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Stati Uniti. “Defund the police” chiedono le piazze. Trump e Biden dicono no

“Defund the police”, tagliare i fondi alla polizia, considerata ormai una sorta di entità ostile alle comunità. Non solo meno soldi ma anche tagliare e rivedere i compiti della polizia per evitare altri casi George Floyd.

Lo slogan si sta diffondendo a macchia d’olio nelle piazze negli Stati Uniti. Gli attivisti indicano da anni questa possibilità come la migliore risposta alla violenza della polizia, ma dopo la morte di Floyd a Minneapolis, questo obiettivo è diventato estremamente popolare ed è in salito in cima alle richieste dei dimostranti.

Dietro alla richiesta di “Defund the police” vi è la convinzione che le riforme all’interno delle forze di polizia, su cui il dibattito si è concentrato negli ultimi anni, siano state del tutto insufficienti a modificarne natura e funzione.

“L’unico modo per porre fine a questi cicli infiniti di violenza poliziesca è creare alternative alla sorveglianza della polizia. Perché anche in una pandemia in cui i neri sono stati uccisi in modo sproporzionato dal coronavirus, la polizia continua a ucciderci”, hanno scritto in un commento pubblicato sul New York Times, Philip V. McHarris, esperto di questioni razziali, e Thenjiwe McHarris, del Movement for Black Lives.

Per gli autori, chiamare il 911 può essere una “condanna a morte” per gli afroamericani e che, data questa situazione, molte comunità ritengono che la telefonata alla polizia non sia un’opzione in caso di emergenza.

La discussione è aperta tra chi invita a re-immaginare il ruolo delle forze dell’ordine e chi vorrebbe direttamente “abolire la polizia”. Per quanto possa sembrare estrema come ipotesi, questa già trovando consensi anche all’interno della classe politica.

La maggioranza del consiglio comunale di Minneapolis – ad esempio – ha annunciato il proprio impegno a smantellare il dipartimento di polizia della città. L’idea, ancora da definire bene, è che l’organo venga sostituito da un modello di sicurezza pubblica basato sulla comunità, con assistenti sociali, medici e altri esperti incaricati di rispondere a diverse situazioni che fino ad ora erano nelle mani della polizia.

In due delle più grandi città degli Usa – Los Angeles e New York – le richieste di tagli ai finanziamenti alla polizia sono state soddisfatte in pochi giorni.

Il sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti, ha annunciato la scorsa settimana un taglio di 150 milioni di dollari al bilancio della polizia, che andranno alle comunità afroamericane e latine. Il suo collega di New York, Bill de Blasio, è intenzionato a prelevare fondi dal Dipartimento di Polizia (Nypd) e ad utilizzarli nei programmi sociali per i giovani. Ha anche annunciato che gli agenti cesseranno di essere incaricati di monitorare il commercio di strada, trasferendo la responsabilità a un’agenzia civile.

Il News York Police Department ha 36 mila agenti e un budget annuale di circa 6 miliardi di dollari.

“Non ci sarà nessun defunding. E non ci sarà nessuno smantellamento della nostra polizia. La nostra polizia ci ha consentito di vivere in pace” ha twittato inviperito il presidente Usa . Trump ha esternato da una riunione in cui era circondato da alti funzionari dell’amministrazione , da procuratori generali della Florida e del Kentucky, dal presidente nazionale dell’Ordine di polizia, dal presidente dell’Associazione internazionale dei capi di polizia e dai rappresentanti dei dipartimenti di polizia in Illinois e Colorado.

Curiosamente, ma non sorprendentemente, una posizione simile è stata espressa anche dal candidato democrats Joe Biden. “No, io non sostengo il defunding the police” ha detto Biden alla Cbs lunedi scorso. “Sostengo il condizionamento degli aiuti federali alla polizia in base al fatto che soddisfino o meno determinati standard di base di decenza e onorabilità e, di fatto, siano in grado di dimostrare di poter proteggere la comunità e tutti i membri della comunità”.

Una battuta che circola da sempre dagli Stati Uniti afferma che la differenza tra Repubblicani e Democratici è che i primi vanno alla messa delle sei e i secondi a quella della sette.

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