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Ecuador. La macchina del fango contro il candidato correista Arauz

Come spiegavamo nell’articolo di ieri, Andrés Arauz, candidato correista alle elezioni che si terranno questa domenica (7 febbraio) in Ecuador, è dato in testa da quasi tutti i sondaggi e non troppo distante dal traguardo della vittoria al primo turno.

Oltre alle manovre “giudiziarie” del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) il quale, per esempio, ha proibito all’ex Presidente Correa di apparire negli spot della campagna di Arauz, e le pressioni del Presidente uscente Lenin Moreno per posticipare le elezioni temendo una schiacciante vittoria elettorale delle forze progressiste, si è messa in moto la macchina mediatica del fango.

Una tempesta di fake news e presunti scandali creati ad hoc dalla stampa nazionale ed internazionale: in entrambi i casi – se non direttamente pilotata – quantomeno al servizio degli interessi politici ed economici dell’imperialismo statunitense, si tratta dell’ormai rodato arsenale mediatico per screditare all’opinione pubblica un candidato avverso a questi interessi e per tentare di influenzare il voto di eventuali indecisi.

I montaggi mediatici ai danni di Evo Morales in Bolivia e di Nicolas Maduro in Venezuela dimostrano quale sia il ruolo strutturale dei mezzi di comunicazione all’interno della “guerra non convenzionale” e della strategia del “soft power” contro le esperienze progressiste e socialiste in America Latina.

Nel contesto dello scontro tra il Socialismo e la Barbarie che attraversa le Americhe, una vittoria di Arauz rappresenterebbe un ulteriore rafforzamento nella mappa progressista latinoamericana, con il rilancio di strumenti di integrazione a livello continentale come l’UNASUR e il consolidamento della cooperazione politica della CELAC, contro il potere dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), la quale ha avuto un ruolo centrale nel riconoscere “l’autoproclamatosi Presidente” Juan Guaidó in Venezuela o ancora nel legittimare il colpo di Stato in Bolivia a novembre 2019.

Per questo motivo, a pochi giorni dalle elezioni, si stanno intensificando le campagne mediatiche contro il candidato correista Andrés Arauz. Tra le tante bugie, ci sono quelle diffuse dal giornale argentino Clarín, secondo cui l’”entourage politico di Arauz sarebbe impegnato a distribuire 250 dollari in cambio di voti oppure che il candidato correista abbia beneficiato di una dose esclusiva del vaccino anti-Covid russo ‘Sputnik V’ in Argentina.”

Anche nella Colombia del Presidente Iván Duque, fedele galoppino della politica imperialista di Washington e alleato chiave nella guerra economica contro il Venezuela bolivariano, la rivista Semana ha deciso di partecipare alla sporca campagna contro Arauz.

La rivista ha accusato le forze correiste, raggruppate nella lista Unión por la Esperanza (UNES), di aver ricevuto una somma pari 80.000 dollari da parte dell’Esercito di Liberazione Nazionale colombiano per finanziare la campagna elettorale in Ecuador.

Secondo l’articolo, il leader della guerriglia Andres Vanegas, alias “Uriel”, ucciso recentemente, avrebbe avuto colloqui con l’ex presidente Correa. “Non so chi sia Uriel, non so di cosa stiano parlando. Quando ho avuto una chiara possibilità di vincere in Ecuador nel 2006, hanno detto che sono stato finanziato dalle FARC? È una telenovela ripetuta”, ha risposto Rafael Correa. Un giornalista de Semana ha confessato che l’informazione era “assolutamente non vera”.

Riportiamo le considerazioni di Atilio Borón, sociologo e politologo argentino, nonché autore di diversi saggi sulle strategie dell’imperialismo targato Washington in America Latina, tra cui “América Latina en la Geopolítica del Imperialismo”, disponibile gratuitamente sul suo sito, riguardo l’ennesimo tentativo della stampa mainstream al servizio delle forze imperialiste di infangare un candidato progressista come Andrés Arauz (da Página/12).

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La destra internazionale, con il suo grande direttore d’orchestra che risiede a Washington, ha concentrato tutti i suoi cannoni per impedire il trionfo del binomio Andrés Arauz – Carlos Rabascall, facendo appello a qualsiasi risorsa.

