All’età di 60 anni è deceduto a Buenos Aires Diego Armando Maradona, Ancora una morte dolorosa per molti in questo annus horribilis. El Pibe de oro è morto, tra l’altro, lo stesso giorno della morte del suo fraterno amico deceduto quattro anni fa: Fidel Castro.
Il fuoriclasse Diego Armando Maradona, uno dei migliori calciatori di tutti i tempi, è morto oggi dopo aver subito un arresto cardiorespiratorio. Si era recentemente sottoposto a un intervento chirurgico.
L’ex fuoriclasse, ex allenatore ed emblema della Nazionale Argentina, personalità nota e convinta dell’antimperialismo e dell’unità latinoamericana, ha subito un arresto cardiorespiratorio presso la casa dove si era stabilito dopo essere stato operato per un ematoma subdurale.
El Pibe de oro, cresciuto tra le baracche e i campetti di terra di Villa Fiorito, uno dei quartieri più poveri di Buenos Aires, si stava riprendendo a casa da un intervento effettuato tre settimane fa in una clinica della città di La Plata, a causa di un problema legato al bypass gastrico a cui si è sottoposto nel 2005.
L’11 novembre Maradona era stato dimesso dalla clinica di Olivos, dove il 3 novembre si era sottoposto ad intervento chirurgico, per proseguire con le cure ambulatoriali in una casa situata nel quartiere di Nordelta.
Il giornale moderato argentino Clarin scrive che “Forse la sua più grande coerenza è stata quella di essere autentico nelle sue contraddizioni. Quella di non smettere di essere Maradona anche quando nemmeno lui poteva sopportarlo. Quello che ha aperto la sua vita, e in quella scatola delle sorprese ha spogliato gran parte dell’idiosincrasia argentina. Maradona sono i due specchi: quello in cui è piacevole guardarsi e l’altro, quello che ci mette in imbarazzo”. Ma Maradona è anche ogni tatuaggio che ha sulla pelle, Che, Dalma, Gianinna, Fidel, Benja.
Impossibile dimenticare il suo legame speciale con la città e il popolo di Napoli, la città e la comunità umana con la quale forse Maradona non poteva che entrare in sintonia quasi naturalmente. Una empatia immediata e che è durata decenni, fino ad oggi.
Ciao Diego, hai reso il calcio un vero spettacolo e hai insegnato che non si ragiona solo con i piedi.
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