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Trump, battuto in Venezuela si vendica contro Cuba

Il presidente statunitense Trump è tornato a minacciare Cuba per il sostegno al governo bolivariano di Maduro in Venezuela. “Se le truppe e le milizie cubane non cesseranno immediatamente le operazioni militari e di altro genere allo scopo di causare la morte e la distruzione della Costituzione venezuelana, imporremo un embargo totale sull’isola di Cuba insieme a più sanzioni”, ha twittato Trump dopo aver subìto l’ennesimo fallimento del suo golpe in Venezuela. Gli ha fatto eco il Segretario di Stato Mike Pompeo, secondo cui “Cuba ha esportato per anni la sua oppressione in Venezuela. I militari, l’intelligence e le forze di sicurezza cubane mantengono Maduro al potere. Questo comportamento mina la stabilità dei paesi dell’emisfero occidentale e costituisce una diretta minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.

Gli Stati Uniti hanno così annunciato che dal 2 maggio hanno attivato il capitolo III della Helms-Burton, legge approvata nel 1996, per rafforzare e internazionalizzare il blocco economico contro Cuba.

“Le misure annunciate dagli Stati Uniti contro Cuba sono condannate al fallimento e ne provocheranno inoltre l’isolamento” ha affermato il cancelliere cubano, Bruno Rodriguez.
In una conferenza stampa, il ministro degli Esteri cubano ha denunciato che queste azioni di Washington implicano un rafforzamento del blocco economico, commerciale e finanziario mediante la stretta applicazione della Legge Helms-Burton.
“Questa legge, insieme alle azioni specifiche, creerà necessariamente effetti finanziari, danneggeranno le entità cubane, genereranno maggiori difficoltà e carenze al nostro popolo”, ha sottolineato.
Ha aggiunto che la meta dichiarata è asfissiare l’economia e punire il popolo cubano con la finalità di strappare concessioni politiche al Governo di Cuba.
Tuttavia, ha precisato che, nonostante l’impatto negativo per i cubani, gli Stati Uniti non potranno ottenere il loro storico obiettivo di distruggere la Rivoluzione Cubana.  Ha ricordato che Cuba con la legge 80 approvata dall’Assemblea Nazionale del Potere Popolare nel 1996, ha dichiarato illecita, inapplicabile e senza nessun valore la Helms-Burton.

Sull’escalation statunitense si registrano crescenti opposizioni a livello internazionale, anche perché questo criterio dell’internazionalizzazione delle sanzioni Usa coinvolge non solo Cuba ma anche l’Iran, la Siria, il Venezuela. Mosca è apertamente contraria a qualsiasi sanzione unilaterale, compresa l’ultima decisione degli Stati Uniti contro Cuba. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, in un briefing a Yalta. “Siamo contrari a qualsiasi tipo di sanzioni unilaterali: l’attuale amministrazione americana ha rianimato la dottrina Monroe e la sta applicando in pieno alla regione dell’America Latina in quegli aspetti in cui è vantaggioso sopprimere la sovranità e l’indipendenza di questi stati”, ha detto Zakharova, citata da Interfax.

Anche l’Unione Europea critica la decisione dell’amministrazione Trump. Da Bruxelles con una dichiarazione congiunta dell’alto rappresentante per la Politica e di Sicurezza Ue, Federica Mogherini e di quello per il commercio, la svedese Cecilia Malmstrom, in cui si legge che «l’Unione europea ribadisce la sua forte opposizione all’applicazione extraterritoriale di misure unilaterali relative a Cuba contrarie alle legge internazionale», per aggiungere poi che ogni opzione è aperta per proteggere i suoi legittimi interessi, compreso il ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio.

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