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Brexit, la May chiama Corbyn

Colpo di Scena. La Premier chiede al Labour un piano condiviso

Altro giro di valzer per la Brexit. Dopo tre bocciature per il deal negoziato con l’UE, e due inconcludenti sessioni parlamentari volte a trovare un consenso su una proposta diversa, Theresa May pare determinata a richiedere una nuova breve estensione della scadenza per completare il processo di uscita dall’Unione Europea. La finalità di questa nuova proroga parrebbe essere quella di avviare una seria trattativa con il Partito Laburista, per pervenire ad una proposta di accordo condivisa, che possa essere sostenuta da una larga maggioranza parlamentare. Un colpo di scena che pare segnalare la possibilità che Downing Street voglia ora sostenere una Brexit più morbida.

In una breve dichiarazione televisiva a seguito di una riunione del suo gabinetto, il primo ministro ha dunque affermato di essere pronta ad avviare colloqui serrati con il segretario del Labour, Jeremy Corbyn. “Questo è un momento difficile per tutti”, ha detto. “Ma possiamo e dobbiamo trovare un compromesso per mettere in pratica ciò per cui il popolo britannico ha votato”. Contrariamente a quanto accaduto nelle sue ultime uscite, caratterizzate da violenti attacchi ai deputati, la May ha elogiato i recenti “sforzi dei parlamentari” per trovare una soluzione. “Purtroppo, non siamo riusciti a smuovere le acque. Così, oggi mi sto attivando in prima persona: sto offrendo al capo dell’opposizione l’opportunità di concordare un piano che possa essere sottoposto alla Camera dei Comuni per l’approvazione; in questo modo, potrei poi presentarlo al Consiglio Europeo della prossima settimana”.

Corbyn, dal canto suo, si è detto “molto felice” di prendere parte ai colloqui secondo uno spirito di cooperazione interpartitica, dichiarando quanto segue: “Incontreremo Theresa May. Riconosciamo che ha fatto un passo importante. La mia responsabilità primaria consiste nel rappresentare le persone che hanno sostenuto il Labour nelle ultime elezioni, e anche coloro che, pur non avendoci votato, vogliono comunque sicurezza e certezza per il loro futuro. Questa è la base su cui imposteremo la nostra partecipazione ai colloqui”. Il Partito di Corbyn ha reso chiaro che non sosterrà alcun piano che non preveda l’adesione del Regno Unito all’Unione Doganale Europea.

Questi sviluppi hanno suscitato viva indignazione nella destra conservatrice, favorevole ad una uscita unilaterale del Regno Unito dall’Unione Europea. Per Boris Johnson si tratta di una “pessima notizia”. Jacob Rees-Mogg si è detto sorpreso del fatto che la Premier voglia collaborare con un “noto marxista”, preferendo “flirtare con l’opposizione piuttosto che ascoltare il proprio partito”. Appare dunque difficile ipotizzare che la leader dei Tories possa contare sull’appoggio della frazione intransigente del suo partito.

Nella sua dichiarazione, Theresa May ha detto che, qualora la mediazione con Corbyn non dovesse produrre alcun risultato, toccherebbe nuovamente al Parlamento votare una serie di proposte sulla Brexit; il governo, a quel punto, si impegnerebbe a mettere in atto qualsiasi piano dovesse ricevere un chiaro sostegno in assemblea.

Ovviamente, la nuova strategia prospettata dal Primo Ministro richiederebbe una nuova proroga rispetto alla scadenza del 12 Aprile; la May si è tuttavia detta fiduciosa sul fatto che la data d’uscita dalla UE non dovrebbe andare oltre il 22 maggio. In questo modo, la Gran Bretagna dovrebbe essere in grado di evitare l’onta della partecipazione alle Elezioni Europee.

Adam Marshall, coordinatore delle Camere di Commercio Britanniche, ha accolto con cauto ottimismo gli sviluppi: “Il tempo stringe; evitare un’uscita unilaterale è la priorità per le nostre comunità imprenditoriali. Il governo deve agire con fermezza, ora, per garantire che questo non accada”.

Secondo l’opinionista britannico Paul Mason, Theresa May avrebbe definitivamente preso atto dell’irrecuperabilità della destra interna. Messa da parte la velleità di ratificare un accordo coi voti del suo partito, si è rivolta a Jeremy Corbyn. Per ora, ha evitato il rischio di una quarta umiliazione parlamentare. Nel disperato tentativo di scongiurare un’elezione, ha provato a lanciare la palla nel campo avverso. Le trattative potrebbero produrre fibrillazioni anche in casa laburista. L’idea della Premier sarebbe duplice: da un lato, avanzare verso un possibile accordo, sacrificando, a tal fine, gli Ultras Johnson e Rees-Mogg; dall’altra, produrre qualche scossone interno al Labour (tutt’altro che unito sul tema della Brexit, data la grande eterogeneità di posizioni presenti nella compagine di Corbyn) per indebolirne le posizioni in vista di un eventuale voto anticipato.

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