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Spagna. La bufala della Russia pronta a inviare soldati in Catalogna

Sembrerebbe uno scherzo o una fake news ben congegnata, ed invece è accaduto veramente. La Guardia Civil spagnola sostiene che la Russia avrebbe offerto al presidente Carles Puigdemont nel 2017 di pagare tutto il debito della Catalogna e di poter fornire 10.000 soldati a sostegno dell’indipendenza.

Questo è quanto scritto nero su bianco nell’ordine del Tribunale numero 1 di Barcellona relativo all’operazione di polizia compiuta ieri contro persone legate all’indipendentismo catalano ed a cui il quotidiano El Nacional.cat afferma di aver avuto accesso.

Il giudice che indaga sull’uso di fondi pubblici per pagare le spese del presidente della Catalogna in esilio in Belgio, Carles Puigdemont, sospetta che, giorni prima della Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza (DUI), il presidente russo, Vladimir Putin, abbia offerto la spedizione all’ex presidente della Generalitat di ben 10.000 soldati in Catalogna e di pagare il debito catalano, ipotesi che però Puigdemont avrebbe respinto.

Il capo del tribunale di Barcellona, ​​Joaquín Aguirre, sostiene di averlo rilevato nelle perquisizioni e le intercettazioni nelle case degli uomini d’affari vicino ai partiti indipendentisti CDC ed ERC, arrestati mercoledì dalla Guardia Civil. Si tratta di Oriol Soler, David Madí e Xavier Vendrell. Inutile dire che, dopo che si è diffusa la notizia, le reti sono state inondate di meme, montaggi e barzellette sull’argomento.

Perfino l’ambasciata della Russia alla fine è stata al gioco mettendosi a ironizzare con un tweet ufficiale: “Attenzione: le informazioni apparse sui media spagnoli sull’arrivo di 10.000 soldati russi in Catalogna sono incomplete. Occorre aggiungere due zeri al numero dei soldati e il dato più importante di tutti di questa congiura: le truppe dovrebbero essere trasportate dagli aerei ‘Mosca’ e ‘Chato’ assemblati in Catalogna durante la Guerra Civile e nascosti in un luogo sicuro nelle montagne catalane fino a quando non ricevono attraverso queste pubblicazioni l’ordine criptato di agire”.

Il comunicato, piuttosto dissacrante per le autorità giudiziarie spagnole, risulta pubblicato dall’ambasciata russa sul proprio account Twitter.

L’ordinanza del giudice, che fa riferimento a questa offerta in tempi diversi, afferma testualmente: “Nell’autunno del 2017 la Russia avrebbe offerto sostegno a Carles Puigdemont se avesse dichiarato l’indipendenza, al punto da trasferire 10.000 soldati in Catalogna. Avendo accettato, gli eventi sarebbero stati probabilmente tragici e avrebbero innescato un conflitto armato nello Stato con un numero incerto di vittime“.

Tutto questo è stato desunto dal giudice da una conversazione tra l’ex leader del CDC Víctor Terradellas e l’ex leader del CER Xavier Vendrell, arrestato ieri mattina. Secondo gli investigatori “non c’è motivo di dubitare della sua legittimità e autenticità, dato che, almeno una parte delle informazioni citate è avvenuta in seguito”. Ma Carles Puigdemont “se la sarebbe fatta sotto” è scritto nell’ordinanza che riproduce presumibilmente le parole di Terradellas.

Ma anche l’uomo d’affari catalano Oriol Soler sarebbe stato coinvolto in questa operazione con il governo russo. L’ordinanza del tribunale riferisce dell’incontro che Soler ha avuto nel novembre 2017 con Julian Assange, ancora rifugiato presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra, per adottare “la strategia di disinformazione e destabilizzazione a cui avrebbe partecipato anche il governo del Cremlino come parte della sua narrativa generale su un’Unione europea di bordo del collasso“.

Secondo gli investigatori, in questa presunta cospirazione sarebbero coinvolti anche media controllati dal Cremlino come Russia Today e Sputnik, il cui redattore capo, Margarita Simonyan, è “una persona vicina” a Vladimir Putin ed editore di Assange e Eduard Snowden, che sarebbe anche coinvolto nella trama, secondo la Guardia Civil, a causa dei suoi tweet a sostegno degli indipendentisti catalani durante il famoso “Procès”.

Ma non è finita,  perché secondo la Guardia Civil tra le campagne di destabilizzazione promosse dalla Russia figurerebbero, anche la Brexit e l’elezione di Donald Trump.

Insomma, noi eravamo abituati ai complottisti di casa nostra, ma di fronte alla Guardia Civil e ai magistrati spagnoli dobbiamo ammettere che anche i più fantasiosi appaiono dei dilettanti.

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