Un giovane ispanico di 27 anni Carlos Ingram Lopez è morto durante il suo arresto da parte della polizia per arresto cardiaco a Tucson, in Arizona, dopo essere stato ammanettato e tenuto con il volto a terra per circa dodici minuti da agenti. Gli ultimi istanti della sua vita sono stati ripresi in un video, diffuso dalla polizia ad oltre due mesi dall’episodio. Le immagini mostrano l’uomo mentre chiede dell’acqua e afferma di non riuscire a respirare, proprio come avvenuto per George Floyd, il cittadino afroamericano morto in circostanze analoghe negli Stati Uniti.
https://www.youtube.com/watch?v=IPWUnHAJqd8
Il capo della polizia di Tucson, Chris Magnum, ha offerto le sue dimissioni dopo la diffusione di questo video shock, mentre i tre agenti coinvolti nella morte del giovane ispanico hanno già abbandonato il loro incarico, dimettendosi. Secondo i risultati dell’autopsia, Lopez è morto per il blocco a terra continuato con un cappuccio anti sputo e un arresto cardiaco sopraggiunto in presenza di un’intossicazione di cocaina.
Intanto i manifestanti antirazzisti annunciano che, sulla scia di Seattle, intendono aprire una “Zona autonoma” nella capitale degli Stati Uniti, Washington.
Ma contro di loro sono arrivati le minacce di Trump secondo cui saranno “affrontati seriamente” qualora dovessero dare corso all’iniziativa. “Non ci sarà una ‘Zona autonoma’ a Washington D.C. finché sarò il vostro presidente. Se ci proveranno, saranno affrontati seriamente”, ha affermato Trump.
Il “Washington Post” riferisce anche che sulle colonne della vicina chiesa di San Giovanni sono apparse le lettere “Bhaz”, scritte con vernice spray, acronimo per “Black House Autonomous Zone”, Zona autonoma della Casa Nera. Si tratta di un’iniziativa simile a quella intrapresa dai manifestanti a Seattle, dove nelle scorse settimane le proteste del movimento Black lives matter hanno portato a una “Zona autonoma del Campidoglio”.
Lunedi i manifestanti a Washington avevano cercato di abbattere una statua dell’ex presidente Andrew Jackson a Lafayette Square, a poca distanza dalla residenza del presidente statunitense. La polizia è intervenuta usando la forza per disperdere i dimostranti prima che riuscissero nell’intento di tirar giù la statua.
Negli ultimi giorni i dimostranti hanno preso di mira le statue di generali confederati e di altre figure storiche considerate razziste per le loro posizioni su colonialismo e schiavitù
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha autorizzato le autorità federali ad arrestare “chiunque vandalizzi o distrugga monumenti.
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