Cosa sarebbe una capitale che meriti questo nome senza un Centro Commerciale? Da Niamey Nyala a Niamcoco il passo lessicale è breve. Dalla capitale ‘civettuola’ a Niam-coco ci sta di mezzo la sabbia. Solo lei regala alla capitale la seduzione di cui le immagini della tempesta di inizio maggio hanno fatto il giro del mondo.
Dopo il nuovo aeroporto internazionale, il centro culturale dedicato al Mahatma e offerto dall’India, l’hotel 5 stelle Ravisson blu, i semafori nuovi di zecca con tanto di secondi a scalare alle rotonde della capitale, il nuovo edificio a numerosi piani per il ministro della finanza e molte altre opere di (in)utilità pubblica, avremo pure noi, finalmente verrebbe da dire, un Centro Commerciale.
Il comunicato del consiglio dei ministri del 15 maggio è stato oltremodo chiaro ed inequivocabile.
“Nel contesto del programma di modernizzazione della Città di Niamey, si intraprende il progetto di costruzione per un Centro Commerciale e per il tempo libero. Questo per rafforzare le capacità di questa città à offrire alla popolazione migliori condizioni nell’ambito delle transazioni commerciali, del divertimento e dello sport”.
Dunque non si vive di solo Covid-19 ma anche di progetti commerciali, di imprese di costruzione, di demanio pubblico, di edilizia che ha reso Niamey ciò che pochi avrebbero sospettato quando fu eretta come capitale del Niger. In effetti dal 1960, anno dell’indipendenza, al 2010, in 50 anni dunque, la popolazione della capitale è stata moltiplicata per 36, passando da 34 mila abitanti a 1 milione e 222 mila.
Questa crescita vertiginosa, che dovrebbe essere aggiornata al presente, non è stata accompagnata dalle infrastrutture domandate. Questo ha condotto ad una crisi delle case per le popolazioni a debole reddito che rappresentano la grande maggioranza di coloro che ivi cercano un alloggio.
Una delle conseguenze è stata quella di un eccessivo frazionamento in parcelle di cui non è sempre facile identificare i proprietari che, proprio come dune di sabbia, possono mutare con le stagioni e la direzione del vento. La superficie di Niamey, d’altra parte, è stata moltiplicata per più di due volte in meno di 15 anni. Niamey la ‘coquette’ vuole sorprendere.
Questo ci aiuta a cogliere meglio l’idea del Centro Commerciale fissato dal progetto di decreto del citato consiglio dei ministri della settima repubblica del Niger. Esso dovrebbe costruirsi sull’appezzamento ‘Estensione Idé Gano’ sul territorio della Città di Niamey.
Ciò potrebbe comprendere un complesso commerciale con due centri commerciali, un hotel a 4 stelle (per umiltà), due centri per il tempo libero e un centro per affari. Il montante sarebbe di 90, 500 miliardi di franchi locali e cioè qualcosa come 181 milioni di dollari e totalmente a carico del privato.
Niamcoco contribuirà dunque a rendere la capitale ancora più attrattiva di quanto non sia adesso e si assisterà senza dubbio all’ulteriore moltiplicarsi di semafori a tempo indeterminato, la durata dei quali è in funzione delle manifestazioni studentesche che, in genere, li usano come bersaglio privilegiato.
Quanto al Complesso Commerciale, visto il contesto che caratterizza il Movimento del Rinascimento, condotto dal partito di maggioranza, il Partito Nigeriano per la Democrazia e il Socialismo (PNDS), sarà dunque profondamente popolare. Un’intera ala del Centro sarà di esclusiva fruizione dei rifugiati, nel frattempo moltiplicatisi vista la realtà caotica della zona che, in attesa di trovare un Paese ospite, avranno accesso incondizionato ai sogni che hanno da sempre coltivato.
I migranti invece, dopo essere stati bloccati dalle politiche di esternalizzazione delle frontiere da parte dell’Europa, avranno in dotazione l’ala attigua a quella attribuita ai rifugiati. Oltre una cucina autogestita dalle donne a seconda delle nazionalità, avranno pieno e riservato accesso ad una piscina soprattutto per imparare a camminare sulle acque, visto che visti e barconi sono ormai una chimera.
Celebreranno occasionali feste dove i primi invitati saranno le Ong umanitarie e in particolare l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, OIM, il cui personale sarà rimandato al Paese di provenienza.
La gestione dei luoghi per il tempo libero saranno dati in gestione a chi non ha ancora trovato casa e per i mendicanti è prevista l’apertura di una scuola professionale di cui loro saranno i maestri.
Quanto ai bambini che si trovano in strada, secondo un progetto non ancora dischiuso dalle autorità, avranno il potere di eleggere uno di loro come prossimo primo ministro .
Niamey, 24 maggio 2020
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