Una frase erroneamente attribuita a Donald Trump, “tutte le opzioni sono sul tavolo”, è vecchia quanto la storia delle ex tredici colonie inglesi che diventarono gli Stati Uniti d’America quando divennero indipendenti. Nel mondo di oggi una di queste opzioni, oserei dire la preferita nell’era del “soft power” (che è altrettanto o più letale dell’altra), è l’attacco con l’artiglieria mediatica che la destra ha a disposizione senza contrappesi.

È noto, anche se a volte lo si dimentica, che questa non è mai solo una forza politica nazionale, ma è sempre protetta dalla strategia globale progettata e orchestrata dalla Casa Bianca, consapevole che per trionfare in una battaglia nazionale è necessario che sia installata nel grande scacchiere geopolitico mondiale dove gli Stati Uniti possono far valere tutta la loro influenza.

Questa introduzione arriva in relazione alla campagna che il giornale di Buenos Aires Clarín ha lanciato contro la figura di Andrés Aráuz. L’ultima è stata una pubblicazione nella sua edizione del 2 febbraio quando ha titolato, nel suo solito stile pieno di ambiguità maliziose, che “In Ecuador assicurano che il candidato di Rafael Correa è stato vaccinato in Argentina con lo Sputnik V”.

Fonti non identificate hanno diffuso questa versione infondata ma mirata a suscitare una reazione popolare avversa allo strano “privilegio” di cui il candidato dell’UNES, Unión por la Esperanza, avrebbe goduto in un paese devastato dall’assalto del virus a causa dell’inettitudine dimostrata per affrontare la pandemia dal governo corrotto di Lenín Moreno.

Sottolineo “strano” perché tutti sanno che il vaccino Sputnik V richiede l’applicazione di due dosi, cosa che l’articolo di Clarín è attento ad evitare. Quindi, non solo il fatto che il successivo contagio di Arauz dimostra che non è stato vaccinato in Argentina, ma anche che avrebbe dovuto essere una persona molto maldestra per inocularsi una dose di un vaccino la cui efficacia richiede una seconda applicazione.

La cosa più vergognosa di Clarín è la mancanza di informazione contrastata quando menzionano il consulente politico Amauri Chamorro: “Il nesso, secondo le fonti coinvolte e appartenenti al Movimiento Centro Democrático, è stato il consulente politico locale Amauri Chamorro, che lavora all’interno della squadra della campagna e ha facilitato il contatto con il Ministero della Salute dell’Argentina”.

Chamorro ha immediatamente smentito la versione sul suo account Twitter affermando che: “Secondo Clarín mi sono coordinato con Putin e Fernández per far vaccinare Andrés Arauz contro il Covid-19. Apprezzo la ‘stampa libera’ ma questo è FALSO. Nonostante il fatto che metà dell’Argentina ha il mio cellulare, Clarín non mi ha mai contattato per controllare le informazioni, cosa abituale quando i media mentono”.

In breve, siamo in presenza dell’ennesima “fake news” destinata a danneggiare l’immagine di Arauz. La fonte della notizia, secondo lo stesso giornale, “era un discorso, riprodotto da fonti che hanno scelto di preservare la loro identità e che hanno partecipato a una riunione tra le principali autorità del Movimiento Centro Democrático”, un’organizzazione alleata dell’UNES.

Notate bene che non c’è nessuna identificazione della fonte, nessun doppio controllo dell’informazione e nemmeno la minima cura di prendere in considerazione la cronologia degli eventi, mostrando che Arauz è stato infettato dal virus dopo aver viaggiato in Argentina ed essere stato immunizzato con lo Sputnik V.

Niente di nuovo sotto il sole: purtroppo, la prostituzione della stampa egemonica al servizio dell’imperialismo e dei grandi patrimoni dei nostri paesi produce questo tipo di “fake news” su base quotidiana.

E lo fanno perché sono consapevoli che in Ecuador si sta giocando una battaglia che, se si risolve favorevolmente per le forze progressiste di quel paese, rafforzerà il processo di recupero democratico e di autodeterminazione nazionale in un altro paese sudamericano, non meno nel paese che fu sede dell’UNASUR!

Per questo motivo, l’unica cosa che possiamo aspettarci dai sicari dei media sono attacchi di questo stampo e bugie di ogni tipo. Questo significa che Arauz è un ottimo candidato. Questo è confermato dal fatto che ha contro di lui i nemici che ogni politico onesto e progressista deve avere in America Latina.

Ed è per questo che stanno sparando sulla sua figura a vagonate.

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