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Giustizia per Sakine, Rojbin e Leyla, attiviste curde uccise a Parigi il 9 gennaio 2013

Potere al Popolo Parigi partecipa alla manifestazione di questo pomeriggio alle ore 14 da Gare du Nord a Place de la République per rivendicare Justice pour Sakine, Rojbîn et Leyla, militantes kurdes assassinées à Paris le 9 janvier 2013. Tutt* insieme per reclamare verità e giustizia e dire basta all’impunità e #StopErdogan!

Nella notte tra il 9 e il 10 gennaio 2013, le attiviste curde Sakine Cansiz, Fidan Dogan (Rojbin) e Leyla Saylemez sono state trovate senza vita nei locali del Centro informazioni del Kurdistan a Parigi, giustiziate a freddo con diversi proiettili in testa.

Una serie di indizi rivelati dalle indagini, così come documenti trapelati su Internet, hanno stabilito che l’assassino, Ömer Güney, arrestato pochi giorni dopo i fatti, aveva agito per conto dei servizi segreti turchi (MIT). Le indagini hanno anche innegabilmente rivelato che l’assassino appartiene ai Lupi Grigi, il movimento fascista turco che il governo francese ha recentemente deciso di bandire, ritenendolo “particolarmente aggressivo, per non dire oltre”, a seguito di manifestazioni di estrema violenza contro la comunità armena.

Tuttavia, rinviando la sentenza del caso, lasciando così morire l’unico imputato, deceduto di una grave malattia il 17 dicembre 2016 un mese prima del suo processo, il sistema giudiziario francese ha perso un’occasione cruciale per giudicare finalmente un crimine politico commesso sul territorio francese!

La promessa del governo dell’epoca di fare piena luce su questi omicidi è stata rapidamente dimenticata. Sempre ansiose di preservare i loro rapporti con la Turchia, le autorità francesi non hanno avuto nemmeno la decenza di accogliere le famiglie delle vittime, né i rappresentanti della comunità curda.

Mantenendo l’impunità per questi crimini efferati, la Francia ha permesso a Erdogan di continuare la sua infiltrazione islamista e fascista sul territorio francese, attraverso la strumentalizzazione delle moschee, la creazione di filiali dell’AKP e la diffusione dell’ideologia panturca. Sono tutti vettori di pericolose interferenze che la Francia, come svegliata da un lungo sonno, sta appena cominciando a denunciare.

Tuttavia, continuando a criminalizzare attivist* politic* curd*, attraverso procedimenti legali o misure amministrative aberranti, la Francia non fa altro che servire gli interessi dell’islamofascismo turco e rafforzare la posizione di Erdogan.

A seguito di una denuncia presentata nel marzo 2018 dalle famiglie delle tre attiviste curde, basata in particolare sulle rivelazioni degli agenti del MIT, un nuovo giudice istruttore è stato incaricato del dossier. Ci aspettiamo che la giustizia francese abbia finalmente il coraggio di cercare di condannare gli istigatori di questi omicidi politici.

Gli omicidi di Sakine, Fidan e Leyla sono la manifestazione più infame della forza di disturbo acquisita da Erdogan sul suolo francese, grazie alla politica di compiacenza della Francia.

Non basta bandire i Lupi Grigi o minacciare la Turchia con sanzioni che non hanno successo. Se la Francia vuole lottare contro la diffusione del fascismo e dell’islam politico turco, deve prima di tutto giudicare i crimini commessi dal regime turco sul territorio francese. Questo è il primo e fondamentale passo per dire STOP a Erdogan.

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