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Filippo Ferri: dalla mattanza della Diaz alla sicurezza del Milan

Uno dei dirigenti condannati a luglio in via definitiva per la macelleria messicana contro i manifestanti e i giornalisti che dormivano nella scuola Diaz è stato assunto dal Milan nientemeno che come consulente alla sicurezza.

Una notizia che arriva poche ore dopo la pubblicazione da parte della Cassazione, ieri, delle motivazioni della sentenza di condanna dei vertici delle forze dell’ordine per i fatti di Genova 2001. Una condanna poco più che simbolica, importante ci mancherebbe, ma teorica, virtuale. Come dimostra il fatto che un personaggio chiave in quegli eventi e nella catena di comando come Giuseppe De Gennaro non solo è stato stralciato dal processo ma addirittura è stato promosso dal governo Monti alla carica di sottosegretario. E come dimostra la stessa notizia che ha al centro Filippo Ferri, ex capo della Squadra Mobile di La Spezia condannato a tre anni e otto mesi di carcere ma tuttora a piede libero. L’ex poliziotto, in virtù della sentenza ribadita a inizio luglio dalla Cassazione, dovrà rimanere lontano dagli incarichi pubblici per i prossimi cinque anni, ma è appena diventato consulente – immaginiamo con uno stipendio niente male – per una delle più importanti società calcistiche del paese. Una società i cui vertici si sono evidentemente incaricati di diventare il momentaneo ma comodo rifugio di un personaggio che evidentemente certi ambienti hanno deciso di non lasciare solo nel momento del bisogno.

Abbiamo sinceramente qualche difficoltà a comprendere come il Milan riuscirà a mettere a frutto le “doti” di Ferri, già dimostrate nel luglio del 2001 durante l’irruzione a capo di centinaia di celerini nella scuola che fungeva da media center dei movimenti che contestavano il vertice degli ‘otto grandi della terra’. Una condotta che la Cassazione ha definito inequivocabilmente “cinica e sadica” e “sconsiderata violenza” e che già un suo collega, Fournier, appellò come “macelleria messicana”. Ferri è stato condannato non per aver torturato manifestanti e giornalisti inermi, ma ‘solo’ per aver falsificato alcuni verbali su quella eroica operazione di Polizia. Ed è forse per questo che è stato il primo tra gli imputati ad essere scelto all’interno di un’operazione di riciclaggio che abbiamo la sensazione che continuerà poi anche con gli altri.

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