Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha concesso 72 ore al capo della delegazione Ue a Caracas per lasciare il Paese, in risposta alle sanzioni adottate ieri contro 11 funzionari venezuelani. Il capo di Stato venezuelano ha annunciato l’espulsione della rappresentante dell’Unione europea Isabel Brilhante Pedrosa durante un discorso al palazzo presidenziale di Miraflores.
“Chi sono per tentare di imporsi con le minacce? Chi sono? Basta! Questo è il motivo per cui ho deciso di concedere all’ambasciatore dell’Unione europea 72 ore per lasciare il nostro Paese”, ha detto Maduro. “Sistemeremo la questione in 72 ore, le forniremo un aereo per andarsene, ma sistemeremo i nostri affari con l’Unione europea”.
Maduro ha anche affermato che il Venezuela si riserva azioni diplomatiche verso l’ambasciatore di Spagna per la sua partecipazione all’incursione armata di Macuto e per la sua complicità con le azioni criminali denunciate sul Wall Street Journal da Leopoldo Lopez.
Ieri il Consiglio Europeo ha aggiunto 11 alti funzionari venezuelani alla lista delle persone soggette a sanzioni, portando a 36 il numero dei funzionari venezuelani colpiti dalle misure interdittive della Ue.
Le personalità venezuelane sanzionate, si legge in una nota diramata dall’Ue, “sono responsabili per avere agito contro il funzionamento democratico dell’Assemblea Nazionale inclusa la rimozione dell’immunità parlamentare a diversi suoi membri”.
La misura include il divieto di viaggio e il congelamento dei beni. Tra le persone incluse nella lista ci sono Juan Jose Mendoza, presidente del Tribunale supremo di giustizia del Venezuela (Tsj) e Josè Ornelas, capo del Consiglio di difesa nazionale.
Le sanzioni della Ue sono state varate dopo le recenti decisioni del Tsj, di sospendere i vertici di due partiti di opposizione e di nominare i nuovi membri del Consiglio nazionale elettorale (Cne). Lo scorso 16 giugno il Tsj ha ordinato la sospensione dei vertici del partito di opposizione Prima la Giustizia (Primero Justicia, PJ).
La Corte, si legge in una nota diffusa sui canali social, nomina una giunta direttiva “ad hoc per portare avanti il processo di ristrutturazione democratica” del partito di Tomas Ignacio Guanipa, deputato in carica presso l’Assemblea Nazionale. Il partito viene messo nelle mani di José Dionisio Brito, ex membro di Pj, cui spetterà il compito di riempire le altre caselle dirigenziali a livello nazionale e locale. La decisione della corte surriscalda il dibattito sull’avvio del processo che dovrebbe riportare il paese alle urne, dopo la nomina di un nuovo Consiglio nazionale elettorale (Cne) da parte dello stesso Tsj. Il provvedimento segue la sospensione della giunta direttiva di Azione democratica (Accion democratica, Ad), uno dei principali partiti della destra.
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