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Colombia. Il governo toglie la scorta ai dirigenti delle Farc legalizzati

Il partito politico delle Forze Alternative Rivoluzionarie della Colombia (FARC) ha denunciato il governo di Iván Duque per aver ordinato il ritiro delle scorte per i suoi membri che hanno deciso di entrare nella legalità.
“Con l’aumentare delle minacce, avvertiamo questa misura del governo come inspiegabile, in cui gli elementi di protezione sono stati rimossi dagli organismi responsabili della sicurezza del nostro partito”, hanno denunciato le FARC attraverso il suo account Twitter.
Gli ex combattenti delle FARC, che da quasi tre anni hanno smobilitato la guerriglia e si sono reinseriti nella società e nella vita politica legale, denunciano la violazione degli accordi di pace firmati a L’Avana, Cuba, nel 2016 durante il governo di Juan Manuel Santos.
Data questa situazione, un settore delle FARC ha invece deciso di riprendere la lotta armata e lasciare i ranghi del partito politico legale, il che mette in discussione il processo di pace in Colombia.
Il presidente colombiano Duque, d’altra parte, ha dichiarato che combatterà incessantemente i ribelli delle Farc che hanno deciso di riarmarsi, mentre attivisti e difensori dei diritti umani chiedono stabilità nazionale.
La Commissione etica disciplinare nazionale della Forza alternativa rivoluzionaria comune (FARC), mercoledì ha chiesto al Consiglio politico nazionale del partito di espellere Iván Marquéz, Jesús Santrich, Walter Mendoza, “El Paisa”, “Aldinever” e “Romaña”, che guidano il settore delle Farc che ha deciso di tornare alla lotta armata in Colombia.
In un comunicato stampa, il Consiglio politico è invitato ad applicare l’articolo 10 delle sanzioni, che stabilisce nella sua sottosezione D: “Separazione definitiva del partito in caso di reati molto gravi”, chiarisce inoltre che il 95 percento della precedente rete guerrigliera è per mantenere l’accordo di pace.
La commissione etica disciplinare prevede che il regolamento verrà applicato nel caso dei dissidenti che lo scorso 29 agosto hanno annunciato la ripresa della lotta armata, denunciando che questo gruppo usurpa il nome storico delle FARC.

In realtà occorre dire che il nome storico delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia) è stato modificato in occasione del passaggio alla legalità, con  Forze Alternative Rivoluzionarie di Colombia.

In secondo luogo, dagli accordi di pace del 2016 almeno 167 militanti, dirigenti, o attivisti sociali, sindacali e indigeni, sono stati uccisi dai paramilitari. Era già accaduto nel 1989 con gli accordi di pace, la smobilitazione della guerriglia e la fondazione del partito politico legale Union Patriottica. Ma in pochi mesi centinaia di dirigenti e militanti della Up vennero assassinati, incluso il segretario generale Jaime Pardo Leal. Alcuni settori delle Farc non si fidarono del governo e rimasero nella selva. Quando fu chiaro che non c’era alcun accordo di pace le FARC ripresero la lotta armata in tutto il territorio colombiano dove erano insediate.

 

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