñoz, si è autoproclamato “presidente ad interim” di Colombia e ha tacciato di “usurpatore” il presidente Iván Duque. Nella manifestazione popolare hanno anche rifiutato il ruolo dell’auto denominato Gruppo di Lima che insiste nell’intervenire nella politica del Venezuela.

L’atto di Muñoz ha voluto essere una replica dell’atto incostituzionale che ha fatto Guaidó nella strada a Caracas. Nonostante, ne suo discorso improvvisato, l’autoproclamato “presidente incaricato” di Colombia si sia dichiarato a favore della pace, le persone che lo circondavano gridavano slogan a favore della giustizia e lo applaudivano.

Pure Muñoz ha detto che come suo compito nella gestione di Governo chiederà agli USA che tolgano le loro basi militari dal paese e ha chiesto “aiuti umanitari” per la nazione nordamericana che soffre per il consumo di droghe e per le guerre, che nasconde dietro il pretesto di portare democrazia.

Brasil: Che la Patria suoni il suo pari autoproclamato

Al suo arrivo a Brasilia il 28 febbraio, l’oppositore venezuelano è stato ricevuto al suono di “Patria querida” interpretato da Faviano Leitao, conosciuto come il Trombettista della Resistenza, che ha reso un omaggio al leader della Rivoluzione Bolivariana, Hugo Chávez.

Mentre Guaidó era scortato da funzionari del Governo di estrema destra di Jair Bolsonaro, movimenti sociali gli gridavano slogan di rifiuto.

Il 27 febbraio, giorno prima del suo arrivo, movimenti sociali hanno manifestato di fronte al Consolato degli Stati Uniti per denunciare le azioni golpiste contro i Venezuela e contro il presidente Nicolás Maduro.

Inoltre, l’attore José de Abreu si è autoproclamato “presidente incaricato” del Brasile sul suo account Twitter, seguendo la tendenza di Guaidó e Muñoz.

 Paraguay: Rifiutano Guaidó e un intervento militare contro il Venezuela

Nella nazione governata da Mario Abdo sono usciti a protestare venerdì 1 marzo di fronte al Ministero delle Relazioni Estere, ripudiando la visita di Guaidó e le minacce di intervento militare contro il Venezuela da parte degli Stati Uniti.

 Manifestiamo il nostro rifiuto alla venuta di Guaidó, che si è autoproclamato presidente del Venezuela e, purtroppo, vediamo che il governo di Abdo l’ha ricevuto come una personalità e questo non ci piace”, ha affermato il giornalista del Frente Guasu, Guillermo Verón.

Durante la manifestazione hanno protestato per il fatto che Adbo non voglia riconoscere la legittimità del presidente venezuelano Nicolás Maduro, visto che lui, di destra, aveva vinto le elezioni presidenziali del Paraguay con un margine ridotto.

Da parte sua, l’autoproclamato “presidente incaricato” del Venezuela ha affermato davanti ad Abdo che non vale la pena che quella nazione paghi il suo debito contratto con il Governo Bolivariano per la vendita di petrolio alla statale Petróleos de Venezuela (Pdvsa).

 Argentina: Proteste contro Macri rendono ameno il soggiorno di Guaidò

Intanto, in Argentina, l’arrivo di Guaidó è coinciso con la tensione nazionale per il discorso del presidente Mauricio Macri a proposito dell’apertura del 137° periodo di sessioni ordinarie.

Nelle reti sociali, per esempio, era tendenza la protesta contro il governante venerdì 1 marzo e #Macrilandia in riferimento all’intervento del governante argentino nel Congresso che riflettono un paese lontano da quello reale.

Gli argentini hanno organizzato affollatissime proteste di rifiuto delle politiche neoliberiste di Macri, tutelato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI).

Ecuador: Fine del viaggio, fischi e rifiuto popolare

In Ecuador, si supponeva che Guaidó sarebbe stato ricevuto da una “affollatissima” mobilitazione di sostegno popolare al suo arrivo il 2 marzo, invece si sono notate una decina di persone intorno al presidente Lenín Moreno, che ha accompagnato l’oppositore venezuelano nella città di Salinas, con un forte dispiego di sicurezza.

In questa nazione, l’oppositore si è riunito con il presidente Moreno, ma anche con il dirigente ecuadoriano Guillermo Lasso, che è accusato di partecipazione nel cosiddetto “Feriado Bancario”, così è conosciuta in Ecuador la sospensione di tutte le operazioni del sistema finanziario e incasso di denaro, che ha portato a una terribile situazione sociale.

Dopo questo viaggio, che ha fatto a bordo di un aereo della Forza Armata di Colombia, ora l’oppositore venezuelano vuole rientrare in Venezuela e continuare con la sua agenda golpista per spodestare il governante venezuelano Nicolás Maduro.

Intanto, avanza l’indagine iniziata dal Pubblico Ministero del Venezuela per la sua richiesta di congelare gli attivi dello Stato venezuelano all’estero e di imporre sanzioni economiche da parte degli USA.

Fonte: Telesurtv.net

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