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“Milioni di persone hanno votato per il manifesto radicale del Labour. Si riparte da qui”

Il movimento sindacale, laburista e operaio della Gran Bretagna ha subito una profonda sconfitta. In una campagna elettorale combattuta duramente e condotta in condizioni infernali, i laburisti hanno perso il vantaggio di cui godevano fino a quando non hanno abbandonato l’impegno originale di Jeremy Corbyn di rispettare il risultato del referendum sull’uscita dall’UE. I conservatori hanno fatto campagna elettorale su un manifesto/programma minimale con lo slogan : “Get Brexit done” [Fare la Brexit].

Una dura battaglia è scoppiata nel Partito Laburista con l’ala destra che ora cerca di incolpare Jeremy Corbyn per la sconfitta subita. La sinistra è critica su alcuni aspetti della campagna del Labour, ma è chiaro che il partito – a causa della ritirata sulla Brexit – in questa tornata elettorale ha perso due milioni di voti ripetto ai quattro precedentemente persi da Tony Blair e riconquistati da Corbyn nelle elezioni del 2017.

Len McClusky, leader del più grande sindacato britannico e il più grande “affiliato” al Partito laburista, ha dichiarato: “La mia più grande paura si è avverata il giovedì sera, nei nostri centri del Nord e del Midlands il Labour non è riuscito a comprendere la forza della gente nei confronti della Brexit”.

Il Morning Star ha analizzato la questione in questi termini.

Le comunità abbandonate e tradite dai governi successivi agli anni ’80, Tory e Labour, hanno ragione a non sentirsi rappresentate dal lungo dominio Thatcheriano, che va dagli anni ’90 al 2015, di entrambi i principali partiti politici. La perdita di cinque milioni di voti per il Labour negli anni di Blair ha dimostrato da quanto tempo si sta accumulando questa mancanza di fiducia nel partito. Il voto sulla Brexit è stato soprattutto un voto contro l’establishment, contro lo status quo, ed è stata una domanda semplice, con due sole opzioni, la cui risposta è stata molto chiara. Il rifiuto della classe politica di accettare quella risposta è stata chiaramente l’ultima goccia, e ha generato la bizzarra illusione che un candidato Tory che ha studiato alla Eton [scuola privata per i ricchi, la più prestigiosa del Regno Unito] possa offrire di più delle politiche condotte da un decennio a questa parte e di conseguenza rappresentare una candidatura ‘anti-establishment’. Esiste un forte rischio, con una fascia di collegi elettorali tradizionalmente laburisti che diventa blu, che l’Inghilterra e il Galles si spostino verso una politica di “guerra culturale” simile a quella degli Stati Uniti. In Scozia, l’eclissarsi della politica di classe dietro alle identità del nazionalismo e della politica unitaria [unità con l’Inghilterra] è un passo avanti su questa strada, sebbene il supporto per un vero cambiamento sociale ed economico tra molti scozzesi a sostegno dell’indipendenza non debba essere sottovalutato anche se non si riflette nella politica del SNP (Partito nazionale scozzese).Tale rischio deve essere respinto con il rifiuto della falsa narrazione che la sconfitta dei laburisti sia dovuta al manifesto troppo a sinistra. In molti sostengono la nazionalizzazione del trasporto pubblico, dell’acqua e dei servizi pubblici e una posizione più dura nei confronti delle aziende. I sondaggi confermano che le politiche del Labour sono popolari, il problema è che pochi elettori si sono fidati di consegnare queste rivendicazioni al partito. Questa mancanza di fiducia è indissolubilmente legata alla posizione del partito sulla Brexit.

In seguito alle elezioni il Partito Comunista Britannico ha dichiarato: “Indubbiamente, il risultato è una sconfitta per la politica di classe e per il programma progressista e di sinistra del Labour. Cambia il panorama politico in Inghilterra, Scozia e Galles. Un governo di maggioranza conservatore cercherà ora di invertire i diritti, incluso il diritto di sciopero, e di ricominciare con il programma di privatizzazione della classe dominante. Ma ugualmente, nonostante l’ostilità delle potenti forze dell’establishment, nelle grandi imprese e nei mass media, milioni di persone hanno votato per il manifesto radicale del Labour. Si deve ripartire da qui. Numerosi fattori sono alla base della sconfitta del Labour, tra cui gli incessanti attacchi sponsorizzati dallo stato e dai media sul carattere del leader del partito e sulle politiche economiche e sociali del Labour. La disunità promossa da quegli elementi fanaticamente pro-UE che hanno portato il partito in una posizione in cui è stato visto da molti elettori della classe operaia come un partito “Stop Brexit” ha avuto un ruolo importante. In questa nuova situazione politica, il Partito Comunista raddoppierà i suoi sforzi per rafforzare il movimento operaio, compresi i sindacati, molti dei quali hanno svolto un ruolo splendido durante la campagna elettorale generale di sei settimane. È giunto il momento di ricostruire, estendere e sviluppare i movimenti di massa extraparlamentari della Gran Bretagna nelle comunità della classe operaia. In particolare, non vediamo l’ora di lavorare ancora di più con e nell’Assemblea popolare contro l’austerità, i movimenti pacifisti e antirazzisti, l’Assemblea nazionale delle donne e la campagna LeFT (sinistra, lotta, trasformazione) per una Brexit popolare.

 

* responsabile della comunicazione per il Partito Comunista Britannico.

 

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