Alla fine della prossima settimana, si terrà un summit di un certo rilievo per le relazioni in Asia e a livello internazionale. È quello tra il presidente cinese Xi Jinping e il primo ministro indiano Narendra Modi. Secondo alcuni osservatori non sarà un meeting semplice, ma potrebbe riservare sorprese in senso positivo nei rapporti, spesso burrascosi, tra i due Paesi più popolosi del mondo e con economie in crescita.
Le questioni da discutere tra i due giganti asiatici sono numerose. Ci sono confini ancora oggi parzialmente contesi e spesso motivo di conflitto.
L’ultraliberista e nazionalista indù Modi da tempo ha iniziato una marcia di avvicinamento agli Stati Uniti mentre Xi Jinping da tempo sta cercando di portare il Pakistan nell’orbita cinese. Prima del summit sino-indiano, l’8 ottobre, prima di vedere Modi, Xi Jinping incontrerà il primo ministro pachistano Imran Khan.
La rotta pianificata del corridoio economico Cina-Pakistan attraverso il controverso Kashmir, l’opposizione di Pechino all’entrata di Nuova Delhi nel gruppo dei fornitori nucleari e l’allargamento del deficit commerciale sono alcuni dei principali fattori di tensione nei legami tra India e Cina, scrive il quotidiano India Today.
Secondo il giornale cinese Global Times “Queste vecchie contraddizioni e i nuovi problemi intrecciati, si traducono in una grave mancanza di fiducia reciproca strategica tra Cina e India. Pertanto, l’India ha da tempo adottato un atteggiamento precauzionale nei confronti della Cina adottando molte misure restrittive sulla cooperazione economica e gli scambi di personale con la Cina, che ha ostacolato la cooperazione Cina-India e danneggiato gli interessi di Nuova Delhi”.
La Cina inoltre ha espresso preoccupazione per la brusca e unilaterale annessione adottata da Nuova Delhi delle regioni del Jammu e Kashmir, quest’ultima contesa con il Pakistan e confinante anche con la Cina. Tant’è che è stata la Cina – per conto di Islamabad – a chiedere al Consiglio di sicurezza delle Nazioni uniti di tenere una riunione a porte chiuse sulla questione del Kashmir.
Il summit della prossima settimana tra India e Cina si terrà in India mentre il precedente si era tenuto ad aprile dello scorso anno a Wuhan, in Cina, dopo la crisi frontaliera dell’altopiano di Doklam tra i due giganti, avvenuta nel 2017.
Diversi osservatori si soffermano sul carattere informale di questi incontri, perché tale forma consentirebbe di fare dei passi avanti. I “summit informali” sottolinea l’agenzia Askanews, hanno proprio il compito di dirsi le cose come stanno fuori dai vincoli di una formalità studiata nei minimi dettagli e consentono di aumentare la fiducia personale tra i leader. Il summit in questo caso è stato però preparato da tempo, anche con il viaggio in Cina ad agosto del ministro degli Esteri indiano S Jaishankar, che ha incontrato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi.
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