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Bolivia. La vittoria elettorale del MAS contro la destra e il golpe

Dopo un imbarazzante ritardo nel dare i dati non ufficiali da parte del Tribunale Supremo Elettorale (TSE), finalmente all’una del mattino, i risultati elettorali sono diventati noti e praticamente certi: secondo le stime di Unitel-Ciesmori, Luis Arce ha ottenuto il 52,4% dei voti, mentre il suo più vicino rivale Carlos Mesa ha ottenuto il 31,5% dei voti e il leader della destra golpista, Fernando Camacho, ha ottenuto solo il 14,5%. Poco dopo, la presidentessa de facto, Jeanine Añez, in un tweet ha detto che le informazioni disponibili indicano la vittoria del MAS.

Secondo la legge elettorale della Bolivia, affinché un candidato possa vincere al primo turno, deve assicurarsi più del 50% dei voti o più del 40% con un vantaggio del 10% sul rivale più vicino. Con questi risultati, in attesa della conferma da parte del TSE dei risultati ufficiali disponibili martedì – Lucho Arce e David Choquehuanca saranno il prossimo presidente e vice presidente della Bolivia.

Prima della pubblicazione della stima di Unitel-Ciesmori, l’ex presidente Evo Morales aveva dichiarato che il meccanismo di tabulazione interna, istituito dal MAS per avere un proprio conteggio contro possibili frodi e brogli elettorali, aveva rivelato la vittoria delle elezioni da parte del MAS, così come entrambe le camere del Parlamento. Morales ha scritto in un tweet che è la volontà del popolo ad aver vinto e che ora “restituiremo dignità e libertà al popolo”.

Le informazioni relative ai risultati sono state accolte con grande gioia dai boliviani e dalle forze progressiste di tutto il mondo. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha twittato che il popolo boliviano ha sconfitto con il suo voto il colpo di Stato che aveva rovesciato Morales nel novembre 2019.

Più di 7,3 milioni di boliviani si sono recati alle urne questa domenica nei nove dipartimenti del Paese, una giornata elettorale caratterizzata da una grande affluenza nelle circoscrizioni elettorali nel rispetto delle misure sanitarie per il Covid-19. Le operazioni di voto si sono svolte in grande tranquillità e non hanno fatto registrare episodi di violenza o tensione fuori dai seggi elettorali né nel resto delle città.

Non è servito a nulla al governo de facto militarizzare le principali città del Paese in tutti questi giorni, né il comportamento provocatorio e violento del ministro Murillo, che ha accusato un gran numero di osservatori elettorali di essere “sovversivi” e “comunisti”.

Alla luce dei risultati, vogliamo ringraziare il popolo boliviano e tutti i nostri militanti; abbiamo fatto passi importanti: abbiamo recuperato la democrazia e la speranza”, ha dichiarato Luis Arce. Ha ribadito che “il nostro impegno è quello di lavorare e di portare avanti il nostro programma, governeremo per tutti i boliviani e costruiremo l’unità del nostro Paese”, ha aggiunto.

Ripristineremo l’economia del Paese: abbiamo l’obbligo di reindirizzare il nostro processo di cambiamento senza odio, comprendendo e superando i nostri errori”, ha detto Luis Arce. “I risultati dimostrano che il popolo è saggio e risponderemo a tutte le aspettative“.

In attesa dei risultati definitivi, si apre la partita della tenuta politica di questa vittoria. La presidentessa de facto Anez è stata costretta ad ammettere la vittoria del MAS, come confermata dai vari istituti di sondaggio; tuttavia, sappiamo bene che la destra golpista e le frange estremiste dell’esercito sono poco inclini ad accettare una vittoria così schiacciante e già al primo turno del MAS.

L’attenzione rimane alta per monitorare ed evitare situazioni di destabilizzazione che possano determinare un rovesciamento del risultato elettorale come espressione democratica e partecipativa del popolo boliviano; le forze golpiste, fasciste ed imperialiste hanno dimostrato nei mesi scorsi la loro violenza e le minacce di un nuovo golpe in caso di vittoria del MAS non sono state ancora del tutto sconfitte.

P.s. Un esempio di “golpismo democratico”: il vergognoso titolo di Repubblica:

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